eye in the sky

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Domenica 23 gennaio 2022


Cupo pomeriggio dopo una mattinata in videolezione.

La (ri)scoperta di una nuova canzone scandisce una vaga idea di tempo. Ma non c'è tempo. Non esiste tempo. Solo una tastiera che, riecheggiando, mi ipnotizza. Solo una melodia che, guardandomi dal cielo, porta i brividi al cuore. In continuazione.

Nessuna traccia di contatto umano. Sono così concentrato dai compiti e coccolato dalla musica, che tutto si restringe. Le ore diventano secondi.

Lo schermo impolverato del mio pc. Una presa a male che andrà avanti per non so quanto tempo. Un lavoro assegnato. Non volevo arrivare a farlo. Rimandavo in continuazione il giorno in cui mi sarei occupato di questo progetto di matematica. Nulla di che. La solita presentazione PowerPoint che ruba più pazienza che tempo – soprattutto quando aggiungi le immagini –.

Ho altri compiti da fare. Ma non li farò. Ho voglia di meccanizzarmi e diventare, per un paio d'ore, un automa. Incanalerò il tutto per questo lavoro.

Preferisco le parole ai numeri, e, per fortuna, devo solo scrivere qualcosa sul riscaldamento globale. Se non fosse per questa canzone, non farei nulla. Perché, in fondo, lo studio è solo un pretesto per ascoltare musica. Tenere la mente occupata farà bene.

Che capolavoro. Ma non è la prima volta che apprezzo qualcosa solo tempo dopo averla scoperta.

Avrò ascoltato un po' di questa canzone nell'agosto del 2021. All'epoca non mi attirava. Forse, eravamo destinati a conoscerci – ed amarci – soltanto adesso. E questo è proprio il momento perfetto. Ne avevo bisogno.

Succede così anche con le persone. Non sono un fermo sostenitore del destino. Solo adesso, però, mi rendo conto che le prime impressioni si dimostrano vere solo nella metà delle volte.

Prometto a me stesso che, se un risvolto positivo riporterà in auge questa storia, smetterò di ascoltare questa canzone.

Mi trastullo con la treccia che casca dalla mia testa rasata. La accarezzo e sento che il freddo non l'ha risparmiata.

Nelle continue ripetizioni, qualcosa cambia. Eye in the sky non è più un sottofondo, ma un tutt'uno coi miei pensieri. Scorre ormai naturale nell'anticamera del mio cervello, e si amalgama con ogni idea che mi passa per la testa. Non potrei mai stancarmene.

Di tanto in tanto, do un'occhiata al mio armadio. Tra poster di film, band e disegni poco raccomandabili, c'è proprio lei. Attaccata con lo scotch contro la porta dell'armadio. La foglia a forma di un cuore. Frammento di dicembre. La stracciasti da un arbusto, proprio dove eravamo soliti vederci tutti i giorni. O quasi. Uscire da scuola significava due cose: aspettare con il socio, e vederti. Ad oggi, posso solo conservarla con una certa mestizia e rimpiangere quei bei momenti.

È proprio l'unica cosa che mi resta di te?

Penso al tempo che è passato da quando le nostre strade si sono separate. O meglio, quando io le ho separate. Tutta colpa del mio comportamento opinabile. Mentre i pensieri mi logorano, tu hai già fatto le tue scelte e, in poco tempo, trovato un sostituto. E aspetta. Questo non è, pur sempre, un comportamento opinabile? Proprio come quello che ha causato la fine? Ma a prescindere da questo. Dico, com'è che ti riesce così facile?

E io? Davvero possiamo indicare me come unico colpevole? Sono consapevole delle mie azioni. Ma chi dice che solo le mie siano quelle sbagliate?

Il torto e la ragione non esistono per davvero. Perché non si può stabilire ogni cosa con precisione matematica? Proprio quella precisione che mi mette in difficoltà quando studio. Quella precisione che rende la matematica così odiosa. In fondo, è solo lì che vivono le risposte incontrovertibili. Numeri, equazioni, schemi.

Ma fuori, invece? Quando c'è di mezzo il comportamento umano? Lì non si esprimono giudizi inconfutabili. Non si impongono verità assolute.

Allora, che si fa?

Forse è proprio questo il bello della vita. O, almeno, quello che rende la vita degna di chiamarsi così. Quel fattore umano, incalcolabile, che non stabilisce l'assoluto. Non nasce per metterci d'accordo, ma per riflettere, e poi, eventualmente, trovare idee in comune.

Secondo chi, allora, in questa situazione sono io il cattivo? Chi interpreta il mio comportamento, fornendone una spiegazione logica? Qual è la chiave di lettura delle mie azioni? Forse sono ancorato a una sola prospettiva. Potrebbe essere tutto meno grave e drammatico di quanto pensi.

Ma ecco che il ritornello mi stringe il cuore. Una voce così morbida e dolce. Mi si scioglie l'anima. Dimentico tutto. L'ascolterò ancora. E ancora.

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