𝐟𝐨𝐮𝐫 ━━ 𝐭𝐡𝐞 𝐛𝐞𝐠𝐢𝐧𝐧𝐢𝐧𝐠 𝐨𝐟 𝐜𝐫𝐞𝐚𝐭𝐢𝐨𝐧.

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-D'accordo, facciamolo bene!- esclamò Tony sistemando le ultime cose per provare la montatura dell'armatura sulle gambe.
Il miliardario aveva iniziato a mettersi a lavoro su quella che sarebbe stata la sua prima armatura, non calcolando quella che aveva realizzato in caso di necessità per sfuggire dai terroristi.
Aveva chiesto a JARVIS di aprire e creare un nuovo file e intitolarlo "Mark II" e di salvarlo sul suo server, dato che non voleva che nessuno sapesse il suo piano e soprattutto per evitare che potesse finire nelle mani sbagliate.
Infondo di chi si poteva davvero fidare?

-Il punto d'inizio è qui a mezzo metro dal centro- disse facendo un sospiro profondo. Camminò a grandi passi verso un punto preciso della stanza e una volta giunto si girò verso il robot alla sua destra. -Ferro vecchio, sveglia! Devi intervenire in caso d'incendio- lo raccomandò per poi voltarsi verso l'altro robot che si trovava nel lato opposto. -Tu riprendi-.
Stark controllò le ultime cose e impugnò i comandi. -Ok, attivare comando mani-.
Il miliardario allargò le gambe e cominciò a muoverle per cercare la posizione adatta.
-Cominceremo piano, piano, vediamo se con una spinta del 10% otterremo un sollevamento... e 3...2...1.-. Premette il comando dalle mani e i razzi nei piedi dell'armatura si attivarono scaraventandolo verso il muro alle sue spalle mentre il robot alla destra, l'addetto a spegnare l'incendio, cominciò a sparare la schiuma chimica su di lui.
In quel preciso istante la porta del laboratorio si aprì mostrando la figura della figlia che restò immobile in attesa della fine della schiuma finché decise di rompere il silenzio. -Papà, stai bene?-.
-Più o meno piccola- disse Tony facendo un verso di dolore. Era stata proprio una grande botta, tanto da creare delle crepe nel punto in cui si era schiantato. Alzò il busto per mettersi seduto, ancora stordito per la caduta. -Dai un bacio a papà per farlo stare meglio?-.
Haylee si avvicinò a lui mentre il robot si mise in azione, puntando il dispositivo verso di lei. -No! Sta fermo!- gridò allarmandosi nel ricevere lo stesso trattamento del padre.
-Ehi! Vuoi che ti trasformo in un rottame?- urlò a sua volta Tony girandosi verso il robot che all'istante si disattivò.
Haylee spostò lo sguardo in direzione del padre che allargò le braccia con l'obiettivo di stringerla a sé ma quest'ultima, notando la leggera schiuma che lo ricopriva, si allontanò. -Alzati da solo... fai un po' di ginnastica-.
-Ma...- mormorò l'uomo -dai-.
La più piccola sospirò avvicinandosi a Stark per tendergli la mano che lui prontamente afferrò per rimettersi in piedi. Un piccolo ghigno divertito prese il sopravvento sul volto di Tony che,  dopo essersi alzato, afferrò tra le braccia la figlia che buttò un urlo squillante prima di scoppiare in una tenera risata.

Nei giorni successivi il miliardario riuscì ad assemblare l'intera armatura riuscendo anche, dopo alcuni intoppi con il congelamento a causa dell'altezza, a volare pochi metri sopra la città.
La sensazione di adrenalina pura aveva innondato il suo corpo quando si trovava a sfrecciare sulla città di Malibù, regalandogli così qualcosa che non aveva mai provato.
Quel momento, per quanto potesse essersi trasformato un attimo in qualcosa di tragico, aveva in realtà dato una voglia maggiore a Tony di continuare con quel progetto. Non aveva nessuna intenzione di fermarsi, peccato però che sua moglie probabilmente non l'avrebbe pensata allo stesso modo.
Tony quando aveva fatto ritorno a casa, raggiungendo il tetto, aveva spento l'armatura che, per colpa dei difetti ancora presenti nella creazione, atterrò perforando il tetto ma non solo: si era scontrato contro il pianoforte distruggendolo e come se non bastasse il peso dell'armatura sfondò anche il pavimento facendo crollare quest'ultimo sopra una delle sue auto in garage.
Tony per questo motivo si trovò costretto a prendere del ghiaccio per i futuri lividi che gli sarebbero spuntati. Tornò al suo laboratorio, ancora frastornato dalla caduta. Tutto era ancora in disordine, infondo come la maggior parte dei giorni. Pezzi di metallo, macchine, fili erano sparsi nella stanza che quest'ultimo stava attraversando con una busta di ghiaccio in testa. Distrattamente raccolse la tazza che gli aveva portato Elizabeth quel pomeriggio sul tavolo da lavoro e Tony si sentì un attimo confuso nel realizzare che quel pezzo di ceramica fosse poggiato su un pacco.
Il miliardario si avvicinò a quello, spostando la tazza con all'interno ancora il caffè al fianco.
"Dalla signora Stark".
Tony spostò il bigliettino e si affrettò a scartare il pacco e con sua sorpresa trovò all'interno il vecchio Arc incorniciato in una tegola di vetro.
"La prova che Tony Stark ha un cuore".
Il miliardario sorrise leggendo quella semplice frase attorno all'Arc e restò per alcuni secondi a fissare quell'oggetto luminoso che gli stava salvando la vita.
Dopo un po' si rimise a lavoro, davanti ai soliti schermi che mostravano ogni dettaglio sulla creazione dell'armatura.
-Note: il trasduttore principale lento oltre i 40 mila piedi, pressurizzazione dell'involucro è problematica, il fattore più probabile è il congelamento- annunciò Tony indicando la causa del fallimento di quel volo che era riuscito a distruggere parte della villa.
-Astuta osservazione, signore. Nel caso intendesse visitare altri pianeti suggerisco di potenziare i scheletri- propose l'intelligenza artificiale.
-Connettiti al computer. Riconfigura i metalli della struttura. Usa la lega di titanio e oro del satellite Seraphim. Dovrebbe garantire l'assicurazione dell'integrità della fusoliera mantenendo il rapporto peso-potenza. Tutto chiaro?- domandò il miliardario ricevendo la piena approvazione da parte di Jarvis che dopo poco si mise a lavoro.
"Stasera il red carpet super bollente si trova proprio qui, alla Disney Concert Hall: dove la terza serata annuale di beneficenza indetto da Tony Stark per le famiglie dei vigili del fuoco è diventata la festa da non perdere per tutta l'alta società di L.A"
La voce di una giornalista in televisione attirò l'attenzione di Tony.
Elizabeth l'aveva pregato tutta la settimana di accompagnarla a quella festa ma lui aveva più volte rifiutato, era troppo concentrato a mettere fine al suo nuovo lavoro però non appena la telecamera mostrò la moglie, bella come sempre, con la sua eleganza e il suo solito sorriso, il pentimento di aver rifiutato quell'invito lo attraversò.
Portò automaticamente lo sguardo sulla macchina al suo fianco pensando di raggiungere la moglie e notando in oltre le fiamme che adornavano il mezzo un'idea gli balenò nella testa.
-Jarvis sai che ti dico? Aggiungici un pizzico di rosso fuoco- disse riportando lo sguardo sulla tv facendo un sorrisetto fin quando la mente elettronica annunciò il completamento dell'armatura. Il miliardario osservò lo schermo del computer. -Mi piace, fabbricala, verniciala. lo adesso vado mio caro, non aspettarmi in piedi.-.


𝐄𝐋𝐄𝐌𝐄𝐍𝐓𝐒, 𝘵𝘩𝘦 𝘭𝘰𝘴𝘵 𝘢𝘯𝘥 𝘵𝘩𝘦 𝘤𝘩𝘰𝘴𝘦𝘯.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora