𝗺𝘆 𝗵𝗲𝗮𝗿𝘁 𝗶𝘀 𝘆𝗼𝘂𝗿𝘀 (𝟭)

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⋆.• Ship: Sakuatsu

➞ Parole: 10.361

↠ Comfort fic for: Vantalla_ so che avevo detto di dirmi che cosa volevi esattamente, ho un po' cambiato le carte in regola come ti dicevo, ma spero che ti piaccia lo so stesso :)

⋆.• Disclaimer: Partiamo dal presupposto che prima o poi sarei tornata con una Sakuatsu, perché è una coppia che ho cominciato a leggere ed apprezzare solo nell'ultimo mese. Non chiedetemi il perché, è successo per caso.
Le proposte sono sempre aperte, non potrò sempre scriverle in meno di quarantotto ore perché sono impegnata spesso, a parte quando mi prendo una pausa dal mondo lavorativo e scolastico. Però son qui, ecco.
Detto questo, vi propongo una hospital !au senza drammi o angst, solo semplicità e dolcezza.
Per ultimo e non meno importante:a storia è divisa in tre parti.
Dopo questo, penso che mi prenderò una piccola pausa delle pubblicazioni, perché sono a corti di capitoli e di energie!

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Lavorare in ospedale è faticoso, non soltanto per gli orari improponibili che devi svolgere.

Ho deciso di studiare Medicina a quindici anni, quando mi sono messo a vedere dei video su youtube su un impianto di cuore d'emergenza svolto in Italia. Mi piaceva passare le ore a studiare il corpo umano, per quanto potesse risultare strano che un ragazzino della mia età fosse interessato a un mondo così complesso da dover scalare nel corso di dieci anni.

Per la precisione: ci ho messo nove anni per concludere gli studi. Un po' in ritardo, anche per colpa della mia misofobia.

Non è stato facile. Non è semplice guardare il sangue sgorgare, vedere polmoni bucati o ossa rotte nel giro di pochissimi minuti, se lavori al pronto soccorso e sei al primo anno di tirocinio.

Impari a gestire l'ansia, vai da uno psicologo, ma c'è sempre qualcosa che ti spinge a non mollare. A parte l'ultimo anno, prima di laurearmi, la mia misofobia non mi aveva dato grossi problemi, dopo la morte di mio padre e una relazione finita per colpa del mio compagno fin troppo "ossessionato" dal mio corpo, ci ho dovuto fare i conti.

Non mi piaceva essere toccato, l'idea di dover toccare un corpo estraneo mi faceva andare fuori di testa. Ho preso una pausa, fatto una lunga terapia con la mia psicologa che mi aveva visto crescere, sono arrivato alla conclusione che non volevo mandare tutto a puttane.

Io amo il mio lavoro.

Dovevo farcela, in un qualche modo.

Adesso, a tre anni dalla laurea e con un posto fisso, un ufficio al secondo piano dell'ospedale centrale di Tokyo, posso dire di aver fatto un gran passato avanti.

Sono felice, sono un pediatra che cura i bambini. Qualche volta lavoro anche al pronto soccorso, solo durante le ore notturne, però è una bella soddisfazione.

Uso sempre i guanti durante le visite, la mascherina tendo ad utilizzarla solo se necessario e qualcosa nella mia testa mi dice che è una giornata no.

Sono stato bravo fino ad ora.

«C'è il bambino della scorsa settimana in ufficio che ha visto l'altro pediatra, è venuto con il papà questa volta.» Sussurra Kiyoko, che mi passa di fianco, con una cartelletta tra le mani e gli esami svolti questa mattina del suddetto. «Ti aspettano, Sakusa-san.»

Alzo un sopracciglio, mi levo gli occhiali da vista e li appoggio sul tavolino.

Ho appena finito di pranzare nella sala caffè, in anticipo di cinque minuti. So che non dovrei lamentarmi degli orari estenuanti che faccio qua dentro, dovrei aprire uno studio e godermi le quattro ore di lavoro al giorno che tutti i miei ex colleghi universitari fanno, ma io sono di tutt'altra idea.

 ☽ 𝗮𝗻𝗶𝗺𝗲 𝗼𝗻𝗲 𝘀𝗵𝗼𝘁 ʰᵃᶦᵏʸᵘᵘDove le storie prendono vita. Scoprilo ora