walking in my shoes

21 1 0
                                    


Lunedì 3 gennaio 2022


Maledetto sia fabrizio.

Un dispiacere come questo non sarà mai colmato dall'autoerotismo. Ma, a dirla tutta, non ne ho neanche voglia. Mi giro e rigiro sotto il freddo piumone. A tenermi compagnia, un nodo alla gola. Abbraccio il cuscino, che odora sempre di coccoline. È tutto buio intorno.

Credo che un po' di musica possa aiutarmi. A stare meglio? Certo che no. Io voglio amplificare tutto quello che sento. Quindi, se ho da soffrire, è meglio che io soffra come Dio comanda. Dopotutto, è questo il bello dell'essere un umano.

Auricolari alle orecchie. Walking in my shoes.

Mi fiondo nel pezzo e vengo accolto da un'atmosfera cupa. Amo le frequenze basse e il sound anni '90 è interessante. Sono del tutto isolato dal mondo.

Comincia l'avventura nella mia mente.

Che siano state le circostanze, che sia stato l'alcol, che sia stata solo la mia noncuranza. L'errore è stato fatto, e nessun altro ha colpe. Sono io il fautore di questo male, e, quando c'è una spiegazione a quello che succede, soffro con un certo sollievo.

Questo non significa che io non debba incazzarmi con me.

Ho dato la cosa sbagliata alla persona giusta. Perché, in fondo, qui in mezzo ci sono solo io di sbagliato. Gente a me cara avrebbe gradito e custodito con gelosia quel pezzo di pane. Ma non era questo il caso. C'è un motivo se ti separo da quelle persone. Non posso darti la colpa se non apprezzi i regali fatti da gente come me, ubriaca come me, sbadata come me.

Mi sento gelare. Qualcosa dentro di me va in frantumi. Qualche lacrima, se prima aspettava timida, adesso comincia a scalciare con tutta la prepotenza che ha. Cedo e la lascio scorrere sulla mia guancia.

Molte volte mi sono sentito dire "prima di fare, devi pensare".

Ci sarà un motivo se questa frase, come una litania, mi accompagna da sempre. E quindi confesso. Sono una persona impulsiva. Ma attenzione. Non impulsiva come lo si attribuisce al solito. Direi, semmai, che sono una persona mezza impulsiva.

So di dover pensare prima di fare qualcosa. E, infatti, lo faccio – questo mi dovrebbe già escludere dalla cerchia degli impulsivi -. Sì, perché io penso prima di fare. Non mi manca la volontà di svegliare la coscienza per valutare le conseguenze delle mie scelte. Riesco a capire se, alla base, sto facendo qualcosa di poco raccomandabile.

Il problema, però, è che non penso abbastanza a lungo – o abbastanza bene - per capire la gravità di ciò che faccio. Non so il perché. Forse perché mi scoccio, forse perché, dopotutto, non ho tutta questa intelligenza, o, forse, perché sono semplicemente impulsivo.

Insomma, resto sospeso sul filo del rasoio. Inizio a pensare, per poi lasciare tutto sul vago e abbandonarmi all'istinto. Questa volta non è andata diversamente.

Mi chiedo, quindi: è un bene che io sia così? Ma, forse, non è questione di essere un bene o un male. Non sono all'altezza di stabilirlo. Dovrei solo controllarmi.

Ma oscuriamo le azioni - quelle, forse, non sono proprio il mio forte -. Sarebbe, forse, più rassicurante controllare quello che ho spinto dalla mia bocca.

Quanto le mie parole avrebbero potuto fare?

In un attimo, mi rendo conto di tutte le cose che non ho detto. Anche solo per ringraziarti, per aver goduto della tua presenza, per dirti abbia apprezzato i tuoi sforzi –fatti per tenermi compagnia anche solo mezz'ora -.

Che cosa dolce. E questa dolcezza, che ora mi incanta, mi è passata tra le mani. Fino a non molto tempo fa, era ancora lì, a riscaldarmi. E io mi ci sono pulito il culo.

Non mi va di parlare con nessuno. Neanche con te. Perché, ormai, le parole che ti dico non hanno più peso. Credo che domattina riuscirò a parlare con qualcun altro. Per quanto abbia sbagliato, le mie amichette del cuore continueranno ad accettarmi.

Non avrei dovuto farlo. O sbaglio?

Dentro di me c'è pur sempre un saggio. Mi dice che non devo pensare ai "se" e ritornare sulle strade che non possiamo più cambiare. E ha ragione. Che senso ha ripensarci? Ormai è fatto.

Ma ti prego, persona saggia che è in me, resta zitta per un po'. Lasciami sentire in colpa.

AmusiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora