Capitolo 5 | Il dialogo che cambia le cose

17 4 0
                                    

Rocher, tre giorni prima dell'omicidio di Lewis Oldwin.

Il sole filtrava attraverso le tende, ma i suoi raggi erano lievi e tiepidi e Falka Oldwin non amava che la sua stanza non fosse invasa dal sole. Il buio la turbava. La sua personalità si scontrava con il suo aspetto. All'apparenza Falka, di soli quattordici anni, era una bella ragazza bionda dotata di lineamenti spigolosi e aguzzi, ma perfettamente armonici con quelli di sua madre Neshka. Quando Falka guardava la propria immagine riflessa allo specchio poteva intravedere dei bei occhi azzurri, una chioma del colore del grano rigoglioso e sottili labbra simili a schizzi sulla tela di un artista. Ma Falka curava molto più la sua cultura, che il suo aspetto. A dispetto di quanto le sue coetanee volessero comunicare, a lei non importava di crescere o di voler sembrare più grande. Non si era mai truccata in vita sua, non aveva mai indossato abiti audaci nonostante fosse dotata di un fisico snello e aggraziato e non era mai andata ad una singola festa, nemmeno quelle di compleanno, a cui era stata invitata. Indossava sempre i soliti vestiti: una t-shirt monocolore a cui abbinava un paio di pantaloni in cotone e una giacchetta di pelle. Sempre lo stesso modo di porsi, perché sosteneva di non voler dedicare troppo tempo a come apparire all'esterno, se prima non avesse curato il suo interno.

Falka si rifugiava. Spesso in degli oggetti, che proseguiva a fissare per ore e ore pensando chissà cosa. Quando aveva cinque anni, una volta, si innamorò di un carillon in un vecchio negozio di Rocher. Nel carillon una piccola danzatrice ruotava su se stessa mentre una melodia di Beethoven accompagnava il movimento. Banale, semplice, eppure Falka si era innamorata di quella scatolina in ceramica dal valore esiguo e aveva osservato quel carillon così tanto che aveva indotto Neshka e Joseph a prenderglielo. I suoi genitori gliel'avevano comprato e lei aveva fissato lo stesso carillon con lo stesso movimento per una settimana intera. Aveva poi passato intere giornate a guardarlo, a far sì che la musica di Beethoven le risuonasse nell'orecchio e i suoi erano quasi esasperati, anche preoccupati del fatto che la loro bambina potesse soffrire di un particolare disturbo legato all'attenzione o alla semplice focalizzazione. E invece Falka non aveva grossi problemi nella vita di tutti i giorni: all'età di nove anni sapeva parlare fluentemente cinque lingue: inglese, italiano, spagnolo, mandarino e portoghese. A scuola non aveva mai dato problemi con gli insegnanti, risultando eccellente in quasi tutte le materie, ad eccezione delle scienze, che stando a quanto aveva candidamente confessato ai professori, l'annoiavano. Falka aveva un altro rifugio nella letteratura: la sua stanza era stracolma di libri accatastati, ammucchiati su sedie, tavolini e mensole. Libri di tutti i tipi, di autori inglesi e spagnoli, letteratura italiana antica e orientale, romanzi classici e moderni: non importava la dimensione del tomo o il suo contenuto, Falka si comportava come un frullatore con il cibo. Inseriva i libri nella sua testa e li frullava leggendoli per poi rielaborarli a modo loro. In quel preciso istante era sdraiata sul letto e teneva fra le mani un volume in edizione limitata di Moby Dick. La porta della sua camera si aprì e comparve Lewis. Era bellissimo e ne rimase quasi affascinata, una volta che egli ebbe fatto il proprio ingresso. Le si parò di fronte con le mani giunte e lei lo osservò per qualche secondo: il volto aveva gli stessi lineamenti che riconosceva in sua madre e in lei stessa, ma su Lewis spiccava la mascella perfettamente allineata, gli occhi di un azzurro più cristallino, un naso leggermente aquilino che gli donava personalità, guance scarne ma idonee al volto e soprattutto capelli di un biondo più chiaro che si estendevano fino alla metà del collo. Indossava una camicia bianca e un pantalone blu e stava benissimo. Non appena lo vide, Falka capì che avrebbero affrontato quell'argomento.

Dieci minuti dopo, lui era seduto dinanzi a lei sul letto e le stava spiegando gli ultimi dettagli.

«Lo devo fare, ormai ho deciso».

«Non sei mica obbligato» le rispose lei. «Questo vuol dire immischiarsi in una questione vecchia, perché non ti godi la vita?».

«Falka, io e te siamo diversi da Maddie. Vedi, lei è esattamente come mamma e papà, non pensa alle conseguenze. Vive nel lusso cercando di comprare le persone. Ma io e te, sorellina, non abbiamo bisogno di tutto questo».

L'uomo nello specchioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora