Lontano
Infinite orme, che al levante
escono al treno, avanzano
storte nella via e questa
gremita chiude amorevole
il sussurro eterno dei suoi
figli incolti. Oh, sfacciato è
tenere il pianto! Perché
il coro ultimo di crudel
castigo ama esser cullato,
ma si tace la vergogna e
il gemito appresso e di
funesto pensier si trasfigura.
La mia donna sta ormai
lontana, al di là del colle
polveroso e di memoria
si nutre il cigolio antipatico
del mio respir cedente.
Ma resisto, tiro la gamba
dura una pietra e rugge
il mio volto in rovina la
disperata miseria, e poi si
eleva in punta di piedi,
silenziosa e sfumata,
l'infame nostalgia di
esser baciati.
Mi sembra doveroso, ogni volta, precisare che le poesie sono scritte da me. Questa, a cui ho dato il titolo di "Lontano", parla di un uomo, appena arrivato in stazione, che ricorda sua moglie lontana. Non inserisco né parafrasi né commento. È giusto che il lettore ne tragga le proprie conclusioni, seppur contrastanti fra esse. Se volete scrivete un commento, mi farebbe piacere ascoltarle.

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Vento sonnifero
PoesíaQuesta è una raccolta di poesie e racconti, che fungono da spunto per ricavare riflessioni profonde sul senso delle cose e delle emozioni. È uno specchio aperto sul cuore, per consentire a tutti di cogliere il riflesso affannante dei pensieri.