24 - Il cielo stellato

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Isaac vide una luce in mezzo a quella forte tempesta. Pensò dapprima che si trattasse di un lampo poi si voltò a destra e intuì che Abigail aveva sparato con la pistola. Prese coraggio e con difficoltà cercò di mirare agli altri mostri che si facevano sempre più vicini al veicolo.
La pioggia era così forte che a malapena riusciva a tenere aperti gli occhi.
Era pieno giorno eppure sembrava sera.
Isaac non si sentiva a suo agio con quell'arma in mano. Nonostante il giorno prima l'avesse puntata per ben due volte contro delle persone, non aveva mai avuto l'intenzione di uccidere qualcuno. Ma lo aveva fatto. Aveva ucciso una ragazza e non poteva più tornare indietro.
Isaac sparò due colpi e un altro di quegli zombie cadde sconfitto.
Ashton nel frattempo continuava a piangere cercando di aiutare Hannah a liberarsi. Fabian e Gwenda erano riusciti a liberarle le gambe, ma erano ridotte male; di certo non sarebbe stata in grado di camminate per un bel po'. Ora mancavano il busto e le braccia, ma l'impresa era ben più arda. Il bacino era completamente lacerato e il braccio destro spappolato. Quella gemeva così forte che Ashton, Gwenda e Fabian dimenticarono il rumore della tempesta.
"Ahh! Liberatemi vi prego! Aaah!"
Ashton provava imperterrito a tirarla per il braccio, ma più tirava, più il petto le si torceva e la faceva gridare di dolore. La portiera era accartocciata addosso a lei ed era difficile distinguere le due cose.
"Hannah resisti! Ti tiriamo fuori di qui promesso!"
Gwenda era sotto shock e Fabian tremava come una foglia.
Ashton piangeva ma non se ne rendeva conto.
"Vi prego! Fa male! Sto morendo! Sto morendo!"
"Sono qui Hannah! Sono qui! Non ti abbandono!"
Ashton le strinse un gamba, ma fu in quel momento che si accorse che lei non sentiva nulla.
"Hannah guardami andrà tutto bene."
Hannah aveva gli occhi fuori dalle orbite per il dolore. Girava la testa e si dimenava come una matta.
"Hannah resisti, ok? Devi farmi vedere le stelle! Sai che io sono una frana nelle costellazioni."
Per la prima volta Hannah acquistò un attimo di lucidità.
"A-Ash anche io non ci capisco nulla... mio padre è esperto di queste cose..."
Fabian e Gwenda si guardarono spaventati.
"Ash... scusa... mi dispiace per tua madre..."
Ashton era confuso e spaventato.
"Mia madre?"
Fabian afferrò Ashton per un braccio e lo spinse indietro.
"Ash devi andare! Stanno arrivando quei mostri."
"No Fabian mollami! Non abbandonerò Hannah!"
Fabian allora lo spinse così forte da farlo uscire dall'auto.
Gwenda lo guardava stupita.
"Fabian! Che cazzo fai? Lasciami..."
Fece per rientrare nel pick up ma Gwenda si mise davanti a lui.
"Ash! Abbiamo già perso un figlio! Ti prego, mettiti al sicuro. I tuoi fratelli hanno bisogno di te."
Gwenda pianse.
Ashton ricordò di quando Fabian passandosi la biglia tra le dita gli aveva promesso che gli avrebbe insegnato ad usare le armi. Per un momento il tempo si fermò finché non sentì un urlo.
"Fatti vedere!"
Gwenda si voltò sorpresa.
Ashton fece lo stesso e scorse due sagome litigare poco più avanti rispetto a loro.
I suoni diventavano sempre più confusi a causa del frastuono della pioggia e dei versi degli zombie che pian piano acquistavano sempre più terreno.
Ashton tuttavia giurò che si trattasse del fratello.
"T-tu?"
Adrian rimase un attimo imbambolato e quella fu l'occasione per il fuggitivo di liberarsi. Diede un calcio sulla caviglia ad Adrian che rotolò in terra come un sacco di patate.
Poi cercò di rialzarsi velocemente.
Adrian fu in piedi in un baleno, la rabbia lo aveva invaso.
"Perché?"
Il ragazzo si voltò e lo fissò negli occhi.
"Per che voi mi avete portato via mio fratello."
Adrian rimase senza parole.
"Chase Evans."
Chase lo guardò negli occhi.
"Non posso credere che tu abbia fatto una cosa del genere! Hannah Dahlberg, sai chi è vero?"
Chase rimase in silenzio.
"L'hai uccisa tu! Mostro!"
Chase sorrise.
"Peccato. Miravo ad uno dei tuoi fratelli."
Adrian urlò di rabbia e gli fu subito addosso.
Lo buttò a terra e iniziò a prenderlo a pugni ripetutamente. La mano gli bruciava ma la rabbia ebbe la meglio sul dolore.
"Sei... un... pezzo... di... merda..."
Adrian alternava le parole ai pugni.
Ad un tratto si sentì tirare indietro.
"Mollami!"
"Fermati Adrian!"
Ashton l'aveva bloccato.
"È stato quello stronzo ad attaccarci! Voleva ucciderci! Ash è colpa sua!"
Ashton anfora sconvolto lo trattenne con forza.
"Adrian aprì gli occhi! Guarda!"
Ashton lo girò verso le auto che si erano scontrate. Una marea di zombie aveva invaso la zona. Alcuni avevano persino raggiunto la Ford.
"Oh merda."
Chase, seppur con la faccia distrutta, si alzò urlando di dolore. Un paio di zombie erano ormai già arrivati da lui.
Adrian lo vide e desiderò vederlo venire sbranato.
Chase diede un calcio a uno di quelli che cadde a terra, poi diede uno spintone all'altro e scappò via alle loro spalle.
"Muori Chase! Muoooori!"
Adrian si dimenava come un pazzo. Ashton lo lasciò andare e lui corse verso Chase.
"Adrian! Adrian aspetta!"
Ashton guardò un'ultima volta alle sue spalle e vide la Ford accendersi. La pioggia gli impedì di capire di chi si trattasse. La macchina fece la retro e si allontanò dagli zombie.
Ashton, preso dal panico, raccolse un tubo di ferro che si era staccato dall'auto nera dopo l'impatto e corse dietro al fratello nella direzione opposta rispetto a quella della Ford.
"Adrian! Adrian fermati! Gli altri se ne stanno andando! Dobbiamo seguirli!"
Ashton non lo vedeva ma continuava a correre con il cuore in gola. La direzione in cui era andato Ashton era una stradina circondata dal alberi e siepi. Era tutta dritta e portava ad un bosco molto fitto. La pioggia impediva ad Ashton di vedere bene e l'unica cosa che sentiva erano i versi degli zombie che lo tormentavano a morte.
"Adrian! Ti prego!"
Ashton entrò nel bosco e si ritrovò due zombie davanti. Strinse il tubo con forza, lo diede in testa al primo e diede un calcio al secondo.
Quelli caddero per terra ma dopo poco si rialzarono.
Ashton ne approfittò per procedere nella ricerca del fratello.
Il cuore di Ashton batteva fortissimo. Le lacrime ormai erano state cancellate dalla pioggia, ma la sua espressione non era cambiata. Aveva paura.
Ad un certo punto inciampò in una radice e quando si rialzò vide delle sagome intorno a lui. Prese il tubo e lo agitò avanti e indietro per difendersi.
Una di queste sagome si fece più vicina e lui si preparò a colpirla.
"Ash! Sono io! Alzati prima che quelli ci raggiungano!"
Ashton si sentì sollevato perché riconobbe la voce di Adrian.
"Dobbiamo tornare indietro Adrian! Se restiamo qui moriremo!"
Adrian aveva il fiatone e respirava affannosamente.
"Non... possiamo... Sono troppi..."
Ashton si alzò velocemente, afferrò la mano di Adrian e corse in un'altra direzione.
La pioggia era molto forte e i due fratelli facevano fatica ad andare avanti.
Ashton correva trascinando con forza Adrian che, con difficoltà, cercava di tenere il passo.
Ashton sentì Adrian tirare indietro.
"Adrian! Che fai? Dobbiamo andare!"
"Ash! Là!"
Adrian indicò alla loro sinistra. C'era una casettina di legno disabitata circondata da una staccionata bianca.
Alcuni zombie erano lì intorno.
Ashton corse in quella direzione con Adrian. Diede un colpo sulla testa ad uno degli zombie, mentre Adrian saltava la staccionata. Poi la scavalcò a sua volta e si diresse verso la porta della casetta.
Fece forza, ma la maniglia non si girava.
"Merda! Andiamo!"
Ashton spingeva con tutte le sue forze. Adrian assisteva alla scena spaventato perché diversi zombie iniziavano ad avvicinarsi e qualcuno di quelli stava superando la staccionata.
"Ash, muoviti ti prego! Stanno arrivando! Sbrigati!"
"Non si apre!"
Ashton si arrese e si allontanò dalla porta.
"Che fai Ash? Sei impazzito?!"
Quando Ashton fu lontano abbastanza corse di velocità contro la porta e sferrò contro quella un calcio. La porta si aprì spalancata.
"Forza entriamo veloce!"
Adrian entrò per primo e Ashton richiuse la porta alle sue spalle. Entrato in casa Adrian andò subito a cercare qualcosa di pesante e trovò una libreria. La spinse con ferocia contro la porta con l'aiuto di Ashton.
Subito dopo Adrian si buttò a terra respirando con la bocca aperta.
Anche Ashton si sedette a terra.
I due fratelli rimasero a fissarsi per qualche minuto in silenzio. Poi Adrian si avvicinò ad Ashton senza dire nulla. Lui lo guardò e poi lo strinse tra le sue braccia. Adrian dapprima cercò di respingerlo poi si abbandonò all'abbraccio singhiozzando.
Quella era la prima volta dopo tanto tempo che Ashton lo vedeva piangere.
Restarono così per diverso tempo.

2 anni prima
Ashton sistemò la valigia sul suo letto. Inserì le ultime cose e poi la richiuse.
"Ecco fatto, è tutto pronto."
Ashton guardò un'ultima volta camera sua e gli si strinse il cuore.
La porta alle sue spalle si aprì.
Adrian camminò verso di lui stringendo tra le mani una maglietta.
"Ti avevo detto di prenderla ancora ieri sera."
Ashton lo guardò con tenerezza.
"Puoi tenerla, tanto non la uso più."
Adrian alzò le spalle e fece per uscire dalla stanza.
"Quando tornerai?"
Adrian si fermò sulla soglia della porta di spalle e parlò con una voce gelida.
"Tornerò non prima dell'estate."
Adrian abbassò la testa e fissò il pavimento.
"Quindi non sarai a casa per il mio compleanno."
Ashton rimase in silenzio qualche istante.
"Te l'ho detto. Prima dell'estate è difficile che io riesca ad essere a casa."
Adrian rimase fermo ancora qualche istante.
"Ti prometto però che quando tornerò lo festeggeremo comunque. Quest'anno sono diciassette no? Ti prenderò un bel regalo vedrai!"
Adrian continuò a tenere la testa abbassata.
"Quindi questo sarà il mio primo compleanno senza la mamma e senza di te?"
Ashton sentì come un pugno nello stomaco.
"N-non intendevo..."
Non riuscì a finire la frase.
Adrian pianse in silenzio.
Ashton si avvicinò a lui e gli mise una mano sulla spalla. Lui la respinse schifato.
"Adrian, non fare così ti prego. Ti prometto che telefonerò e ci sentiremo spesso."
Adrian scosse la testa.
"Non si tratta di questo."
Ashton si sentì il cuore a pezzi.
"Non è passato nemmeno un mese dalla morte della mamma. Proprio ora devi andartene?"
Ashton lo abbracciò nonostante lui facesse resistenza.
"Adrian ti voglio bene e per te ci sarò sempre. Non dimenticarlo mai. Darei la mia stessa vita per te."
Adrian si liberò dall'abbraccio.
"Allora resta!"
Ashton scosse il capo e Adrian corse via verso la sua stanza.
Ashton, rimasto solo, prese la valigia e iniziò a trasportarla fuori mentre una piccola lacrima bagnava il suo viso.
Ashton la notò passando davanti allo specchio nel corridoio e la asciugò velocemente.
Poi riprese a camminare verso l'uscita.

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