Capitolo 9.

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Succede a volte di fermarsi a pensare e ci si domanda: "cosa penserebbe il me del passato se vedesse il me stesso del presente?". Ce lo si domanda quasi distrattamente, senza dare alla risposta nemmeno troppo peso.

Zayn ci pensava con il telefonino in mano, con il messaggio già composto e indeciso sul da farsi. In quel momento ad interessargli era il se stesso del futuro, il sé che verrà e che ancora non esiste. Guardava il messaggio, lo leggeva e lo rileggeva.  Inviarlo o no? Louis mi odierà, io mi odierò si diceva mordendosi un labbro. Poi chiuse gli occhi e... che cosa importa del futuro?

Il sé del presente era certo di una cosa: Louis gli aveva mentito, non era al lavoro. Louis era con Harry.

Il fine giustifica i mezzi, disse qualcuno e il fine era che Louis smettesse di vedere Harry.

Il mezzo era un messaggio.

Invia.

Zayn:   9:05

"Mi piaci."

Bipbip

Mentre il treno rallentava ed Harry e Louis cercavano di ricomporsi, entrambi i loro telefoni segnalarono un messaggio ricevuto. Un telefono era su silenzioso e l'altro... beh, l'altro no.

Uscirono dal bagno mentre ancora il treno decelerava, Harry prese il telefonino sbuffando.

"Che palle" commentò dopo aver letto "è Liam che mi informa di non approvare le mie frequentazioni".

"Ma che cazzo vuole?"

"Rompere le palle" fu il lapidario commento del più piccolo.

Le porte si aprirono scricchiolando piano in una stazione sconosciuta.

Scesero mentre Harry digitava furiosamente sullo schermo: "lo odio, cazzo" commentò mentre Louis sorrideva.  

"DIO!!!!!" urlò Harry girando lo schermo verso Louis "Mi sta chiamando Gemma".

"E quindi?".

"E quindi secondo te perché mi sta chiamando? Dovrebbe credere che sono a scuola, no? Se mi chiama è perché sa che non sono lì. E indovina un po' chi glielo ha detto? Liam è un dannato stronzo" concluse rifiutando la chiamata "Che vada affanculo anche lei".

Louis rimase pensieroso un attimo nell'istante in cui la sensazione di poco prima, in bagno, mentre le sue labbra combaciavano perfettamente a quelle di Harry, ritornò prepotentemente nella sua testa. Qualcosa aveva iniziato a crollare. Mise una mano in tasca, afferrò il telefono pregando di non vedere nessun messaggio ricevuto.

Mentre Harry ancora borbottava tra sé guardò il display.

Un messaggio. Zayn.

"Mi ha scritto Zayn" disse a Harry mentre si sedeva su una panchina.

"Non sapeva che sei con me?" domandò il più piccolo ancora visibilmente alterato.

Louis scosse la testa.

"Avrà sentito mia sorella sbraitare, sono in gita insieme. Avrà saputo che non sono a scuola e ha fatto due più due. Mi dispiace. È grave se scopre che siamo insieme?".

Louis scosse di nuovo la testa continuando a guardare il display. Dietro quel messaggio, lo sapeva, c'era qualcosa che non voleva leggere. Ne era certo. Non avrebbe saputo spiegare il perché ma ne era sicuro. Che si trattasse di qualche insulto tipo: "mi hai mentito bastardo, non sei al lavoro" o "mi fidavo di te" o anche "vaffanculo". Forse era più nell'indole di Zayn un vaffanculo, sì, pensò Louis ancora paralizzato.

Un gettone e tredici minutiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora