16. scontri

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La grossa auto nera pattugliava attentamente le strade di Gotham. Bruce sperava che quella rimanesse una serata tranquilla.
Era la prima volta che portava nuovamente con lui Christina dopo i lunghi mesi di addestramento ai quali l'aveva sottoposta.Era consapevole che prima o poi avrebbe dovuto cedere, non avrebbe potuto mantenere a freno quell' animo irrequieto senza che facesse qualche colpo di testa e così l'aveva accontentata.
Voltando lentamente la testa vide la ragazza accanto a se, più bella che mai in quella tuta attillata nera che ne metteva in risalto il corpo tonico, modellato da mesi di allenamento.Christina era tutto ciò che gli rimaneva di Helena, uno dei suoi più grandi amore. Con Helena non era stata l' avventura di una notte. Lei era riuscita a rapirgli il cuore e ora lui stava deliberatamente mettendo in pericolo il suo tesoro più prezioso: sua figlia.Per un momento, un istante, fu tentato di tornare indietro, ma sapeva che la ragazza non glielo avrebbe mai perdonato. Si era preparata per questo momento. Si era preparata per fare concretamente qualcosa.Ancora assorto nei suoi pensieri Bruce quasi non si accorse del rumore gracchiante che uscì dalla radio, collegata alla stazione della polizia, e quel momento di distrazione fu decisivo. Non avrebbe mai voluto portare Christina in uno scontro aperto dopo quello che era successo la prima volta.
"Mandate due unità tra la settantatreesima e la Gardens. È in corso una sparatoria tra bande rivali"
-Non ci pensare nemmeno.- esordì Bruce prima che la ragazza potesse anche solo aprire bocca.
-Papà, sono pronta.-
-Ora ti riporto a casa. Avevamo stabilito solo un pattugliamento. Uno scontro a fuoco e troppo pericoloso.-
-Mi potresti spiegare l'utilità di queste tute anti-proiettili allora?-
-Te lo ripeto è troppo pericoloso.-
-Quante vite vuoi sacrificare per tenere al sicuro la mia? Molti moriranno se non arrivi in tempo.-
-Devo proteggere te.-I toni della conversazione si stavano facendo sempre più alti e Christina capì che era il momento di riportare la calma.
-E se io non uscissi dall' auto? Maledizione è un blindato.-
-Non se ne parla nemmeno. Tu ora torni a casa.-I richiami della polizia si facevano però sempre più insistenti e quando nel cielo, reso ancor più scuro della fitte nuvole che preannunciavano una tempesta, comparve il simbolo di Batman Bruce non potette fare altro che dirigersi verso il luogo dello scontro. Man mano che si avvicinava Christina udiva gli echi degli spari e le grida della gente terrorizzata. Per un momento si sentì bloccata dal panico, le tornarono in mente le immagini di quella terribile notte, la sua prima notte da eroina mascherata in cui la sua vita, e la sua anima, erano rimaste appese ad un filo sottilissimo.Voleva rendersi utile. Voleva fare qualcosa per redimere quella città che, giorno dopo giorno, diventava sempre più marcia e corrotta e quindi, non appena la grossa auto si fermò, scese dal veicolo e si mise al fianco del padre: pronta a combattere.
-Avevamo un patto.- disse Bruce con la sua voce più seria rivolgendosi verso la ragazza.
-Non ho mai detto che avrei accettato. L'ho solo proposto.-
-È un ordine. Torna nell' auto.-
-Non posso farlo. Sono tua figlia.-Bruce riuscì a stento a trattenere un sorriso, nonostante la situazione fosse estremamente seria. Non le avrebbe mai fatto cambiare idea, era vero era sua figlia. Avrebbe potuto provare in qualsiasi modo a tenerla al sicuro ma lei si sarebbe sempre esposta, avrebbe sempre cercato di arrivare alla giustizia perché era quello che le aveva insegnato fin da quando era piccola.
Bruce era combattuto. Non voleva cedere ma allo stesso tempo sapeva che non l' avrebbe mai avuta vinta.
-Monitora il perimetro dall' alto. Mantieniti lontana dallo scontro a fuoco. Non farti uccidere, ti prego tesoro.-
-Nemmeno tu.- rispose lei e la serietà che Bruce vide nei suoi occhi gli fecero capire che aveva fatto la cosa giusta.Christina vide suo padre scomparire nella notte e in quel momento realizzò davvero la situazione nella quale si trovava. Era sola in quel vicolo e la notte era illuminata solo da bagliori improvvisi, segno che la battaglia stava infuriando. Cercando di muoversi più silenziosamente possibile cominciò camminare verso il luogo dello scontro. Non avrebbe fatto il cecchino dall'alto.Lo spettacolo che le si presentò alla vista era terrificante. Bande armate che si uccidevano a sangue freddo in mezzo alla strada e dalle finestre degli edifici vicini alcuni cecchini stavano mietendo moltissimo vittime. I cittadini di quella zona uscivano correndo dagli edifici, i bambini urlavano terrorizzati, le donne piangevano. Tutto era regolato dal caos e dalla paura. In mezzo a quella scena Batman, che combatteva instancabilmente. Molti uomini si avvicinavano verso di lui armati di pistole e coltelli ma nessuno di quelli aveva effetto contro la sua preparazione fisica e mentale. Il numero però contava. Quindici o sedici uomini contro uno solo avrebbero messo in difficoltà chiunque.
Christina decise di intervenire. Muovendosi furtiva si avvicinò il più possibile al gruppo, bastò un solo lacrimogeno per confondere le acque e tirar fuori suo padre da quella situazione.
-Ti avevo detto di rimanere lontana.- disse tossendo Batman.
-Se facessi sempre quello che mi dici saresti morto, per la seconda volta.- rispose Christina mentre con un calcio mandava a terra un uomo che le si era avvicinato con una pistola carica.Gli uomini nel frattempo, ripresisi dagli spasmi di tosse erano tornati all' attacco ma questa volta padre e figlia erano pronti.
-Devi fidarti di me- riprese Bruce liberandosi della presa di un uomo e mandandolo a terra.
-Mi fido, solo che...- ma non riuscì a finire la frase che uno dei mafiosi prendendola per un braccio la spinse a terra e le puntò la pistola alla testa.
-Addio ragazzina.-Bruce però fu più rapido e con una sola mosso lo neutralizzò.
-Stavi dicendo?-
-Niente.- rispose la ragazza alzandosi agilmente. Ormai la battaglia si stava trasformando in un massacro. Gli scagnozzi delle bande avversarie continuavano ad uccidersi tra di loro ma contemporaneamente provavano a far fuori Batman e Batgirl che erano così d'intralcio nei loro loschi affari.
Bruce continuava a combattere mantenendo sempre un occhio sulla figlia per vedere che fosse al sicuro ma, dopo un secondo di distrazione, quando si girò nuovamente il mondo gli crollò addosso.Uno dei capi della mafia, signore della criminalità, teneva la ragazza tra le braccia e gli puntava la pistola alla testa. Attorno a loro era calato il silenzio. Tutti avevano smesso di combattere e osservavano la scena con una luce di paura e soddisfazione negli occhi.Nessuno era mai arrivato a tenere Batman così in scacco. Tutti aspettavano o la sua resa o la sua tremende reazione.Ad un tratto si sentì un coro generale. Batman era ancora immobile ma tutte le teste erano voltate verso un vicolo scuro dal quale era uscito passeggiando tranquillamento Joker.
Il folle criminale si stava avvicinando lentamente verso il gruppo fino a fermarsi ad un paio di metri dalla ragazza e dal suo aguzzino.
-Ti sembra carino trattare così una ragazzina? Credevo avessi più fegato.-
Il boss, terrorizzato da quella apparizione, ordinò ad un paio di tirapiedi di ucciderlo ma quelli, conoscendo bene la fama del clown, non osarono muoversi di un solo passo.
-Ripeto, ti sembra carino trattare così una ragazza?- chiese nuovamente il clown con la voce più dura.
-A..avvicinati di un solo passo e le faccio saltare la testa.- provò a minacciarlo il boss.Joker cominciò a camminare lentamente verso la strana coppia.
-Credi che la cosa possa interessarmi? Uccidendo quella ragazza non cambierà il fatto che poi morirai anche tu. Perché vedi...la tua vita non dipende dalla ragazza. Tu hai interferito con i miei affari e io non posso permettere che qualcuno lo faccia, e sai perché? Perché altrimenti lo farebbero tutti e io questo non lo posso permettere. Ho una reputazione da mantenere .-
Mentre parlava il Joker aveva estratto dalla tasca interna della giacca una pistola che ora si rigirava lentamente tra le mani. Il boss però affascinato da quelle parola, quasi rapito da quel modo così suadente di parlare non se ne era nemmeno accorto per questo fu una sorpresa ancora maggiore quando udì uno sparo e una fitta di dolore al fianco.
Il clown aveva sparato colpendo il boss ma schivando attentamente la ragazza. Era stato un colpo da maestri.
Christina sentì la presa farsi più debole e con uno strattone si liberò. Di fronte a lei suo padre guardava ad occhi sbarrati la scena, i muscoli tesi pronto ad intervenire in qualsiasi momento, mentre un po' più in la Joker la guardava intensamente.
Senza quasi pensarci fece uno scatto in avanti, ma non corse tra le braccia di suo padre, bensì tra quelle di Joker e in quel momento si sentì davvero protetta.

Una nuova eroina.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora