i say i' sto ccà

16 1 0
                                    


Domenica 9 gennaio 2022


Mezzanotte passata.

Ho rivisto i soci per la prima volta dai tempi del misfatto. Sono molto contento. Le cose sono state e sono drammatiche, ma con loro diventa tutto più leggero.

Serata insieme al pub. Stavolta la comitiva era estesa. Ragazze. Non il mio tipo. Non il nostro tipo. Ma ci siamo trovati tutti bene. Già si conoscevano, e io con l'alcol divento molto estroverso. Birra bionda. E mi aveva lasciato anche una nota fruttata sul palato, sì.

Ho rifiutato di tornarmene più presto, in compagnia dei soci. Sì. Ho dovuto insistere, ma è normale. Che vadano per la strada più facile, perché è giusto che ognuno affronti quello che si merita. Adesso, io merito di camminare per queste strade. E ti dico la verità. Mi andava anche. Lo stesso percorso che ho fatto col basso in spalla, e che adesso è ancora più desolato.

Ma non mi interessa seguire il percorso vero e proprio. Al contrario, allungo il cammino per le altre stradine. Proprio quelle in cui abbiamo passeggiato insieme. L'ultima volta che sono stato qui, ti tenevo per mano. La tua mano, piccola e morbida. Non mi rendevo conto di quanto fossi felice. Ma ecco, qui sono cristallizzati i ricordi di quel momento. E adesso li guardo da una prospettiva diversa. Anzi, da una prospettiva speculare.

Più i giorni passano, più ti avverti la mancanza di una persona.

Se certe cose le avessi sapute prima, sarei stato meno negligente. Non ho messo tutto il mio impegno, e non avrei dovuto trascurarti così. Ho taciuto fin troppe cose, perfino la mia gratitudine nei tuoi confronti.

Passo lento e anfibi. Mani in tasca. A tenermi compagnia, I Say I' Sto Ccà. Rispecchia, più di qualsiasi altra canzone, il mio attuale stato d'animo – quasi fosse stata scritta al momento, prendendo frammenti dalla mia mente -. L'armonica mi accarezza in volto, lasciando tracce di malinconia su tutta la guancia.

Passeggio sotto al porticato. Il giallo è un bel colore. Una luce mezza fulminata lampeggia a intermittenza, creando uno strano effetto discoteca lungo tutta la navata. Ridacchio. Quando passavo qua, anni fa, già era così. Buffo come certe cose si presentino imperturbabili anche agli effetti del tempo. Penso che dovrei essere anche io così, per poi tornare serio.

Procedendo, noto che, alla mia sinistra, la parete è macchiata da una scritta. Bomboletta spray. Marrone, forse oro. Non distinguo. Strizzo gli occhi. "Ti amo", seguito dal tuo nome e da una firma anonima.

Nessuno è certo dell'esistenza di Dio. Di qualunque tipo esso sia, mi piace pensare che esista, in qualche angolo dell'universo, un Dio che si diverte a prendermi per il culo. Sono il suo spasso. È una coincidenza? Con tanti muri in giro, becco proprio questo. E, con tanti nomi in giro, c'è scritto proprio il tuo.

Non so se prendere la vita come una condanna a morte o una barzelletta.

Cerco di rassicurarmi con pensieri più vaghi. Sarà stato un caso, certo. Ma non posso venirmene qui e pretendere di non pensarti. Al contrario, lo faccio per sentirmi ancora in tua compagnia. Non c'è più un altro modo per stare con te.

Continuo dritto, sulla stessa strada. Superati i porticati, in cada venenum, c'è un vicoletto. Stretto, buio e macabro. Alla luce del sole pareva un angolo di paradiso. Ancora una volta, mi fermo a pensare a quel giorno felice – sembra così lontano -.

È proprio lì che hanno riecheggiato i nostri passi.

È proprio lì che te l'ho detto per la prima volta.

AmusiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora