Lilith
"A volte la cosa più difficile
non è dimenticare, ma
imparare a ricominciare
da capo"
Nicole SobonI giorni passarono tranquillamente, fin quando Houston non mi convocò nel suo ufficio. Quando lo faceva le opzioni erano due: la prima era che si sentiva in colpa per avermi rovinato l' infanzia e cercava di comportarsi da padre, la seconda era che gli servivano informazioni sulla guerra. Dopo anni non avevo ancora capito quale delle due fosse peggio.
In quel momento ero nel suo ufficio, davanti a lui mentre aspettavo che mi desse il permesso di sedermi.
L' ufficio era totalmente bianco come se servisse a cancellare tutti i peccati di cui quell' uomo era responsabile. Non erano presenti foto o oggetti personali.
Aveva dedicato tutta la sua vita al lavoro e per questo non aveva avuto la possibilità di crearsi una famiglia. Quando io sono rimasta orfana ha deciso di cogliere la palla al balzo.
Quando ero piccola credevo che fosse il mio salvatore, lo adoravo.Crescendo mi ero resa conto che mi ero salvata da sola, nessuno avrebbe avuto il coraggio di ucciderla e quindi l'avevo dovuto fare io.
Houston mi aveva sottratto un' infanzia che già mi era stata rovinata.
<< Siediti pure>> mi disse lui, vendendomi in piedi. Mi sedetti in una sedia di fronte a lui.
<< Cosa voleva dirmi ?>>
<< Volevo solo chiederti come andava con Nash, ho saputo dei trascorsi spiaceli che hai avuto con suo fratello>> eccolo che provava a fingere di volermi bene, peccato che avevo smesso di crederci da tempo ormai.
<< Faccio il mio lavoro>> volevo andarmene il prima possibile da questo ufficio.
<< Se me lo avessi detto prima potevo fare in modo che andasse a finire in un' altra squadra>> era così difficile capire che non volevo il suo aiuto? Nessuno sembrava capirlo.
<< Ho affrontato cose peggiori>> In diciassette anni di vita avevo vissuto situazioni che nessuno dovrebbe vivere. Avevo incontrato talmente tanti mostri che ad un certo punto lo ero diventata pure io.
<< Sicura di stare bene?>> perché tutti continuavano a chiedermelo?!
<< Si, ora dovrei andare>> volevo solo allontanarmi il più possibile da lui.
<< Certo vai pure>> nemmeno il tempo di dirlo che ero già fuori.
Nel pomeriggio mi allenai con Khaos e Erden. Dopo due ore di allenamento decidemmo di andare in mensa per rubare qualcosa da mangiare e per parlare un po'.
<< Perché Leila non viene più agli allenamenti?>> usciva di casa solo per allenare i ragazzi e poi si rinchiudeva in casa. Ero piuttosto preoccupata per questo suo comportamento. Non era da lei.
<< Non sta molto bene fisicamente>> rispose semplicemente Erden.
<< Sicuro che non sia di grave? E' da due settimane che è segregata in casa, io e Lilith siamo preoccupati>> Disse Khaos.
<< Non mi vuole dire cosa abbia di preciso. Quando siete liberi, venitela a trovare magari a voi lo dirà>> lo avrei fatto sicuramente.
<<Cosa voleva chiederti il direttore? Ti ho vista andare da lui>> Mi chiese Erden cercando di cambiare argomento.
<<Le solite cose>>Continuammo a parlare per almeno un' ora, finché non decidemmo di tornare a casa.
Mentre tornavo a casa mia, sentii dei rumori all' interno della palestra, così decisi di entrare per controllare e fu in quel momento che lo vidi.
Si stava allenando al sacco e sembrava parecchio concentrato.
<< Perché non sei mai dove dovresti essere?>> cioè in dormitorio. Lui sobbalzò e si girò di scatto nella mia direzione, ma appena mi riconobbe si rilassò immediatamente.
Non aveva paura di me. Se avesse saputo cosa avevo fatto e chi ero veramente sarebbe scappato a gambe levate e io non avrei potuto biasimarlo.
<< Devo allenarmi. Faccio pena al sacco e poi non pensavo ci fosse qualcuno>>
<<Fai bene ad allenarti>>Mi presi qualche secondo per osservarlo, era a petto nudo ed era semplicemente bellissimo. Sul suo petto si poteva notare un accenno di muscoli, che con l' allenamento sarebbero diventati sicuramente più evidenti.
Era innegabile il fatto che mi piacesse fisicamente, ma dovevo ricordarmi chi era suo fratello e cosa mi aveva fatto.
<< Posso farti una domanda?>> mi chiese all' improvviso.
<< Dimmi>>
<< Perché mi odi?>> quella domanda mi spiazzò, non lo odiavo, ma non volevo soffrire un'altra volta.<< Pensi sul serio di essere così importante da meritarti il mio odio?>>
<< A quanto pare sì>>avevo odiato poche persone nella mia vita e nessuno di queste era ancora vivo.<< Conoscevo tuo fratello>> non sapevo neanche io perché avessi deciso di dirglielo.
<< Fammi indovinare si è comportato da stronzo>> bingo.
<< A quanto pare lo conoscevi bene>> cercai di indovinare.
<< Ero l' unico a sapere com'era sul serio, a differenza di tutto gli altri>> vidi solo sofferenza nei suoi occhi.<< A quanto pare era bravo a fingere>> lo era così tanto che ci ero cascata pure io che ero stata addestrata fin da piccola a non fidarmi di nessuno.
<< Non sai quanto>>
<< purtroppo si>> dissi semplicemente io.<< Cosa ti ha fatto?>> mentre lo chiedeva il suo volto divenne l'incarnazione della preoccupazione.
<< Penso di averti detto già abbastanza>> non potevo permettermi di fidarmi delle persone. Tutte le volte che l'avevo fatto avevo ricevuto solo delusioni. Aveva ragione quella voce nella testa che continuava a ripetermi di non farlo. Così me ne andai, lasciandolo lì.
Note autrice:
cosa ne pensate del capitolo? Io purtroppo non ne sono soddisfatta 🥲Secomdo voi cosa è successo a Lilith?
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Insieme nell'oscurità
RomansaLilith ha solo diciassette anni ha già conosciuto l'inferno. Tutto quello che ama gli viene tolto e l'unica volta si è concessa di credere nell'amore è stata delusa. Nicholas è sempre vissuto in una prigione creata dagli altri e da se stesso. Quand...