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10 agosto 2023, ore 17:43.

Giorgio's pov

Ero appena arrivato in ospedale per vedere la piccola Francesca, la figlia di Matteo e Adele dal vivo per la prima volta. La piccola aveva un giorno, visto che era nata solamente la giornata precedente.

Un piccolo particolare era che la bambina era nata il mio stesso giorno, ma aveva il suo nome.

Parlando di lei, Francesca era venuta a prendermi in aeroporto, per non farmi prendere un taxi che mi avrebbe portato proprio nell'ospedale in cui si trovavano Matteo, Adele e lei, che era tornata quando c'era la possibilità di fare visita alla bambina.

Io avevo provato in ogni modo possibile e immaginabile di non farla venire a prendermi dall'ospedale, invano. Alla fine non era servito a niente.

Non volevo scocciarla e disturbarla per venire in aeroporto, ma testarda  com'era era venuta a prendermi ugualmente senza che glielo chiedessi.

Era sempre la solita, ormai immaginavo, già da quando le avevo detto che sarei venuto qui, che sarebbe venuta lei a prendermi perché si scocciava di qualcosa a me ignoto, che non riuscivo a cogliere.

"Com'è la bambina dal vivo?" le chiesi durante il viaggio aeroporto-ospedale, che non sapevo quando sarebbe finito.

Speravo che finisse il prima possibile.

"È bellissima, Gio. È Matteo al femminile, e non scherzo quando lo dico. Ha preso i suoi capelli ricci, ma sono castani scuri come Adele e ha gli occhi scuri come Matteo. Comunque ancora auguri per ieri" dichiarò nel mentre che era concentrata a guardare la strada davanti a sè.

Più mi raccontava com'era la bambina, più me la immaginavo quando l'avrei vista dal vivo: sarebbe stata un esserino minuscolo tutto da coccolare e cercare di non stringere troppo per non farle del male.

Avevo paura di prenderla in braccio perché non mi era mai capitato di prendere un esserino così piccolo fra le mie braccia, il timore di farle male aumentava sempre di più.

"Grazie piccola. Comunque quanto manca per arrivare all'ospedale?"

Ero in ansia di vedere la bimba, non sapevo il perchè ne avessi, però questa sensazione non aveva intenzione di passare, di andare a farsi un giro da qualche parte. A me bastava che non fosse qui con me, ma invece mi sbagliavo di grosso. Odiavo la mia ansia con tutto me stesso, avrei voluto non averla in questo momento.

"Poco meno di cinque minuti, Gio" disse nel mentre che mise la freccia per girare a sinistra per andare non sapevo dove. Non conoscevo bene Salerno, visto che non ci avevo mai abitato. Venivo solo per vere lei ed ero andato 2 o 3 volte se non mi sbagliavo.

Infatti in due/tre minuti arrivammo in ospedale, ma il problema vero si era rivelato il parcheggio.

Francesca cercò un parcheggio per più di un quarto d'ora o qualcosa del genere. Stavamo girando a vuoto per cercarlo, ma erano tutti occupati, non c'era speranza di trovarne uno. L'unica cosa che potevamo fare era che avessimo la fortuna che qualcuno uscisse dal parcheggio quando stavamo passando noi due.

Poco dopo aver imprecato l'ennesima volta, una persona se ne stava andando da un parcheggio che si trovava abbastanza lontano dall'ingresso dell'ospedale. Credevo di aver appena chiamato questa cosa, per caso ero diventato un veggente?

"Finalmente un parcheggio porca troia, quanto ci abbiamo messo a trovarlo?"

Chiese Francesca incazzata nera, lo si vedeva dal nervoso che stava avendo.

Lo si vedeva che lei fosse molto nervosa, soprattutto da come mi stesse stringendo la mano, così forte che, quasi quasi, me la rompeva.

Odiavo vederla così, la preferivo quando era sorridente e senza pensieri, felice e spensierata, così gioiosa che si dimenticava di tutto e tutti. Non mi piaceva vederla col nervoso che scorreva nel suo corpo, triste, ansiosa e piangente. Lei si meritava di essere felice.

Instagram|| Giorgio AltareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora