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*Jeno*

Mi tolsi le scarpe aiutandomi con gli stessi piedi e poggiai un palmo sulla parete per sostenermi. «Sono tornato» urlai, sperando che mia madre mi riuscisse a sentire, senza spaventarsi del mio arrivo. «Tesoro sei arrivato in anticipo oggi!» accorse alla porta con un mestolo in mano e il grembiule stirato e senza nemmeno l'ombra di una minima piega. Osservai il suo sguardo segnato dal tempo e annuii senza proferire parola.

La superai con lo zaino in spalla e mi diressi verso la cucina, dove lei mi seguì. «Oggi papà non è ancora arrivato?» mi sedetti sistemando lo zaino ai miei piedi. Lei riprese il suo posto ai fornelli e spense il gas recuperando un piatto da darmi. «Mi ha detto che sarebbe rimasto in ufficio per pranzo, aveva degli importanti colloqui» Sorrise impiattando il Dolsot Bibimbap.

La mia attenzione venne attirata anche dal ripiano alle sue spalle. Ancora impacchettato c'era il bento che mia madre era solita fare per mio padre, e solo la sua presenza mi turbava. Lui non rimaneva mai in ufficio a pranzo senza il suo porta-pranzo. Contando anche quante storie faccia a causa della poca igiene in azienda, ritrovare quel cestino in latta proprio sul ripiano della cucina mi strinse una morsa alla bocca dello stomaco. «Oh, quello...» sussurrò posando il piatto in tavola e osservando nella mia stessa direzione.

Alzai lo sguardo e trovai la sua espressione cupa e triste. «Qualcosa non va tra te e papà?» chiesi quando lei si sedette di fronte a me, pronta per mangiare in mia compagnia. «Cosa? No! Non ti devi preoccupare, va tutto bene con tuo padre. È solo molto preso dal lavoro ultimamente» Decisi di non andare oltre. Non sembrava intenzionata a parlarne, e avrei rispettato la sua decisione. Eppure qualcosa non andava e ne ero certo. Avevo visto il sorriso di mia madre spegnersi giorno dopo giorno. «Piuttosto, come è andata oggi a scuola? Tu e Akiha vi vedete ancora?».

I suoi occhi si illuminarono di una luce propria solo al nominare la nostra vicina di casa: Kim Akiha. Deglutii forzatamente bevendo subito dopo un grande sorso d'acqua. «Si, ci vediamo ancora...non come prima, lo sai, sono fidanzato con Aeri» le sue palpebre si abbassarono delusa. Eppure lo sapeva bene con chi uscivo. «Quella ragazza non mi piace. Lo sai, tu vieni prima di ogni cosa, ma i suoi occhi non si illuminano quando state insieme! Sono esperienze e non ti dirò cosa fare, ma non precluderti l'opportunità di frequentare la tua vecchia amica solo perché sei troppo impegnato con la tua ragazza» Mise un boccone in bocca assaporando il suo capolavoro.

«Mamma» la richiamai, facendole finire i suoi grandi occhioni color cioccolato su di me.  «Mhm?».

«Aeri non è una perdita di tempo, è la mia ragazza, e mi piace molto. Akiha...lei è semplicemente Akiha: la solita bambina con gli occhioni grandi e tondi e paffuta. Siamo amici e non saremmo mai nulla di più, se è questo che speri» la ammonii serio. Lei boccheggiò e abbassò lo sguardo.

«Non intendevo...Jeno, sono tua madre, e sarò sempre dalla tua parte. Se a te piace Aeri continua pure a frequentarla! Hai ragione, scusa, non avrei dovuto dire quelle sciocchezze». Sospirai sommessamente e continuai il mio pasto.

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Mi buttai sul letto esausto. Avevo appena finito i compiti per l'indomani, consapevole che anche questa volta sarei stato chiamato alla lavagna per gli unici esercizi che non mi erano venuti come il libro. Mi coprii gli occhi con il braccio e lasciai le labbra socchiuse, respirando profondamente.

«Lo sai, tu vieni prima di ogni cosa, ma i suoi occhi non si illuminano quando state insieme!»

Socchiusi gli occhi ripensando alle parole di mia madre. Parla sempre dello stesso luccichio che anima gli occhi degli innamorati, e che Aeri non lo mostra mai nei miei confronti, al contrario di quello che lei crede faccia Akiha. Si sbaglia di gran lunga. Akiha non ha mai provato il minimo interesse verso di me in quel modo, e io mai nel suo. E la cosa non cambierà mai, fortunatamente.

𝐃𝐈𝐕𝐄 𝐈𝐍𝐓𝐎 𝐘𝐎𝐔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora