21 - Hannah

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Abigail cercava di prendere sonno, ma il pensiero di Kylie abbandonata a quegli orribili mostri la terrorizzava a tal punto da non riuscire nemmeno a chiudere gli occhi. Stringeva forte il suo braccialetto verde.
Hannah aveva smesso di piangere ormai da diverso tempo, ma tremava ancora. Le sue mani non riuscivano a stare ferme e i suoi occhi erano gonfi. Hannah era sdraiata tra Jess ed Abigail su delle coperte. Il suo tremolio impediva anche a Jess di dormire.
"Hannah, stai tranquilla. Qui siamo al sicuro."
Jess lo disse sottovoce.
Hannah si rialzò.
"Finché c'è quello nei paraggi io non sto tranquilla."
Hannah indicò Isaac che era lontano una ventina di metri da loro e stava facendo da guardia imbracciando il fucile.
A quel punto anche Abigail si alzò in piedi.
"Lo lasciano stare qui con noi ed è pure armato. Dopo quello che ha fatto a Kylie? Io non ci posso credere."
Hannah era furibonda.
"Vado a fare un giro, tanto con una persona del genere nei paragaggi non riuscirei mai a prendere sonno."
Hannah fece per andarsene e Abigail la seguì. Jess le guardava stranita. Abigail si voltò prima di andare e fece cenno a Jesse di muoversi a seguirle. Jess sbuffò, ma si alzò lo stesso.
"Hannah aspetta, dove vorresti andare?"
"Lontano da qui!"
"Sì, ma dove?"
"Vado a cercare i miei genitori."
Abigail la prese per un braccio.
"Hannah calmati ok? Adesso stai esagerando. Se vuoi sfogarti allora sfogati parlandone, ma non fare cose stupide. Anche noi stiamo male per Kylie e vogliamo giustizia, ma per averla devi tranquillizzarti un attimo."
Hannah si stava dirigendo verso il pick up dove si trovavano Arnold e Ashton. Così facendo si era avvicinata a Dylan che dormiva solo su una coperta piuttosto corta.
Abigail vedendo Dylan si zittì imbarazzata e con la vista cercò un posto un po' isolato.
"Lì Hannah! Andiamo a parlare lì!"
Abigail indicò un posticino piuttosto nascosto.
Dopo quello che era successo al negozietto di Isaac, il gruppo era scappato velocemente e si era rintanato nel parcheggio di un condominio. Questo era protetto da un cancello che fortunatamente era aperto e così erano entrati facilmente con i veicoli. Dopo Fabian e Isaac lo avevano chiuso e Ash aveva parcheggiato il pick up davanti al cancello cosicché anche spingendolo non si sarebbe aperto. Dentro il pick up era rimasto di guardia Ashton, con Arnold che poco prima si era addormentato. L'altra auto, la Ford di Gwenda e Fabian, era stata sistemata davanti alla porta d'ingresso del condominio, per evitare che qualche zombie potesse provare ad uscire da lì. Dentro l'auto c'erano Alexander, Kevin, Adrian e Dominique che dormivano sui sedili posteriori, mentre Gwenda era seduta davanti di guardia. La sua faccia aveva un'espressione di terrore. Cercava di farsi forza ma la scena a cui aveva assistito poco prima l'aveva traumatizzata.
Isaac era sopra il pick up con in braccio il fucile che controllava la presenza di zombie in strada. Anche Isaac era distrutto e le lacrime continuavano a scendere dai suoi occhi. Fabian infine era vicino alla Ford intento a controllare che tutta l'area del parcheggio fosse sicura. Nella zona in cui si trovavano c'era un piccolo isolotto riparato da alcune piante che stava sul fianco destro dell'edificio. Abigail indicò a Jesse e ad Hannah di sistemarsi lì.
Jess si sedette sul muretto davanti ad alcune piante. Abigail fece lo stesso. Hannah invece rimase in piedi.
"Io non ce la faccio più!"
Hannah tratteneva a stento le lacrime.
"Lo capisco Hannah, ma devi stare tranquilla. Ci siamo io e Jesse qui con te."
Abigail scese dal muretto e le diede un abbraccio. Jess rimase in silenzio a fissarle.
"Lascia stare Abby. Non si tratta di sentirmi sola. Non ce la faccio più. Io voglio tornarmene a casa dalla mia famiglia. Voglio stare ad Aspen, non voglio più andare avanti con questa roba. Non è così che doveva andare."
Abigail le prese le mani e cercò di tranquillizzarla.
"Hannah lo so che è dura. Ma lo è per tutti noi. Ognuno di noi ha abbandonato la propria casa e la vecchia vita. Ora questa è la realtà."
Hannah guardò Jess che se ne stava seduta in silenzio con le braccia incrociate.
"Kylie è morta. Isaac l'ha uccisa. Lui è in mezzo a noi. È un assassino a piede libero e nessuno gli ha detto nulla. L'hanno messo a farci da guardia. Io non ne posso più. Non doveva finire così!"
Jess abbassò lo sguardo.
"Hannah... mia madre è morta giusto qualche giorno fa. I tuoi genitori forse sono ancora vivi. A te è rimasta ancora la speranza, a me invece non resta nemmeno quella."
Hannah si zittì e abbracciò Abigail forte. In quel momento Abigail sentì che il battito di Hannah era incredibilmente forte.
"Perdonami Jess. Io non volevo che andasse a finire così. Non so nemmeno io cosa stia accadendo..."
Jesse non capiva cosa Hannah le stesse dicendo.
Abigail allora intervenì.
"Vedi Hannah, non mi fido nemmeno io di quell'uomo... Ma tu prima hai detto di non averlo visto sparare, giusto? Probabilmente è stato un incidente... Io non riesco a creder che Kylie sia morta... Ma se Gwenda ha detto che di Isaac possiamo fidarci io credo che allora dovremmo farlo."
Hannah strinse i pugni.
"Ho visto Isaac con il fucile in mano che si scusava per aver sparato a Kylie, non mi servono altre prove. Gwenda non so cos'abbia in mente, ma di certo non sa più nemmeno lei cosa fare. Sta impazzendo, come tutti noi."
Fabian si avvicinò lentamente alle ragazze cercando di non farsi vedere, ma Jesse, che se ne stava zitta sul muretto ad osservare tutt'intorno, lo notò subito.
"Fabian che fai ci spii?"
Fabian si sorprese, ma mascherò l'imbarazzo con una risata.
"Perdonatemi, volevo solo, controllare che non vi fosse successo nulla... Hannah sta bene?"
Fabian si rivolse ad Abigail perché Hannah non lo guardava in faccia.
"Sì, aveva solo bisogno di sfogarsi."
"D'accordo."
Fabian si girò e fece per tornare indietro, ma prima di andare disse alcune parole, questa volta rivolte direttamente ad Hannah.
"Hannah, stai tranquilla. Ci sono io a fare da guardia. Non ti succederà nulla. Tu preoccupati di sopravvivere, al resto ci penserò io."
Fabian se ne andò e Hannah smise presto di piangere.
Jess scese dal muretto e le toccò una spalla.
"Hannah, va tutto bene?"
"Sì ragazze, ora sto meglio. Torniamo a dormire."
Abigail e Jesse si scambiarono uno sguardo piuttosto confuse e poi si diressero verso le loro coperte. Lì Hannah si coricò velocemente e si mise a dormire. Abigail la guardò un ultima volta con uno sguardo stranito prima di crollare in un sonno profondo.

La mattina dopo il primo a svegliarsi fu Dylan che si era addormentato con grande difficoltà. Provo ad alzarsi seppur con difficoltà. La gamba ancora gli faceva male e di certo sarebbe dovuto passare ancora molto tempo prima che potesse guarire del tutto.
Nonostante questo, Dylan si sforzava di stare in piedi ma con scarsi risultati.
"Merda! Dannato Nicholas Evans!"
"Come?"
Una voce lo fece sobbalzare.
"Cosa?"
Si guardò intorno ma vide solo Hannah, Abigail e Jess che stavano ancora dormendo.
"Sono qua su ragazzo."
Dylan alzò lo sguardo e vide Isaac con il suo barbone bianco intento a fare la guardia. I suoi occhi e il suo naso erano parecchio rossi.
Dylan lo fissò per qualche istante ma non rispose.
"Scusa ragazzo ti ho sentito parlare e volevo sapere di che si trattasse."
Dylan distolse lo sguardo. Poi d'un tratto lo riguardò di nuovo e vedendolo in quelle condizioni ne ebbe pietà. Dylan voleva bene a Kylie ed era ancora turbato dalla sua morte, ma la visione di quel vecchietto piagnucolante e visibilmente spaventato lo intenerì.
"Parlavo di Nicholas Evans. È per colpa sua che ho la gamba ridotta così."
"Capisco. Mi dispiace. E dove si trova ora questo Nicholas?"
Dylan sbuffò.
"È in un posto migliore. O forse peggiore."
Isaac abbassò il capo.
"Non dispiacerti vecchio. Lui si che meritava di morire. Era un assassino. Non come Kylie. Lei era una ragazza buona."
Isaac strinse i denti. Si mise una mano sul volto e tornò a piangere in silenzio.
Dylan si sentì in colpa. Quel vecchio dopo tutto gli sembrava innocente. Nel dubbio Dylan si allontanò ed andò a controllare Adrian e Dominique.
Appena si avvicinò all'auto la portiera si aprì.
Dylan che mezzo strisciava per il dolore sobbalzò all'indietro e picchiò il sedere sull'asfalto.
Dalla macchina uscì Gwenda.
"Ahia! Porca!"
"Non dovresti avvicinarti di soppiatto in quelle condizioni."
"Ok non c'è bisogno di prendersela così tanto. Quello ferito sono io!"
Gwenda rise e lo afferrò per un braccio aiutandolo a reggersi in piedi.
"Che succede Gwenda? Cos'è quella faccia?"
Gwenda se ne stette zitta per qualche istante poi richiuse la portiera alle sue spalle.
"Sono solo spaventata. Ieri Kylie è morta e... non lo so. È morta e non volevo che ci fossero dei morti."
"Beh questo penso che non lo volesse nessuno."
Dylan abbozzò un sorriso ma poi so accorse che Gwenda era particolarmente seria.
"Lo capisco Gwenda. Kylie e io ci conosciamo da tempo ormai. Siamo compagni di classe e una volta eravamo pure migliori amici. Sono distrutto, davvero. Ma giorni fa ho visto metà della mia scuola venir sbranata viva da quei mostri. Ormai ci dovremo fare l'abitudine in qualche modo."
Gwenda sembrava ancora più in panico.
"No! Non ci faremo l'abitudine. Le cose si sistemeranno. Questa epidemia è sicuramente sotto controllo e..."
Fabian interruppe la conversazione proprio quando Gwenda sembrava sul punto di iniziare una sfuriata.
"Gwenda calmati. Andrà tutto bene. Ora pensiamo ad andare a Denver lì saremo al sicuro."
Dylan lo guardò compiaciuto e gli sorrise.
"Dylan va a svegliare gli altri ce ne andiamo."
Dylan annuì e zoppicando si allontanò.
Fabian, rimasto solo con Gwenda, si confidò.
"Non farti prendere dal panico pure tu ora."
"Fabian le cose qui non vanno bene! Non doveva morire Kylie! È stata colpa di Adrian! Non doveva succedere tutto questo disastro!"
"Lo so. Ormai la situazione sembra fuori controllo ma se andremo a Denver sono sicuro che otterremo delle risposte."
"Quali risposte? Hai visto cos'è successo pochi giorni fa Fabian? Hanno bombardato Aspen! Probabilmente l'hanno rasa al suolo. Anche questo faceva parte del piano?"
"Gwenda calmati. Tu di solito sei quella con i nervi saldi. Ultimamente non ti riconosco più. Perché ieri hai detto quelle cose? Io avevo interrotto la questione e tu hai comunque voluto riaprirla e fare di testa tua."
"Quindi ora è colpa mia? Sei stato tu a implorarmi di tornare da te. Fosse stato per me ti avrei già lasciato tanto tempo fa. Se non mi vuoi più allora vai per la tua strada. Io non ho bisogno di te."
Gwenda si allontanò innervosita e Fabian la seguì.
"Gwenda no, aspetta un attimo!"
La loro conversazione era stata origliata da Dominique che, svegliatasi dopo l'urlo di Dylan, era rimasta ferma in silenzio nell'auto in attento ascolto.
"Gwenda sembrava davvero incazzata. La morte di Kylie deve averle fatto perdere la testa. In che senso è stato Adrian? E cosa intendeva dire con 'faceva parte del piano'?"
Nel frattempo anche tutti gli altri si erano svegliati. Arnold aveva acceso il pick up e dopo aver caricato su tutti quelli rimasti era partito seguito dalla Ford guidata da Fabian.
Il viaggio fu tranquillo per diversi minuti. Poi successe l'impensabile.
"Oddio! Oddio! Sono morti tutti!"

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