Christina fissava la lavagna completamente coperta di numeri e calcoli con gli occhi semichiusi, fissi nel vuoto.Non aveva idea di cosa ci fosse scritto e nemmeno le interessava.
Nelle ultime settimane la sua vita aveva assunto una leggera sfumatura di follia della quale non riusciva a liberarsi.Dopo il furioso litigio con suo padre le cose erano sembrate riappianarsi. Christina era convinta che dopo quello che aveva fatto suo padre l' avrebbe tenuta sotto chiave magari assegnandole delle guardie del corpo e limitando la sua libertà. Niente più uscite, niente più feste: niente di niente.
Per questo motivo era rimasta altamente sorpresa quando tutto era sembrato sistemarsi.
Lui aveva continuato a comportarsi in modo quasi normale, non nominando però più ne la sua seconda vita ne Joker. Ma niente era più come prima, niente sarebbe tornato normale, se di normalità si poteva parlare.
Da quando aveva rivisto il clown aveva cominciato a guardare sempre con più interesse i telegiornali e i notiziari di Gotham, sperando di poter cogliere un segno, un indizio riguardo al pericoloso criminale.Suo padre non l' aveva più fatta uscire come Batgirl e di questo Christina non si stupiva, ma era stato anche molto più attento a non lasciarla uscire da sola e, anche quando si incontrava con le sue amiche era sempre sotto stretta sorveglianza. Christina sperava che Joker la volesse rivedere, che gli importasse qualcosa di lei, anche se era consapevole del fatto che il criminale non avrebbe mai potuto legarsi o provare affetto per lei come una persona normale.
Se avesse davvero voluto anche solo avvicinarsi a lui avrebbe dovuto stravolgere completamente tutte le regole del proprio mondo per adottare quelle folli del suo universo.
Per i primi tempi dopo il loro incontro più volte Joker era stato avvistato mentre cominciava o preparava dei colpi : ma ogni volta, quando Batman si presentava da solo senza la sua misteriosa aiutante che la città aveva avuto il piacere di vedere solamente un paio di volte, il criminale scappava immediatamente o solo dopo un rapido combattimento.Christina capiva i significati di quei gesti. Lui stava cercando di attirare la sua attenzione, stava cercando di vederla nuovamente, ma lei non lo avrebbe mai potuto avvertire.
Christina continuava a osservare con sguardo vuoto la professoressa mentre una serie infinita di pensieri le frullavano in testa. Stava ancora pensando a Joker, a quel malvagio criminale, quando la sua attenzione fu richiamata dal rumore di un esplosione e una forte vibrazione dell' edificio.Tutti gli studenti si alzarono di scatto, pronti a scappare, ma con un movimento altrettanto fulmineo si risedettero subito quando la porta della loro aula saltò in aria.L' esplosione fu talmente forte che alcuni degli studenti più vicina caddero e si ritrovarono boccheggianti sul pavimento.Quando il fumo si fu quasi diradato del tutto dall' oscurità comparvero alcuni uomini. Tutti avevano i volti coperti da delle maschere. Servivano sicuramente per respirare e non essere riconosciuti ma un particolare inquietante fu notato da tutti gli studenti: erano maschere da clown. Ma non erano clown simpatici e tantomeno divertenti: in mano infatti tenevano dei fucili.Non appena furono entrati nell' alula si disposero negli angoli tenendo sotto tiro alcuni studenti mentre la professoressa li guardava attonita e terrorizzata, appoggiata ad un angolo della cattedra per non cadere.Gli uomini aspettavano immobili, disciplinati aspettando qualcosa o qualcuno. E Christina credeva di sapere chi fosse quel qualcuno, ma non poteva credere che sarebbe arrivato a così tanto per rivederla.Gli studenti erano ancora tutti immobili ai propri posti con gli occhi sgranati. Nessuno osava parlare, nessuno osava neppure piangere tanta era la paura che li invadeva quando ad un certo punto dei passi risuonarono nel corridoio e subito dopo un uomo entrò nella stanza.
Christina fu l' unica a voltare la testa e vide la concretizzazione di quello che aveva appena immaginato, ma non poteva credere che fosse tutto vero.
Questa volta suo padre l' avrebbe rinchiusa in casa a vita e avrebbe gettato via la chiave ne era certa.Joker entrò nella stanza a passo tranquillo, come se un attentato in una scuola e prendere in ostaggio dei ragazzi fossero le cose più normali del mondo.
Mente entrava il suo sguardo cadde sulla ragazza temeraria che lo osservava apertamente e con spavalderia ma quello scambio durò solo un istante: fu quasi impercettibile.
-Miei cari ragazzi- esordì il criminale rivolto alla classe con un sorriso sadico -Questo è il luogo della conoscenza suprema. Qui le vostre giovani menti vengono plasmate, indirizzata ed educate per il futuro. In questo luogo di oppressione cercano di plagiarvi, per farvi diventare i cittadini di una società migliore, una società fondata su ordine e giustizia.-Nessuno degli studenti osava emettere un fiato.
-Ma io dico basta. La società alla quale vi vogliono indirizzare è una realtà fittizia. In voi, come in ogni altro cittadino per bene, si nasconde un animo nero. La vostra malvagità non vede l' ora di essere libera, non vede l' ora di potersi esprimere e io sono qui per offrirvi una possibilità oggi.-
Il clown, muovendosi lentamente, cominciò a camminare in mezzo ai banchi ordinatamente allineati.
-Vi offro la possibilità di essere liberi.- sussurrò avvicinandosi ad una ragazza che tremava dalla paura. Joker si avvicinò quindi ad un ragazzo che, con gli occhi sbarrati, non aveva tolto un momento lo sguardo dalla professoressa, quasi cercasse in lei una sorta di protezione.
-Vi offro la possibilità di riscattarvi, di abbandonare i prestabiliti costumi della società.-E poi rivolto all' intero gruppo.-Vi offro la possibilità di unirvi a me per controllare questa ipocrita città. E ricordate la scelta è tra questo e..la morte.- esclamò con un tono di voce più alto del normale, quasi squillante.Tutti i giovani erano pietrificati, bloccati dal terrore e nessuno osava muovere un muscolo ma quando in lontananza si sentì l' eco di alcune sirene della polizia una ventina di teste si voltarono all' unisono verso le luminose finestre.
Il criminale non sembrò accorgersi di quella reazione perché, come se niente fosse estrasse la pistola e cominciò a guardarla con interessa. Quasi vedesse la sua fidata compagna per la prima volta.
-Tik tok ragazzi, il tempo scorre.- e così dicendo si avvicinò ad una ragazza che stava per scoppiare in lacrime e caricò l' arma.Nel silenzio generale si sentì un urlo.
-No!- qualcosa aveva spinto Christina ad intervenire.
-No.- ripetette con la voce meno sicura ma pur sempre ferma. La ragazza non sapeva perché era intervenuta. Non aveva la certezza che Joker l' avrebbe risparmiata solo in virtù della sua situazione. Ma non poteva permettergli di fare del male ai suoi amici.
Il criminale si avvicinò lentamente puntando la pistola contro la tempia della ragazza e accarezzandole il viso con la mano guantata.
-Mi piacciono le ragazze temerarie. Le ragazze che scappano dal bene per fare un giro in moto con il male.-
Era un chiaro accenno a quello che era successo tra di loro e Christina sperava che nessuno riuscisse a cogliere quelle leggere allusioni.Joker le spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio ma prima che potesse avvicinarsi per sussurrarle qualsiasi cosa il rumore delle sirene della polizia, che fino a quel momento era stato solamente il sottofondo di un' inquietante sceneggiata, si fece più forte.La polizia era lì.
Il clown si girò allora verso la classe, sempre mantenendo la pistola armata sulla tempia della ragazza.
-Miei cari ragazzi il nostro tempo è scaduto, ma pensate a ciò che vi ho detto. Pensate a ciò che vi ho rivelato e soprattutto pensate a cosa volete fare della vostra vita. Su quale faccia della medaglia è meglio trovarsi.-Detto questo si avviò lentamente indietro, trascinando Christina con se, mentre i suoi scagnozzi tenevano ancora sotto tiro gli altri alunni prima di una precipitosa ritirata.
Joker trascinava la ragazza per i deserti corridoi della scuola tenendola per un polso. All' improvviso, quasi colpito da un' ispirazione entrò in uno degli sgabuzzini dove venivano riposti gli oggetti smarriti, l' attrezzatura della ginnastica e le vecchie scope chiudendo dietro di se la porta e accendendo la luce.
-Cosa ti è saltato in mente?- sbottò allora Christina liberandosi dalla stretta del criminale.
-Che c'è, ragazzina?- chiese lui con un tono di voce neutro, quasi sorpreso.
-Non è esattamente l' ideale come posto romantico.- ironizzò lei.
-L' intenzione infatti non era questa. Forse non te lo ricorderai ma sei ancora sulla mia lista delle persone da eliminare.-
-Non credo mi ucciderai davvero.- rispose la ragazza cercando di mantenere un tono controllato nonostante la paura la paralizzasse.
-E perché no? Di grazia.-
-Mi hai sempre tenuta sotto tiro. Avresti potuto farlo in qualsiasi momento, ma non lo hai fatto. Ergo non lo vuoi fare.-
-La tua logica mi sfugge.- rispose lui sorridendo appena e avvicinandosi sempre di più a lei. Le piaceva quello scricciolo. Stava al gioco e soprattutto era capace di giocare. Ma rischiava di trovare i suoi punti deboli.
-Sei stata in trappola, ultimamente.- continuò lui cercando di cambiare argomento.
-Goditi questi attimi di libertà prima di tornare nella tua gabbia dorata.- e così dicendo calò su di lei appoggiando le sue labbra dipinte di rosso su quelle di lei, rosee e pure. Il loro bacio sarebbe potuto continuare in eterno ma i rumori dell' incursione della polizia li riportarono alla realtà.
Joker si mosse verso la porta ma con un ultimo slancio la ragazza lo avvicinò a se portandogli le labbra all' altezza dell' orecchio.
-Le scale in fondo al corridoio portano allo scantinato. Da lì prima porta a destra e potrai uscire indisturbato.-
Il clown la guardò dritta negli occhi prima di lasciare lo stanzino.
-Non finisce qui ragazzina.- e poi si volatilizzò.
Christina si mise una mano al petto cercando di calmare il battito irrefrenabile.
-Lo spero proprio.- sussurrò in risposta a se stessa.
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Una nuova eroina.
FanfictionBruce Wayne aveva che quel momento arrivasse il più tardi possibile anzi, che non arrivasse mai, e invece era successo. Lei aveva scoperto tutto e ora insisteva per farne parte. Lei che era la cosa più preziosa che aveva al mondo. Sua figlia. Una ra...