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*Akiha*

Erano andati via tutti, avevamo cenato tutti insieme e non ero riuscita minimamente a spiccicare parola. Dopo quella discussione con Jeno non avevo più la forza di fare nulla. Cosa avrebbe fatto? Gli piacevo anche io? Avrebbe veramente lottato pur di baciarmi ancora? Tutte domande a cui non seppi dare una vera risposta, e quando i miei pensieri si erano raggruppati nella mia mente all'unisono mi sentii la testa scoppiare. Avevo lasciato la forchetta cadere nel piatto e avevo attirato l'attenzione di tutti. Avevo puntato gli occhi su tutti i presenti, che si erano soffermati su di me, e avevo chiesto scusa sentendomi tremendamente in imbarazzo. «Io...non ho più fame, scusate» mi ero giustificata alzandomi dal mio posto e dirigendomi in camera mia. 

Avevo evitato il suo sguardo con ogni mia forza a disposizione. Mi ero chiusa in camera e non avevo salutato nessuno. Speravo solo di poter stare un po' da sola, avevo bisogno di tempo per riflettere e per metabolizzare quello che avevo vissuto nel corso di così poco tempo. Mi sdraiai sul letto, abbracciando il mio solito cuscino, e chiusi gli occhi. Non mi resi nemmeno conto a che ora mi addormentai. 

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Sentii delle carezze lungo tutto il braccio, ciocche di capelli che si spostavano dietro la schiena e un calore che mi fece sorridere spontaneamente. Era così piacevole quel tocco delicato. Mi rannicchiai ancora di più verso quella fonte di benessere e scontrai la fronte contro un cuscino troppo duro. Schiusi gli occhi e alzai la testa. Sollevai le sopracciglia sorpresa e mi separai subito. «Cosa ci fai nel mio letto?» chiesi mettendomi seduta sul materasso, tenendo stretto il cuscino al mio corpo. Lui mi guardò serio. «Mia madre ora dorme nella stanza degli ospiti...e c'è solo un letto. I tuoi genitori mi hanno dato il permesso di dormire con te. Sai, siamo amici, quasi fratelli, dicono» lo disse con tono di rimprovero. Posai gli occhi nei suoi e mi soffermai su di essi per poco, guardandomi poi attorno. La porta era chiusa e noi due eravamo sotto le coperte. C'era solo una piccola e fioca luce calda a illuminare l'angolo della stanza, posta sulla lunga scrivania, che sottostava alla finestra chiusa con delle tendine bianche. 

«Potevi svegliarmi prima» mi stropicciai gli occhi e sbadigliai. Mantenni le distanze, e molto probabilmente mi sarei messa a dormire per terra per evitare di stargli troppo vicino. «E privarmi dell'unico momento in cui sei totalmente te stessa?» feci una smorfia. «Andiamo, non ho voglia di riprendere quel discorso. Sono stanca e in realtà avrei preferito che tu dormissi da un'altra parte» lui si sistemò meglio sul letto, disteso su un fianco e poggiato con il gomito sul suo cuscino e la guancia sul palmo aperto. 

«Tipo a casa di Aeri?» chiese facendomi sentire una morsa alla bocca dello stomaco. «Vai pure, nessuno ti ferma. Ti ho già spiegato che non succederà nulla tra noi. Se vuoi vai pure dalla tua fidanzata e lasciami dormire» mi voltai di spalle e mi sdraiai al bordo del letto su in fianco. Strinsi tra le mani il cuscino che stavo ancora abbracciando e poi decisi di posizionarlo tra noi come se fosse un muro. Quando mi voltai e lo misi tra noi due lui guardò nascondendo una risata. Si lasciò andare sul letto e rise. «Buonanotte» sussurrai io imponendomi di chiudere gli occhi. 

«Akiha» mi richiamò. Sospirai pesantemente, facendolo ridere ancora una volta. «Akiha~» continuò a chiamarmi più volte. «Cosa c'è?» chiesi esasperata. Si sporse sul cuscino-barriera e mi toccò la spalla insistentemente. «Non riesco a dormire senza il bacio della buonanotte» rivelò facendomi scoppiare a ridere. «Cosa sei? Un bambino?» Mi voltai verso di lui guardandolo incredula. 

Non ottenni risposta, così allungai una mano sul suo viso ancora segnato da lividi e posai un indice sulla sua fronte, spingendolo indietro. «Dormi, io devo andare a scuola» lui sbuffò e poi si alzò dal letto e si avvicinò al mio giubbotto, tastando qualcosa dalla tasca. Spalancai gli occhi. Avrebbe visto la foto, il che non sarebbe dovuto succedere, in fin dei conti non sarei mai dovuta entrare in quella stanza. 

𝐃𝐈𝐕𝐄 𝐈𝐍𝐓𝐎 𝐘𝐎𝐔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora