Lilith
" Tra tutti gli animali l'uomo
è il più il più crudele. È l'unico
a infliggere dolore per il
piacere di farlo"
Mark TwainDue volte all' anno, un paio di allenatori erano costretti ad andare alla scuola elementare per parlare di quello che facevamo e di quello che avevamo passato, ovviamente solo in maniera positiva.
La prima volta che l' avevo fatto per poco non mi ero messa a piangere davanti a quei bambini che ci vedevano come degli eroi, come dei salvatori senza macchia.
La realtà, però era che eravamo pieni di macchie, che non riuscivamo neanche a dormire la notte per colpa degli incubi sempre presenti, che non riuscivamo nemmeno a guardarci allo specchio per quanto odio provavamo verso noi stessi e che ci erano voluti mesi prima di avere il coraggio di riprendere un'arma in mano.
Se avessero saputo tutte queste cose non ci avrebbero più guardato con ammirazione.
Quell' anno eravamo stati scelti io e Khaos per andare a fare propaganda.
Mentre andavamo con un blindato verso la scuola continuavo a vedere, attaccati ai muri, cartelloni che mostravano una guerra che nessuno di noi aveva mai visto, una guerra felice e soprattutto facile.
Khaos era alla guida ed era chiaramente nervoso. Tutti noi odiavamo farlo, dover fingere di essere felici, convincerli che uccidere fosse giusto.
<<Solo un'ora>> non ero mai stata capace di tranquillizzare le persone e questa frase ne era la prova.
<<Un'ora che gli cambierà la vita>> mi abbaiò contro. Forse sarebbe stato meglio se fossi rimasta in silenzio. Si, sarebbe stato decisamente meglio.
<<Scusa, cercavo solo di allentare la tensione>> mi giustificai.
<<No, scusa tu sono solo arrabbiato>>
<<Non piace neppure a me questa situazione, ma lo sai cosa succede se ci rifiutiamo di farlo>> purtroppo lo sapevamo tutti fin troppo bene.
<<Lo so>>
Se c'era una cosa che avevo capito fin da piccola era che se non volevi che facessero del male a te o alla tua famiglia era meglio stare in silenzio e obbedire.
In tante occasione avrei voluto ribattere e dire la mia, ma avendo visto le conseguenze che comportava quel gesto mi ero sempre fatta andare bene tutto obbedendo senza fiatare. Forse questo mi definiva una bugiarda, ma quando hai otto anni e ti puntano una pistola alla tempia fai tutto quello che vogliono.
Dopo aver parcheggiato venimmo accolti da una signora sulla cinquantina, con degli occhiali neri che gli scendevano continuamente sul naso dritto e all' ingiù. I capelli erano corti e castani scuro e gli occhi da quanto erano scuri sembravano quasi neri. Portava una gonna nera che gli arrivava sopra il ginocchio e una camicetta bianca aderente.
<<Benvenuti io sono sono Sveva, seguitemi>> dopo essersi presentata ci accompagnò fino all'atrio dove erano riuniti tutti i bambini.
Prima di cominciare a parlare sussurrai all' orecchio di Khaos: <<Sei pronto?>> dopo aver detto quella frase mi resi conto che fosse la cosa più stupida che potessi domandare in quella situazione.
<<Tu?>> rigirò la domanda.
<<No>>
<<Nemmeno io>>
Poi feci un profondo respiro e cominciai.
<<Ciao a tutti io sono Lilith e lui è Khaos>> tutti quei bambini erano tutti così piccoli e innocenti <<Oggi siamo venuti qui per rispondere a tutte le vostre domande su quello che facciamo, immagino che i vostri docenti vi abbiano già accennato qualcosa>>
<<Com'è uccidere qualcuno?>> sicuramente non mi aspettavo quella domanda.
Guardai Khaos e dopo aver capito che non avrebbe risposto lui a quello domanda risposi io.
<<Ti da una sensazione di potenza assoluta, all' inizio sembra bello, ma è il dopo il problema. Uccidere è sbagliato e non è mai una soluzione>>
<<Allora perché voi lo fate?>> come facevo a spiegare ad un bambino che uccidere era sbagliato, ma che la guerra era giusta?
<<Noi siamo costretti, o noi o loro>> sia io che Khaos eravamo consapevoli che la risposta che avevo rifilato a quel bambino era una bugia, ma non potevo fare altrimenti.
Mi era successo più volte di uccidere persone che non c'entravano niente con quel mondo.
Uno volta un uomo che stavamo torturando per avere delle informazioni aveva deciso di tenere la bocca chiusa e di non parlare, così il direttore prelevò la sua famiglia e mi costrinse a torturare suo figlio per farlo parlare. Le urla di quel povero bambino popolavano ogni notte i miei incubi.
Per un' ora intera rispondemmo alle mille domande di quei bambini sulle armi, torture, esercizi ecc.
Avevano otto anni e pensavano che uccidere fosse bello, questo faceva riflettere molto sul mondo in cui vivevamo.
Quando arrivammo nel parcheggio del campo di addestramento e capii che il mio migliore amico stava per esplodere gli restai accanto e lo lasciai fare.
<<Hanno otto anni, otto Lilith!>> urlò.
<<Sono troppo piccoli per tutto questo>> concordai.
<<Lo siamo tutti, ci hanno fatto un sacco di promesse, tipo quella saremmo stati liberi ritornati dalla guerra e invece erano tutte cazzate!>> continuò ad urlare. Lo avevo visto così arrabbiato poche volte e non era mai un bene <<Io non ne posso più Lilith, Ho un fratello di sei anni che posso vedere solo due volte all' anno, due cazzo! Nelle lettere che mi manda mi implora di andarlo a trovare, pensa che io non gli voglia più bene! Mi avevano promesso la libertà e io stupido a crederci! Tu hai dovuto uccidere quella donna solo perché nessuno ha alzato un cazzo di dito per aiutarti, pensavi che dopo saresti stata meglio e invece ti hanno trascinata qua! Pensi che non sappia quello che ti fai per punirti o quello che hai dovuto passare da piccola?!>>
Nessuno mi aveva aiutata da piccola perché volevano farmi diventare un'assassina e avere qualcosa per minacciarmi.
Quando capii e che si era sfogato e vidi i suoi occhi diventare lucidi mi avvicinai e l' abbracciai più forte che potevo <<Anche io non ne posso più, ma supereremo tutto questo insieme. Loro vogliono abbatterti, farti crollare, non permettergli di vincere. Sono certa che tuo fratello sia fiero di te e che sappia quanto tu gli voglia bene>>lo guardai negli occhi e gli asciugai le lacrime.
TW/ SHQuando entrai in casa corsi immediatamente in bagno e feci l' unica cosa che mi faceva provare qualcosa, l'unica cosa che mi dava un senso di pace assoluta e che era in grado di zittire quelle voci nella testa.
Mentre giacevo seduta sul pavimento freddo e sporco del mio bagno, con un sorriso stampato in volto mentre guardavo un punto indefinito davanti a me, vidi tutti i volti delle persone che avevo torturato e ucciso, vidi le mie mani sporche di sangue altrui, sentii le loro urla che continuavano a pregarmi di smetterla, di fermarmi.
Note autrice:
Cosa ne pensate di questo capitolo?
Come avete notato, ogni volta che saranno presenti delle scene che potrebbero disturbare qualche persona metterò il TW.
Nei prossimi capitoli approfondirò il personaggio di Lilith e il suo passato. Preparatevi mentalmente🙃
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Insieme nell'oscurità
RomanceLilith ha solo diciassette anni ha già conosciuto l'inferno. Tutto quello che ama gli viene tolto e l'unica volta si è concessa di credere nell'amore è stata delusa. Nicholas è sempre vissuto in una prigione creata dagli altri e da se stesso. Quand...