Capitolo 12

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<Matti ti prego parliamo> disse Christian dietro la porta chiusa, mentre vi sbatteva delicatamente la mano sopra. Il biondo dall'altra parte era investito dalle mille emozioni che stava provando, al solo sentire quella voce. Non erano stati nove giorni facili, sapeva che Christian comunque continuasse a pagare ma per poco Raimondo non gli faceva ricominciare ad avere appuntamenti con altre persone. In più il dolore quando il moro gli si era buttato addosso e le parole usate l'avevano gettato in un vortice di sofferenza per la resistenza a quel dolore, alle ferite e all'offesa subita, tanto da farlo stare ancora malissimo. Si era sentito tradito dalla persona che amava di più sulla faccia della terra, ancora. E si sentiva stupido perchè Cosmary l'aveva avvertito ma lui si era fatto abbindolare.

<Dai Matti ti prego apri> continuava il più grande fuori la stanza. < Non ti voglio vedere, che c'è, sei venuto a concludere quello che stavi facendo la volta scorsa?> rispose il biondo tentando di farla sembrare il più arrabbiata possibile, rincarò la dose <Mi fai schifo. Te lo giuro Christian non-> la voce gli si incrinò, un respiro per controllare le prime lacrime che annebbiavano la vista <non pensavo che potessi deludermi così tanto> concluse, appoggiandosi a braccia incrociate con le spalle attaccate alla porta.

Christian dall'altra parte era sconsolato, appoggiò la testa alla porta, abbandonandosi ad essa. <Mattia ti scongiuro, fammi entrare. Ti sto lontano, non ti sfioro nemmeno, ma devi sapere la verità> un sussurro, che l'altro riuscì comunque a sentire. <Quale verità?> iniziò ad agitarsi <Quella che non sei così diverso dagli altri, vero? Volevi solo> una pausa <comprarmi con tutte le parole e le promesse> una goccia salata inesorabilmente cadde dal suo occhio. Solo pensare quelle cose era un dolore al petto che toglieva il respiro. E lo stesso dolore era sentirle. <Matti, ti prego. Non dubitare mai di quello che ho fatto per te. Io ti-> amo. -No non poteva dirglielo in quel momento- Io ti <voglio veramente tanto bene, non c'erano secondi fini e il solo sentire che tu possa pensare ad una cosa del genere mi distrugge di dolore>.

<Non è niente in confronto>. Il cuore di Christian accusò un colpo. E non fu il primo perchè quello che il biondo gli disse dopo fu ancora peggio <Ma poi perchè sto parlando, sono solo una puttana no?> e gli aprì la porta. <Vieni allora, accomodati>.

Christian venne invaso dai sensi di colpa, l'altro era in piena crisi, non sapeva che fare. I suoi stessi sentimenti erano fuori controllo, voleva così tanto scusarsi e spiegare, ma allo stesso tempo sapeva che in quel frangente aveva un muro di cristallo davanti a sé, e che seppur invalicabile da un momento all'altro poteva sgretolarsi. <..... accomodati anche tu> concluse Mattia iniziando a piangere, nascondendo il viso con le mani e accucciandosi vicino un piede del letto.

Christian finalmente riuscì ad entrare nella stanza e si precipitò verso il biondo per poterlo consolare. <No Matti, ti prego non piangere> la voce preoccupata. L'altro appena sentì che il moro stesse per toccarlo, alzò il volto e con rabbia gli disse che non doveva minimamente avvicinarsi. <Va bene, va bene, volevo solo abbracciarti> rispose il più grande alzando le mani e facendo dei passi indietro verso la porta. Ci furono minuti interminabili di silenzio, nei quali entrambi erano due statue di ghiaccio, entrambi con la testa bassa e la mente nei propri pensieri. Poi il più piccolo sferzò le sue parole nell'aria, piene di risentimento. <Io non lo capisco ti giuro, non lo capisco proprio> mentre scuoteva la testa <Un giorno sei la persona più dolce del mondo e- e il giorno dopo non solo mi stai per fare un danno atroce ma poi te ne esci dicendo che non sono più niente>. <Non è vero Matti, sei importantissimo per me>.

Christian gli si avvicinò piano piano, come fa un cucciolo quando è spaventato da quello che ha avanti, e il moro era terribilmente spaventato di poter distruggere il piccolo davanti a sé anche solo avvicinandosi <Importante? No, non lo sono. E non ce la faccio a capire-- tutte le belle parole, tutti i gesti -dove sono finiti eh?>.

La Casa delle Rose   -Zenzonelli / MatianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora