15.

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È mercoledì, sono le 15:32 ed io sono seduto sul divano di Harry mentre lui è in cucina.

Ieri, una volta scesi dall'aereo, sono tornato a casa con lui, ed eccomi ancora qui, su questo comodissimo divano che non lascerei per nessuna ragione al mondo.

Mi piace stare qui, e non solo per Harry, mi sento tranquillo, spensierato.

L'unica cosa che continua a mettermi agitazione, è il pianoforte posizionato esattamente di fronte a me. Ultimamente Edward è scomparso dai miei pensieri, ma nel guardare quel pianoforte non posso fare altro che pensare a lui.

Mi alzo dal divano e per la seconda volta mi avvicino a esso, sedendomi qualche secondo dopo sulla panca. Guardo i tasti davanti a me e li sfioro con le dita, senza suonarli.

Forse dovrei provare a superare questa cosa.

I miei occhi diventano improvvisamente lucidi, ed in automatico li chiudo poggiando le mani tremanti sui tasti, tasti che inizio a premere senza nemmeno rendermene conto.

Così mi ritrovo a suonare il pianoforte dopo anni, con un nodo alla gola e gli occhi stracolmi di lacrime.

Continuo a suonare per minuti interi, finché non mi fermo all'improvviso, ed allontano le mani dai tasti come se avessi appena preso una scossa elettrica. Riapro gli occhi e le lacrime scendono lungo le mie guance bagnandole.

In quel momento, sento le mani di Harry poggiarsi sulle mie spalle, gesto che mi fa rilassare e avvicinarmi a lui per un leggero contatto.

"da quanto tempo non suonavi?" domanda mentre mi asciugo le guance.

"un bel po'" rispondo.

"e come ti senti ora?" chiede.

"bene" ammetto, e in quel momento realizzo di sentire un peso in meno.

Massaggia le mie spalle e "sei bravo" dice facendomi alzare lo sguardo su di lui e gli sorrido.

"grazie" affermo e mi sorride abbassandosi, lasciando poi un bacio sulla mia fronte.

Poggio il mio viso contro il suo braccio e lui sposta una mano sulla mia guancia accarezzandola "ti va di guardare un film?" domanda dolcemente.

Ed io mi allontano appena, mi giro verso di lui e poggio il mento contro la sua pancia "e se invece guardassimo un cartone?" propongo.

"però guardiamo la principessa e il ranocchio" dice guardandomi e sorrido.

"ci sto!" sorrido alzandomi e ridacchia, ma in un gesto veloce mi prende in braccio facendomi urlare.

Lascia dei baci sul mio viso camminando verso il divano e "tu lo baceresti un ranocchio?" domanda ed io arriccio il naso.

"mai"

"ma come? e se quello fosse il tuo principe azzurro?" domanda sedendosi con me sulle proprie gambe.

"tu baceresti un ranocchio?" chiedo.

"ovviamente!" risponde.

"blah!" dico ridendo e lui accarezza i miei fianchi.

"ma tranquillo nanetto, per ora non c'è nessun ranocchio che mi porterà via da te" mi rassicura lasciando un bacio sulla mia guancia.

"diventi ogni giorno sempre più idiota" lo guardo e mi sorride.

Così, tra baci e battibecchi, 20 minuti dopo mettiamo il cartone, ed io, ora sono seduto in mezzo alle sue gambe con la schiena poggiata contro il suo petto.

Adoro i momenti semplici come questi, se fosse per me passerei la mia vita così, a guardare cartoni.

Non penso di averlo mai detto a nessuno, ma amo guardarli, ed amo ancora di più il fatto che qualcuno accetti di guardarli insieme a me.

Our Meeting Point [Larry Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora