Neshka Oldwin ricevette la notizia del misterioso omicidio di suo marito solo qualche ora dopo. Dopo aver trovato il corpo di Joseph, Anna non aveva pensato a nessuna conseguenza ed era corsa a chiamare la polizia e i soccorsi. Anna Wesley, insegnante di letteratura al liceo di Rocher, era stata però interrogata a lungo nel proprio appartamento e dopo aver ascoltato la sua testimonianza per almeno un'ora, la polizia aveva compreso che ci fosse qualcosa di molto strano nel resoconto della donna. Per molti agenti che stavano curando il caso, la donna era una bugiarda e la sua versione dei fatti non riusciva a convincere i delegati. Lei sosteneva di aver lasciato Joseph Oldwin, suo amante, nella loro camera da letto con lui in procinto di recarsi in bagno e di essere uscita in soggiorno per guardare la tv. In seguito, a distanza di pochi minuti, l'attenzione di Anna era stata richiamata dal flusso di acqua misto a sangue proveniente dalla camera da letto. Era entrata in preda ad un attacco di panico e aveva visto una scena abnorme palesarsi proprio dinanzi a lei: il suo amato Joseph era riverso a terra, con il cranio fracassato, sangue ovunque a decorargli il corpo esanime e lo specchio del bagno era frantumato centralmente, come se qualcuno avesse spinto Joseph con tutta la forza contro il vetro. Non riusciva a spiegarsi come fosse possibile e durante l'interrogatorio in centrale aveva aggiunto che era solita lasciare la finestra del bagno aperta per tutto il giorno: aveva poi ipotizzato che qualcuno fosse entrato dalla stessa, risalendo attraverso la scala di emergenza del piano inferiore. Plausibile, se non fosse che non c'erano tracce di quanto sostenesse la donna. Nessuna impronta, nessun rumore sospetto udito dai vicini, nessun arma usata, nessuna traccia di effetti personali, nessuno strano figuro che si agitava fra le finestre dei palazzi. Tutto era incerto, se non per una cosa: secondo la polizia Anna Wesley aveva ucciso barbaramente Joseph Oldwin. Era la sua amante, probabilmente ambiva ad essere la sua donna in tutto e per tutto e chissà, forse avevano avuto qualche litigio, forse lui non la vedeva in un altro ruolo, se non quella della ragazzina dolce e sensibile capace di alleviargli lo stress. La donna, secondo la ricostruzione, in qualche modo si era liberata del sangue e aveva tentato di scagionarsi, ma chi altri poteva aver fatto una cosa del genere in un appartamento ermeticamente chiuso dall'interno? Ci sarebbe voluto un mostro o qualcosa del genere, ma la polizia sapeva che era impossibile.
O forse no.
Quando Neshka, in mattinata, ebbe modo di leggere i giornali, non si stupì della relazione clandestina di suo marito. Era evidente che avesse un'altra donna. Entrambi sapevano di sapere, ma semplicemente facevano finta di non provare nemmeno a capire. Lei aveva trovato dei messaggi sospetti sul cellulare di lui qualche tempo prima e non gliene aveva mai parlato. Aveva assunto un investigatore privato per pedinarlo e l'agenzia le aveva portato le prove con tanto di foto. Una donna comune avrebbe reagito cacciando Joseph a calci nel sedere, ma Neshka non fece nulla. Si limitò a ritirare le foto, pagare l'investigatore, confermarlo per altri incarichi e conservare la documentazione nel proprio ufficio. Forse perché non le interessava più Joseph come marito, forse perché in una coppia all'interno della quale non esiste passione, non esiste nemmeno la gelosia. Non riusciva a focalizzare, voleva solo tornare al lavoro al più presto. Le dispiaceva che suo marito fosse morto. Per quanto si fossero distanziati, c'era comunque un sano rapporto di convivenza ed era furiosa con quella puttanella con cui aveva avuto una relazione. Neshka indossò una giacca in pelle che ne fasciava il seno piccolo e rotondo, un paio di jeans attillati e un casco enorme per nascondere le fattezze. A colazione aveva dovuto consolare le sue bambine: Maddie e Falka. Erano così diverse! Maddie era un fiume in piena: polemica, triste, dalla scomparsa di Lewis non aveva fatto altro che disperarsi per suo fratello e ora stava facendo la stessa cosa per suo padre. E aveva ragione, il suo era un comportamento normale. La preoccupava Falka. Quest'ultima non aveva avuto reazioni dopo l'omicidio di Lewis e non ne aveva avuto nemmeno dopo quello di suo padre. Fissava il vuoto, in silenzio. E si limitava a costernarsi verbalmente con frasi fatte che sapevano di nulla. Non sapeva come leggerla: se come una specie di chiusura psicologica in sé stessa o come una blanda psicopatia. Decise di lasciare le figlie alle donne di servizio che si occupavano dell'abitazione, come faceva sempre. Prese la moto di suo marito in garage e infilò il casco che la rendeva irriconoscibile, poi filò via con il rombo del motore a farle da richiamo. Avrebbe fatto tardi al suo appuntamento.
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L'uomo nello specchio
HorrorNella piccola cittadina di Rocher tutti ammirano la ricca famiglia Oldwin e tutti desiderano Lewis, il giovanissimo rampollo dai capelli rossi e dagli occhi di ghiaccio. Ma nessuno sa cosa si celi in lui e nessuno immagina la tremenda oscurità che n...