"Questi ti appartengono."

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"Ti ho già detto di no, smettila!"
"Squit-squit"
"Ho detto che non ne ho bisogno!"
"Squit-squit"
"Non squittirmi a quel modo, sto cercando di aiutarci, lo vuoi capire o no?"
"Squit-Squit"
"Sto bene così ho detto!"
Erano giorni che Pelo provava a tirarmi su, ma con scarsi risultati. La tensione generale lo aveva reso nervoso, era ovvio che mi squittisse contro con veemenza, come biasimarlo?
Venire a conoscenza del fatto che il Dottor Ombra e Lenora fossero a piede libero, spaventava anche lui: un piccolo topino nato e cresciuto in un laboratorio per fare da cavia ad estenuanti esperimenti di potenziamento; ne aveva passate tante quante me ed era stato al mio fianco in ogni momento, sempre. Pelo si dimostrava ogni giorno la mia certezza, e nonostante fosse, almeno all'apparenza, un piccolo topo, si dimostrava più forte e coraggioso di quanto non lo fossi io.Da quando avevamo letto quella notizia sul giornale aveva sopportato il mio malessere tanto quanto nonna, perdonando la mia irascibilità nei loro confronti e cercando di strapparmi all'ennesimo decadimento.
L'assenza di Akki, poi, era un plus a tutto quello schifo.

"Per quanto ancora hai intenzione di startene lì, dì un po'?!" mi canzonò nonna dopo aver quasi sfondato la porta con un calcio. Se ne stava lì sulla soglia, a braccia conserte, rigida e truce nei toni, impassibile nei modi: gli occhiali a forma di cuore le coprivano gli occhi, ma il suo sguardo tagliente mi stava addosso comunque.
"Sono giorni che te ne stai ai piedi del letto davanti alla finestra spalancata, non mangi e non dormi visto che continui a fare "le scintille". Quel povero ratto si starà esaurendo a furia di starti dietro!" Sentenziò sbuffando con la pipa. "Sistemati e vieni a darmi una mano in negozio."
Strinsi i denti tanto quanto i pugni, mi alzai emergendo da dietro al letto, scura in volto: "Scintille?! Tu non immagini neanche che cosa ho dovuto passare." Mi parve di ringhiare proprio come una bestia sul punto di attaccare con ferocia la propria preda. "Ho passato quattro anni in quell'inferno. Sono stata usata e torturata, mi hanno messo in testa cose che posso vedere solo io, mi hanno abbandonata in un buco buio di disperazione e confusione e ho pagato la fuga al prezzo del resto della mia integrità mentale, e tutto questo perché ho solo morso una merda di pesca del diavolo!"
"Sistemati e passa in negozio." Impose atona e quasi totalmente insespressiva.
Non ne volevo sapere presa com'ero dalla rabbia: "Tutto quello che voglio adesso è solo una soluzione, ed è quello che sto cercando di produrre da quattro giorni a questa parte. Peccato che quelle stesse persone da cui sto scappando mi abbiano rotto qualcosa dentro che mi impedisce di mettere fine a questa storia." Mi accorsi di essere sull'orlo di una crisi di pianto solo quando Pelo mi salì svelto in spalla e cercò di placarmi graffiandomi gentilmente le guance, ammusandosi con tristezza ed apprensione.
"Quindi non uscirò da qui fino a quando non avrò trovato un modo per smettere di fare le scintille per impedire a quei mostri di portarmi via." Le puntai addosso uno sguardo pesantissimo, decisa più che mai a farmi valere. Probabilmente ero anche conscia del fatto che fosse il modo sbagliato ed ingiusto di pormi nei suoi confronti, soprattutto perché oltre ad essere mia nonna era la prima persona pronta a starmi accanto. Lei mi aveva salvata e mi aveva donato una casa in cui ricominciare, mi aveva tenuto la mano giorno dopo giorno nonostante il suo essere burbera e di poche parole perché non era incline alle dimostrazioni d'affetto.
Che motivo avevo di prendermela con lei?
"Invece della paura, prova ad usare la speranza nella tua rabbia." Professò saggiamente prima di scomporsi ed esplodere come un diavolo lanciandomi contro una ciabatta alla velocità della luce. Feci giusto in tempo a schivarla e per fino Pelo si ritrovò per aria pur di scampare a quella bomba in gomma e paglietta che crepò il muro. Incredibile... Non avrei mai immaginato cr potesse avere una forza del genere...
Ci voltò le spalle, varcando la soglia della porta ed aggiungendo: "La vita non è fatta di rose e fiori, Ari. Non te lo ripeterò di nuovo, scendi adesso con le tue gambe o ti farò fare la fine di quel muro."
Deglutii alla minaccia che pareva, per quanto bruta, aver smorzato quel momento di impeto.
Sapevo perfettamente quanto soffrisse da quattro anni a questa parte, ma il sol pensiero di ricadere vittima di quei folli mi faceva perdere il controllo anche con lei.
Fatto sta che andò via, lasciando me e Pelo con faccia da fumetto ad ammirare il buco sulla parete. Mi era letteralmente volato via il topo ma ero riuscita ad afferrarlo giusto in tempo!
Sentii tirarmi la t-shirt e squittire: "Mh?! Hai ragione! I fiori...I FIORI!"

Ariadna! {Trafalgar Law}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora