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*Akiha*

Sorrisi trovando Renjun vicino al suo armadietto, e saltellai per raggiungerlo. «Amore della mia vita» gli stampai un bacino sulla guancia facendolo sorridere. «Come mai così di buon umore?» chiese recuperando un libro spesso dal suo scomparto di latta, e lo chiuse posando poi il braccio libero sulle mie spalle come era suo solito fare.

«Nulla in particolare, mi sono svegliata dalla parte giusta del letto!» risi accompagnata da lui che mi lanciò uno sguardo prima di continuare a guardare avanti.

«Ragazzi! Ragazzi!» la voce squillante di Ji Min si fece strada per le nostre orecchie e ci voltammo all'unisono. Corse verso di noi ondeggiando le braccia in aria con un'aria preoccupata dipinta sul suo volto. Corrugai la fronte quando la vidi fermarsi davanti a noi e poggiare le mani sulle ginocchia stanca della corsa che aveva appena fatto. «Uhm, Ji, vuoi dirci cosa è successo?» chiese Renjun curioso almeno quanto me.

Lei indicò con il pollice le sue spalle, un qualcosa di impreciso. «Avrà visto la sua crush passarle accanto-» io e Jun ridemmo insieme ma lei ci fermò con sguardo serio.

«Jeno e Sunwoo si stanno picchiando!» smisi di sorridere di colpo. «COSA?!» Alzò la voce Renjun guardandola scioccato. Rimasi zitta e li superai dirigendomi verso quella direzione che non sapevo nemmeno di conoscere. Velocizzai il passo sentendo il mio cuore battere più velocemente, agitato come ogni volta che succedeva.

Jeno faceva spesso risse alle scuole medie, anche per cose inutili, era forte e molti lo infastidivano pur di avere un confronto corporeo, che però puntualmente perdevano.

Strinsi al petto i quaderni e seguii gli schiamazzi per raggiungere quel posto. «Jeno basta!» sentii i suoi amici richiamarlo e quando mi feci largo nella cerchia per raggiungere il diretto interessato rimasi completamente bloccata. «Basta così!» Jaemin intervenì spingendo qualcuno per passare e si avvicinò all'amico bloccandogli il braccio.

Serrai la mascella guardando la scena in completo silenzio e quando finalmente riuscirono a fermarlo, puntai gli occhi sul malandato a terra: aveva il viso gonfio, il labbro spezzato ed entrambi gli zigomi ricoperti da lividi. «Io lo ammazzo quel figlio di puttana, lasciami!» urlò in preda alla rabbia cercando di svincolarsi dal moro che lo teneva saldo insieme ad un altro loro amico.

Lasciai i libri per terra e mi avvicinai a Sunwoo, accovacciandomi lo aiutai a sedersi. Notai solo allora il suo occhio destro mal messo e mi voltai sconvolta verso il mio "migliore amico". Mi guardò con occhi infuocati e scalpitò per spostarmi da quel ragazzo ferito. «Non aiutarlo» sibilò tra i denti serrando la mascella. Era fuori di senno. «Tu sei pazzo» sussurrai aiutando il castano ad alzarsi.

Gli feci poggiare un braccio sulle mie spalle e quando fu in piedi alcuni ragazzi spintonarono la folla per raggiungerlo. «Che cazzo è successo?» uno di loro più alto spalancò gli occhi e gli analizzò il viso che ormai aveva preso tra le mani.

«Come sei finito così, che cazzo hai fatto?» chiese un secondo guardandolo preoccupato. Sunwoo si resse al mio corpo leccando poi il suo labbro inferiore sporco di sangue. «Portiamolo in infermeria, parlerete con calma dopo» parlai attirando finalmente la loro attenzione.

«Oh si hai ragione, aspetta, lo prendiamo noi. Grazie mille...» il più alto abbassò gli occhi sulla mia targhetta e lesse il mio nome. «Kim Akiha» alzò gli occhi e io negai con la testa lasciando il malandato ai suoi amici. Sarei andata a chiedere come stesse più tardi. «Cosa diavolo è successo qui? Forza tutti in classe!» urlò un professore alzando una bacchetta di legno con il braccio destro.

𝐃𝐈𝐕𝐄 𝐈𝐍𝐓𝐎 𝐘𝐎𝐔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora