𝐟𝐢𝐯𝐞 ━━ 𝐨𝐩𝐞𝐧 𝐞𝐲𝐞𝐬.

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Erano passati solo alcuni giorni da quando Tony aveva indossato l'armatura, volato in Afganistan per combattere contro i terroristi con l'obiettivo di far esplodere il deposito di armi.
Era finito in modo quasi comico la fine di quella battaglia; il miliardario era stato inseguito da due aeri di caccia americani, che cercavano senza successo di abbatterlo e il tutto era guidato da Rhodey. L'amico non era a conoscenza del fatto che dentro a quell'armatura ci fosse lui e per questo Tony fu costretto a rivelarglielo.
I studi sull'armatura continuarono.
Tony, anche quel giorno, aveva un cacciavite tra le mani mentre Mark II era appeso con dei fili.
Elizabeth era appena entrata all'interno del laboratorio del marito, trovandolo in quelle condizioni.
-Sei occupata? Ti spiace se ti mando a fare una commissione?- aveva domandato Tony non appena si era reso conto della presenza della donna. -Mi serve che tu vada nel mio ufficio- continuò allontanandosi dall'armatura per raggiungere il tavolo colmo di attrezzi. -Devi entrare di nascosto nell'unità centrale e recuperare le fatture delle spedizioni recenti- disse tendendole una chiavetta che lei solo dopo alcuni secondi afferrò. -Questo è un decriptatore Wi-Fi, ti permetterà l'accesso-.
Il tono di Tony era nervoso, colmo di collera.
-Probabilmente sarà nelle cartelle dell'esecutivo. Se non lo trovi, cerca un ghost drive sotto la intestazione numerica inferiore.-
-Cosa vuoi fare con queste informazioni?- domandò Elizabeth girandosi tra le mani la chiavetta.
-Il loro gioco- rivelò Tony avvicinandosi a uno dei macchinari. -Hanno giocato sporco e li fermerò. Troverò le mie armi e le distruggerò-.
-Tony...- una leggera risata nervosa uscì dalle labbra di Elizabeth; era pericoloso e non avrebbe portato a nulla di buono quella operazione. -Sai che farei qualsiasi cosa per te ma non posso aiutarti se ricomincerai questo d'accapo.-
-Non c'è niente, se non questo. Niente gallerie d'arte, niente beneficenza, niente da firmare- esclamò Tony alzando il tono di voce. -C'è solo la prossima missione e nient'altro-.
-Te l'ho detto, Tony. Non posso. Finirai per ucciderti e io non posso permetterlo- disse Elizabeth esalando poi un sospiro -non posso permettermi di perdere anche te-.
Tony abbassò lo sguardo, il suo volto distrutto era sempre più evidente. -Oggi non sarei vivo se non fosse per un motivo-.
Si era seduto sul solito sgabello con ancora gli occhi bassi. -Non sono pazzo, Elizabeth. Finalmente ora so cosa devo fare... e so nel mio cuore che è giusto-.
La donna sospirò senza staccare il suo sguardo da Tony e stringendo leggermente tra le dita quella chiavetta. -Tu e Gwen siete tutto ciò che io ho, lo sai-.

Malibù era avvolta nel silenzio della serata; le enormi vetrate della villa degli Stark mostravano il solito panorama mozzafiato con l'oceano in lontananza, le varie rocce e le piccole stelle che cominciarono a farsi strada nel cielo.
Tony si trovava nel salone quando il telefono iniziò a squillare. Era Elizabeth. La moglie stava sicuramente già alla Stark Industiers per compiere il piano che le aveva suggerito Tony.
Il miliardario si accomodò sul divano e rispose ma non ebbe neanche il tempo di poggiare il telefono contro l'orecchio che un ultrasuono, prodotto da un'arma che lui stesso aveva creato, lo colpì. Il suo corpo si immobilizzò all'improvviso, non era in grado di muovere neanche un dito, sentiva la sua anima prosciugarsi secondo per secondo.
-Respira- una voce trascinata arrivò dritto alle sue orecchie. Era quella di Obadiah. L'uomo aveva appena tolto dalle mani di Tony il telefono, chiuso la chiamata per poi adagiare il corpo di Stark sul divano.
-Te li ricordi questi?- domandò a un tratto quest'ultimo mostrando l'arma che aveva utilizzato tra le sue mani. -E' un peccato che il governo non l'abbia approvati. Ci sono talmente tante applicazioni che causano paralisi temporanee.-
Obadiah si allontanò da dietro al divano per raggiungere Tony. -Tony... Tony- ripeté afferrando saldamente il suo viso per portarlo verso di lui e eliminò dalle orecchie le cuffie che indossava; servivano per evitare che il fischio della paralisi colpisse anche lui. -Quando ho ordinato il tuo assassinio, io temevo che avrei ucciso la gallina dalle uova d'oro ma vedi è stato per pura sorte che tu sia sopravvissuto- disse afferrando un'altra arma di metallo che subito poggiò sul petto di Tony per estrargli l'Arc, ciò che lo teneva in vita.
Stark sobbalzò dal dolore per quel gesto, era stato insopportabile ma la paralisi era ancora preso il possesso del suo corpo e per questo era ancora privo di muovere un muscolo.
Il reattore splendeva di luce propria, illuminando Tony e in particolare il sorriso malvagio di Obadiah. -Avevi un ultimo ovetto d'oro da regalarmi. Credi davvero che solo perché hai avuto un'idea, quella appartenga a te?- chiese con pieno disprezzo. -Tuo padre, lui ha aiutato a consegnarci la bomba atomica. Pensa che mondo sarebbe oggi se fosse stato un'egoista come te-.
Tirò con forza l'Arc staccando così tutti i fili che lo tenevano ancora legato all'interno del petto di Tony.
Osservò il reattore con attenzione, quasi come se fosse un diamante pregiato. -E' bellissimo. Oh Tony, questa è la tua nona sinfonia- disse accomodandosi sul divano. -Un vero capolavoro, guardalo un po'. Questo è il tuo testamento, una nuova generazione di armi che avranno questo cuore. Armi che aiuteranno a rimettere il mondo sulla strada giusta, a consegnare l'equilibrio e il potere nella mani giuste- concluse sollevandosi dal divano per poter infilare all'interno della valigetta, che si era portato dietro, l'Arc.
-Mi piacerebbe che tu potessi vedere il mio prototipo. Certo, non è molto tradizionale quanto il tuo... peccato che hai dovuto coinvolgere Elizabeth in questa storia, avrei preferito lasciarla viva- disse mentre il panico si impossessava di Tony e lui usciva dalla casa Stark.


𝐄𝐋𝐄𝐌𝐄𝐍𝐓𝐒, 𝘵𝘩𝘦 𝘭𝘰𝘴𝘵 𝘢𝘯𝘥 𝘵𝘩𝘦 𝘤𝘩𝘰𝘴𝘦𝘯.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora