Poesia n.5

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Gioia


Alzati, dico, mio cuore

e salta gioioso il monte

e gli alberi se vuoi e grida

beato la campagna povera,

ascolta, bimbo, la preghiera

terrena. Cade dal fusto

l'ultima foglia, ma non ti

ispiri la passeggera noia!

Non il crepitio del terreno,

non il contadino stanco la sfortuna,

non l'aria gelida un inverno.

Alzati, dico, sul riverbero

residuo bollente di luce

che illumina ciò che vedi.

Perché sei fortunato a

esistere ancora. 



Questa poesia segna un cambiamento nella mia raccolta, che sembrava parlare solo di morte. C'è qui una speranza di vita: la gioia. Un incitamento al cuore a non soffermarsi sulle cose brutte di un inverno che ispira così tanta  tristezza, perché alla fine dice "sei fortunato a esistere ancora", la luce che illumina ciò che vedi. 

Pubblicherò più avanti una riflessione più ampia. 

Vento sonniferoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora