Chapter 4: La debolezza di un Alpha, l'incoscienza di un Omega

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Passò una notte infernale.

Se Izuku era riuscito incredibilmente a prendere sonno, rannicchiato con braccia e gambe in modo protettivo intorno al ventre, Katsuki non aveva chiuso occhio.

Nella camera degli ospiti che Eijiro e Denki gli avevano preparato, aveva ascoltato ogni singolo gemito d'amore, bacio e tocco e perfino percepito il respiro tranquillo di Eiichi.

Aveva provato vergogna e invidia.

Era da quando lui ed Izuku avevano costruito una relazione che tutto si era messo contro di loro e sul loro cammino.

Rimase con gli occhi sbarrati nel buio fino a quando il suo cellulare non iniziò a vibrare dal comodino accanto al divano letto dove era disteso supino e ancora vestito.

In fretta rispose ma le sue speranze si affievolirono quando sentì la voce di suo padre.


«Katsuki, mi dispiace chiamarti a quest'ora ma volevo sapere come ti sentissi. Sapevo che non stavi dormendo e neanche noi».


Il biondo sentì qualche parola proveniente da sua madre in sottofondo e perfino da Inko.


«Perché non vieni qui e cerchiamo un modo per venire a capo di questa situazione?».


Katsuki non voleva ma sentiva di aver bisogno della sua famiglia. Così, confermò che sarebbe arrivato per le quattro precise.

Quando chiuse la chiamata breve, si alzò e marciò in punta di piedi per recuperare le scarpe all'ingresso.

«Vai via?».

Katsuki si voltò un po' spaventato e come un ladro colto in flagrante. Riuscì a scorgere, nella penombra, Eijiro.

«Scusa, vi ho svegliati?».

«No, Eiichi a quest'ora si sveglia sempre per fame. Ormai ci siamo abituati io e Denki».

Katsuki annuì ma poi tornò cupo. «Vado dai miei. Ci vediamo in agenzia».

«Va bene».

«E... salutami Denki».

«Sicuro!» rispose Eijiro mentre l'altro lasciava in silenzio quella casa.

Katsuki era così sconvolto da aver mandato i suoi saluti. Raro. In genere era sempre scortese e sboccato. Eijiro non ci volle badare mentre si apprestava a tornare al piano superiore.

Denki era seduto a letto con Eiichi che poppava avidamente. Quella visione lo fece immancabilmente addolcire. Gli si accucciò vicino.

«E' andato via?».

«Sì e ti manda i suoi saluti» rispose il rosso, l'altro sorrise con un cenno del capo.

Eiichi lo stava guardando mentre mangiava indisturbato. Amorevolmente, il giovane Alpha gli accarezzò dolcemente i ciuffetti di capelli.

«Mi sento un po' inutile, Eijiro... vorrei tanto aiutare ma-».

«No, non dirlo. Eiichi ha bisogno di te. E tu stai già facendo così tanto, credimi! Essere ancora un Pro Hero di tutto rispetto e una mamma... oltre che un Omega incredibilmente eccitante per me!».

Denki gli si strofinò di faccia contro la ghiandola odorosa sul collo. Eijiro vibrò di piacere tuttavia si trattenne quando vide che suo figlio lo guardava con un piccolo broncio, come un avvertimento a non interrompere il suo rifocillarsi.

Katsu, la Nostra più Grande VittoriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora