Capitolo 14

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                                    Lilith

"Resisti, quando in te non c'è niente, tranne la tua volontà che dice 'Resisti'".
Rudyard Kipling

Quando abitavo ancora con mia madre, il pasto dovevo consumarlo in un rigoroso silenzio, stando attenta a non far cadere le posate a terra o a masticare rumorosamente.

Nonostante i brutti ricordi che avevo correlati al cibo, amavo mangiare. Era l'unico momento della giornata in cui non venivo disturbata.

Era raro che mangiassi in mensa, con tutti gli altri, di solito rubavo il cibo e lo portavo in casa. Mangiavo in compagnia solo quando ero obbligata o per occasioni importanti.

I miei amici erano a conoscenza di questa mia "fissazione", infatti quando dovevano chiedermi qualcosa aspettavano sempre che io avessi finito. Per questo, quando vidi Leila, Erden e Khaos spalancare la porta e entrare in casa mia, nel mezzo della colazione, mi stupii.

<<Che ci fate qui?>> chiesi curiosa e infastidita allo stesso tempo.

<<Chiedilo a Khaos>> disse Erden, prendendo un bicchiere di vetro e versandoci dell'acqua. Guardai Khaos in cerca di risposte.

<<Ho fatto una cazzata>> disse Khaos, cominciando a sfregare le mani sul viso in un gesto disperato.

<<Sai che novità>> disse Leila scherzando.

<<Avete presente Khalida>> chiese il mio migliore amico. Tutti noi annuimmo.

Khaos cominciò a raccontarci di lei, della loro amicizia e di cosa fosse successo quel giorno. Restammo in silenzio per cercare di capire meglio il discorso confuso e veloce di Khaos. Quando ebbe finito di raccontare prese un lungo respiro a causa del lungo discorso appena fatto.

<<Gli piaci>> decisi di parlare per prima.

Mi aveva raccontato più volte dell'esistenza di una ragazza e di come lui ne fosse innamorato, ma non avevo idea di chi fosse fino a quel momento. Quando avevo visto il mondo in cui la guardava, avevo pensato che gli piacesse fisicamente, ma non mi sarei mai aspettata tutto questo.

<<Se gli fossi piaciuto mi avrebbe scritto in questi anni>> come faceva a non arrivarci?

<<E tu saresti potuto andare a trovarla>> intervenì Leila in mio aiuto.

Il mio migliore sembrò capire, lentamente, che molto probabilmente la ragazza di cui era innamorato da quando aveva quindici anni ricambiava i suoi sentimenti e che non si era dimenticato di lui come aveva pensato.

<<Anche se lei ricambiasse i miei sentimenti, sappiamo tutti cosa accadrà tra meno di un anno>> disse guardando il vuoto con una espressione improvvisamente triste.

Non gli avrei permesso di negarsi una cosa così bella come l'amore, lui era colui che mi aveva dato la forza di combattere, colui che mi aveva fatto sorridere nei momenti più difficili della mia vita, si meritava di essere felice.

<<Il tatuaggio>> gli ricordai del tatuaggio che ci eravamo fatti insieme anni prima<<Puoi passare quest'anno con la persona che ami o passarlo a chiederti cosa sarebbe accaduto se gli avessi rivelato i tuoi sentimenti>> lui venne verso di me e mi abbracciò.

<<Grazie>> mi sussurrò all'orecchio. Dopo esserci sciolti dall'abbraccio salutò gli altri e andò verso la porta.

Dopo che Khaos se ne fu andato, chiudendosi la porta alle spalle, mi girai verso Erden che mi fissava con una faccia stupita << Da quanto sei diventata così saggia?>> mi chiese sorridendo.

<<Io sono la più saggia del gruppo, siete solo invidiosi >> mi portai i capelli dietro la spalla con una finta aria altezzosa. Amavo i momenti dove scherzavamo tra di noi come se fossimo dei ragazzi qualunque.

<<Certo, credici>> mi rispose, dopo aver bevuto il bicchiere d'acqua che si era riempito appena era arrivato <<Posso andare in bagno?>>

<<Certo>>

Si avviò verso il bagno e chiuse la porta a chiave. Approfittai di quel momento di pace, dove ne io ne Leila parlammo, per finire la colazione che stavo mangiando prima che venissero a disturbarmi.

Speravo con tutta me stessa che Khaos riuscisse ad aggiustare la situazione con Khalida, magari sarebbe potuta entrare nel nostro gruppo e avrebbe partecipato alle cene che organizzavamo ogni anno.

Mangiai tranquillamente finché vidi uscire Erden dal bagno, col viso bianco e con un'espressione scioccata sul viso. Non servirono neanche parole o spiegazioni, capii subito a cosa fosse dovuta quella reazione.

<<Ce lo avevi promesso>> disse arrabbiato più con se stesso che con me.

Quando avevo visto i miei amici piangere dopo aver scoperto tutto avevo promesso di non farlo più, senza neanche pensarci, l'avevo fatto e basta, avrei fatto qualsiasi cosa pur di vederli felici, ma io non riuscivo più a controllarlo, era più forte di me. Avevo finto di stare bene, sorridendo e cercando di sembrare contenta. Sapevo che non era quello che loro volevano e che gli avrei potuto parlare di qualsiasi cosa, ma non volevo farli spaventare.

<<Ti prego, non dirlo a Khaos>> riuscii a dire solo questo. Ora che stava finalmente per essere veramente felice non volevo essere io e i miei problemi a rovinargli quel momento.

Erden si avviò verso la porta, seguito a ruota da Leila che prima di uscire di casa, si girò verso di me e mimò con le labbra: <<Scusalo>>

Non appena restai da sola in casa mi accovacciai per terra, portandomi le ginocchia al petto. Le voci nella testa cominciarono ad urlare, pregandomi di fare in modo che quel dolore smettesse di lacerarmi il petto.

Quel giorno decisi di ricominciare a combattere, contro la parte più malata di me, per i miei amici e soprattutto per me stessa. Con molte probabilità ci sarei ricaduta dopo pochi giorni, ma era comunque un inizio.

Volevo ricominciare a vivere ed essere finalmente felice.

Decisi di andare in palestra per cercare di trovare un modo meno distruttivo per stare bene e spegnere la mente. Appena entrai, e vidi la figura di Nicholas, mi maledissi da sola per non essere andata nel poligono di tiro. In quel momento l'unica cosa di cui avevo bisogno era silenzio.

Non appena entrai nel suo campo visivo mi guardo con occhi quasi arrabbiati. Prima che potessi andarmene, lui parlò: <<Suppongo che tu sappia cosa è successo tra Khaos e Khalida>> se pensava di cominciare una discussione con me, aveva scelto il momento sbagliato.

<<Si>> risposi secca.

<<A quanto pare Khaos non ha perso tempo>> non appena vide la mia faccia confusa aggiunse: <<L'ho visto uscire da casa tua oggi>>

Sembrava una situazione surreale. Come poteva credere una cosa del genere? E soprattutto, con che diritto mi stava parlando in quel modo?

<<Anche tu e Khalida passate molto tempo insieme>> non che m'interessasse, ovviamente.

<<Siamo solo amici>> si difese

<<Anche io e Khaos siamo solo amici>>

Nicholas, con grandi falcate, si mise davanti a me, guardandomi intensamente negli occhi. Poi mi superò dandomi una spallata e se ne andò.

Note autrice:

Cosa ne pensate del capitolo?

Erden lo dirà a Khaos?

E il comportamento di Nicholas come vi è sembrato?

Insieme nell'oscurità Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora