Lilith
Amore torna sempre al cuore nobile come alla sua sede naturale, nello stesso modo che fa l'uccellino nella foresta.
(Guido Guinizzelli)<<È qui la festa?>> mi ero svegliata esattamente un minuto prima per colpa del campanello e avrei soltanto voluto spararmi nuovamente, questa volta alla tempia.
Odiavo la mattina.
Odiavo le persone.
Odiavo il mondo.<<Dio, Jace mi sono appena svegliata>> avevo dormito tutto il pomeriggio e avrei sicuramente prolungato anche alla notte se Jace non avesse deciso di svegliarmi.
<<Le persone pagherebbero oro per svegliarsi con la mia faccia davanti>> Lui e l'umiltà erano come due rette parallele che non si sarebbero mai potute incontrare.
<<A me fa solo venire voglia di vomitare>>dissi schifata.
Io e jace ci conoscevamo da tutta la vita. Mia madre e la sua erano molto amiche e passavamo tutte le nostre giornate insieme. Quando mia madre era morta e mi ero trasferita al centro di addestramento, suo padre lo portava ad allenarsi e avevamo il tempo di vederci. Quando è diventato abbastanza grande da liberarsi in parte del controllo di suo padre aveva cominciato a venire da noi per concedersi una pausa da casa sua.
<<Lo so che in realtà la ami, non devi vergognarti ad ammetterlo, naso rotto>> mi sorrise e poi entrò in casa senza chiedere il permesso e senza chiudere la porta.
Non appena si sedette sul divano tirò fuori da un sacchetto che aveva portato con sé una vaschetta di gelato. Corsi in cucina a prendere il necessario per mangiarlo.
Il gelato era il mio cibo preferito, ma nella lista nera della rigorosa dieta che ero costretta a seguire. In realtà potevo mangiare quello alla frutta, ma io preferivo gusti molto più pesanti.
<<Non ti caccio fuori casa solo perché me lo hai portato>> mi sedetti sul divano stendendo la gamba e gli passai un bicchiere per metterci dentro il contenuto della vaschetta.
<<Come va la gamba?>> alzai il pantalone per fargli vedere la ferita che si stava lentamente rimarginando <<la stai sforzando troppo. Dovresti stare a riposo minimo due settimane>> tecnicamente avrei dovuto farlo, ma Houston non mi sembrava molto intenzionato a permettermelo.
<<Il problema non è la gamba>> gli feci vedere la ferita alla spalla, che mi ero procurata durante un'aggressione e che si era rimarginata male formando una brutta cicatrice.
<<Dopo anni non hai ancora imparato a metterti i punti decentemente>> mi prese in giro. Io gli scoccai un'occhiataccia che lo fece scoppiare a ridere.
<<Come stai, naso rotto?>> si fece serio e mi guardò con l'espressione più dolce di cui era dotato.
<<Ci sono giorni in cui credo di essere guarita ed altri in cui tutti i miei problemi pesano molto più del solito>> Jace era uno dei pochi con cui mi aprivo davvero. Da piccoli eravamo stati la spalla dell'altro, ogni volta che qualcosa andava storta sapevo di poter contare su di lui.
<<Ammetto che vederti sfidare il direttore pubblicamente mi ha reso molto fiero, ma sembravi una pazza>>disse mentre mangiava il gelato.
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Insieme nell'oscurità
Lãng mạnLilith ha solo diciassette anni ha già conosciuto l'inferno. Tutto quello che ama gli viene tolto e l'unica volta si è concessa di credere nell'amore è stata delusa. Nicholas è sempre vissuto in una prigione creata dagli altri e da se stesso. Quand...