America? Uomo In Nero?

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Porsche Pov

La chiave girò nella serratura rumorosa, l'odore di spezie e qualcosa di non identificabile lo avvolse, a quanto Porchay aveva davvero dato vita a un piatto di chissà dove. 

Il viso sorridente di Pete si affacciò sul piccolo corridoio << Dov'eri finito? >>. 

Porsche abbandono le scarpe all'entrata asserendo divertito << Pete non puoi immaginare cosa mi è accaduto >>.

L'amico gli lanciò un occhiata confusa prima di affermare << Racconta >>.

Porsche stava per riassumere l'incontro con il pazzoide ma fu bloccato da un piccolo urletto dalla cucina <<P'Pete aiuto >>.

Porchay uscì pieno di farina dalla cucina tossendo << Non capisco dove ho sbagliato >> piagnucolo.

Il fratello maggiore scoppiò a ridere mentre fissava il minore disperato, quel ragazzino era davvero senza speranza << Che hai combinato questa volta, moccioso? >> lo scherni avvicinandosi per pulire un po' di farina dalla frangia.

Il più giovane fece una smorfia offeso << Non è colpa mia, ho seguito la ricetta >> e aggiunse rivolgendo gli occhioni da cucciolo all'altro ragazzo << P'Pete che devo fare? >>.

Il suo migliore amico sorrise debolmente prima di dirigersi in cucina per risolvere il casino.

<< Pete smettila di viziarlo, se rimedi sempre ad ogni suo errore non imparerà mai >> urlò all'amico seguendolo.

Pete prese l'impasto gelatinoso sbuffando << Lasciò a te il compito di rimproverarlo >> e si mise a ripulire il casino rimasto  << Vai a cambiarti, la cena sarà pronta a minuti >>.

A quelle parola Porsche fece un mezzo sorriso, notando che Pete tirava fuori dal forno qualcosa di simile ad uno sformato, ovviamente il suo migliore amico aveva un piano B, non ne era sorpreso, Pete rimediava anche ai suoi casini...

Kinn Pov

Kinn aveva solo due certezze nella sua caotica vita, la prima era di essere gay, la seconda era che qualsiasi cosa gli accadesse fosse opera di Vegas.

Lui e suo cugino vivevano in una continua competizione sin da quando ne avesse memoria, non importava quale fosse il motivo o il campo, nessuno dei due accettava di perdere contro l'altro.

Ricordava vagamente quando a dodici anni entrambi si affrontarono a colpi di colla vinilica e collage per la classe di arte, fu un disastro che costo ad entrambi l'espulsione dal corso, beh forse dare fuoco alla creazione di Vegas non era stata una pensata geniale, in sua difesa aveva iniziato il cugino rovesciando 'per sbaglio' la pittura sul suo bellissimo collage. 

E inoltre all'epoca era ancora molto giovane e impulsivo, con il tempo i suoi metodi erano migliorati, infondo l'ultima volta che aveva dato fuoco a qualcosa di Vegas era stato tre anni prima accertandosi di non essere scoperto, come ho detto era maturato almeno in parte.

Sfoggiò il suo miglior sorriso vittorioso sedendosi al tavolo dove suo cugino stava consumando la cena rigorosamente da solo, si beò con piacere della smorfia seccata che apparve per qualche millisecondo sul volto dell'altro prima di essere sostituita dalla solita maschera di noia e strafottenza.

<< Kinn ma che piacere vederti >> lo saluto con voce piatta.

<< Devo dire che stai perdendo di inventiva, cugino >> lo derise incrociando le braccia al petto compiaciuto.

Vegas poso pigramente lo sguardo su di lui e alzando un sopracciglio chiese << Cosa? >>.

<< Il tuo sottoposto, un certo Jom, è stato davvero pessimo nello svolgere il suo lavoro >> e aggiunse vittorioso << Ho già fatto firmare il contratto al cliente che è risultato molto colpito dal mio lavoro >>.

<< Intendi il contratto per l'illuminazione della zona est? >> chiese Vegas inclinando la testa divertito.

Kinn annuì mantenendo il suo sorriso splendente e vittorioso.

<< Non vorrei sgonfiare il tuo ego ma ieri ho concluso un contratto per illuminare la Redang Island >> ammise con finta modestia e aggiunse << Cugino credo di averti battuto stavolta >>.

Kinn socchiuse gli occhi a due fessure e chiese << Allora per quale motivo hai mandato quel Jom a sabotare la serata? >>.

Vegas rise leggermente << Non so di chi tu stia parlando >> e avvicinandosi come se volesse rivelargli un segreto imbarazzante sussurro << Non sono stato io stavolta >>.

Kinn fece una smorfia irritato << Il tizio mi ha detto che lavorava per te >>.

Il cugino rispose semplicemente << Ti ha mentito >>.

<< Le devo portare qualcosa? >> chiese gentile un cameriere avvicinandosi a loro. 

Kinn annuì leggermente << Solo un bicchiere >>.

Vegas lo interruppe asserendo << Portagli anche qualcosa da mangiare >> e aggiunse pacato << Allora chi è questo tizio? E cosa mai ti avrebbe fatto? >>.

Un bicchiere pulito fu velocemente appoggiato sul tavolo accompagnato dalle posate e un tovagliolo. << Mi ha lanciato addosso un cocco >> rispose Kinn sbuffando.

L'altro uomo per poco non si strozzo con il vino che stava pigramente sorseggiando << Ti ha colpito con un cocco? Intendi il frutto? >>.

Il cugino alzò gli occhi al cielo prima di rispondere un seccato << Si >>. 

<< Pensavi davvero che questo strampalato evento fosse stato architettato da me? >> osservò quasi indignato Vegas e aggiunse << Mi conosci da tutta la vita, cugino, ti pare che potrei mettere in atto un piano così rozzo? >>.

<< Forse eri a corto di idee >> provò a giustificarsi l'altro poco convinto.

Porsche Pov

<< Hai davvero lanciato un cocco addosso ad un folle? >> asserì preoccupato Porchay mentre Pete rideva a crepapelle in sottofondo.

<< Detta così suona male >> ammise Porsche facendo una smorfia.

<< Come fai ad essere così tranquillo? E se si fosse convinto che tu sia una qualche specie di spia americana mandata per far crollare il nostro governo? Potrebbe cercare di ucciderti o peggio. >> rivelo allarmato il minore.

<< Non credo che l'America sia interessata al governo già disastrato del nostro paese >> ammise pacato Pete.

<< Smettila di vedere film sullo spionaggio, ne abbiamo già parlato, nessun uomo vestito di nero busserà alla nostra porta per farci il lavaggio del cervello >> lo ammoni divertito Porsche.

Il fratellino ribatte sbuffando << Intanto so come rendere un cucchiaio un'arma mortale >>.

Porsche si scambio un breve occhiata d'intesa con Pete << Lo sai fare tu o Pete? >>.

Porchay incrocio le braccia al petto offeso << Piccolezze >>. 

<< Su su finitela >> li rimproverò bonariamente l'altro giovane e aggiunse raccogliendo i piatti lasciati distrattamente sul tavolo << Domani hai scuola ragazzino vai a letto >>.

Il più piccolo mormoro qualche protesta silenziosa prima di lasciare la stanza sbuffando sonoramente.

<< Drammatico come il fratello >> asserì Pete dando un leggero calcio allo stinco dell'amico.

<< Arm ha detto che domani non riesce a venire, si è preso l'influenza, puoi coprire il suo turno? >> chiese Porsche sfoggiando i suoi occhioni da cucciolo indifeso.

<< Non posso, domani mattina sono con mia sorella >> rivelo Pete a mezza voce.

Porsche dovette sforzarsi per sentire l'intera frase dato che l'acqua del rubinetto sovrastava in parte le parole << Jii è tornata? >>.

Un leggero movimento della chioma scura fu l'unica risposta che ottenne, non che si aspettasse altro, Pete non amava parlare della sua famiglia.

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