Non fu difficile: salii alla svelta uno ad uno i gradini luminosi che scomparivano al mio passaggio.
Saltai giù, appena sopra le colonne massicce e chiare che costituivano l'attico, ritrovandomi di fronte una gigantesca porta vetrata, priva di maniglie esterne.
«Ma dai, ti pareva!» ringhiai roteando gli occhi al cielo mentre Pelo, attraverso la porta del cane, si portava avanti a farmi da palo.
Non avevo mai scassinato la serratura di una stronza vanitosa in piena notte con dei pirati a guardarmi le spalle per raggiungere un tesoro prima di quella sera.
Che ridicolo scherzo del cosmo...!
Più che una brillante soluzione a quel piccolo dilemma, la mia mente prese a divagare: probabilmente se fosse stato lì, Akki avrebbe aperto un varco nel muro senza rimuginarci troppo su.
Infatti: cosa avrebbe fatto Akki al mio posto?
Sorrisi al pensiero di lui intento a canzonarmi beffardo con cose tipo "sbrigati lentiggini, io avrei già fatto" o "non ho mica intenzione di invecchiare qui!"; il mio cuore iniziò a scalpitare pesante ed irregolare alla certezza che, nel percularmi, avrebbe preso a torturare una ciocca dei miei capelli, attorcigliandosela tra le dita ed accendendosi con un sorriso superbo dei suoi.Oh si, avrebbe fatto qualche passo verso di me, concedendo pietà a quel piccolo torciglione morbido solo dopo averlo studiato a fondo col suo tatto.
Mi avrebbe carezzato la testa con dolcezza, lasciando scorrere la sua mano calda vicino al mio orecchio e sistemandomi i capelli con un gesto gentile.
E io non avrei avuto neanche il tempo, neanche il modo, di voltarmi o affondare le mie dita nei suoi capelli verdi come le foglie di una fitta foresta buia.
Mi sarei semplicemente persa nel suo odore, nel suo modo di fare.
Anche dopo un intenso allenamento l'odore di Akki mi rammentava quello della pioggia che bagna la terra, del petricore. Sapeva di natura, di casa, di corse nel bosco a piedi nudi e libertà...Lui! Ed il mio olfatto, volente o nolente, non si sarebbe mai stancato di percepirlo, d'inebriarsi della sua essenza, della sua vicinanza. Neppure quando avrebbe soffiato sul mio orecchio facendomi rabbrividire e desiderare più del suo respiro tiepido sulla pelle, più di quella mano persa tra i miei capelli, più di quelle boccate d'aria agguantate a fatica che la sua sola presenza portava via da me.
Poi facendo scivolare lentamente il suo braccio attorno alla mia vita, come fosse un orrido serpente gentile con la sua preda, mi avrebbe stretta a sé sussurrando qualcosa come:
«Per la miseria, piantala di startene lì impalata!»
«Ari, forza entra! Sbrigati!»Cosa!?
Un topolino minuscolo catturò la mia attenzione dopo un paio di graffi sul collo, riportandomi nel mondo terreno: «Pelo?!»
La calda nuvola dei miei pensieri si dissolse.
Akki non era lì, non potevo vederlo, stringerlo, parlargli.
Mi picchiai le guance con due schiaffetti per riprendermi dalle fantasie per nulla caste che il mio cervello era andato avanti a elaborare in un istante.
Il cuore avrebbe rallentato pian piano, da sé.
Diamine se mi mancava.
Avrei dato qualsiasi cosa per riaverlo lì, per riavere i suoi occhi verdi incastrati nei miei.
«Non abbiamo tutta la notte! Muoviti!» fui richiamata ancora una volta da Shachi.
Merda, aveva ragione!
Dovevo fare in fretta ed evitare rumori...
«Pensa, pensa Ari! Pensa!» mormorai a me stessa.
Quindi? Cosa avrebbe fatto Akki?
Gettai fuori un respiro aggressivo per darmi la giusta carica.
Sistemai i miei occhiali sul dorso del naso, non ci vedevo con la luce figurarsi di notte con solo la luna alle spalle mentre facevo la ladra...Porca miseria!Concentrai un quantitativo minimo di energia nella punta dell'indice, direzionandone il flusso azzurro contro la serratura.
Bastarono pochi istanti prima che quella saltasse via avvolta da una nuvoletta di fumo scura: via libera, era fatta!
Pensai di fare un cenno di riuscita ai ragazzi giù dal balcone, ma abbandonai l'idea pensando a quanto Law mi stesse col fiato sul collo, a quanto mi avrebbe sentenziata se mi fossi persa in cose così inutili. Era sicuramente il tipo!
Silenziosa come una gatta, varcai di soppiatto la vetrata guardandomi attorno e tenendo sempre all'erta tutti i sensi mentre con un gesto deciso l'evanescenza azzurra scivolava dalla mia mano per aggregarsi in una sfera levitante.
Non potevo certamente accendere le luci, giusto? Una piccola palletta luminosa dalle dimensioni di una pigna era il modo più semplice per una talpa come me di cavarsela contro centinaia di libri e la propria smisurata paura del buio.
Perché sì, avevo già preso a farmela sotto come al solito, nonostante avessi Pelo in spalla a darmi coraggio.
«Non possiamo fallire!» mormorai più a me stessa che a lui.
La libreria pareva essere immensa e gli scaffali in legno fissati al muro potevano contare più di sette ripiani in altezza. Ragionai per logica: solo un pazzo avrebbe mancato di dare un'organizzazione sensata a così tanti libri, pertanto "la favola del cavaliere e dell'orso buono" non doveva trovarsi fra i volumi di geografia o aritmetica, quantomeno fra i racconti per bambini o, straordinariamente, in quelli di storia.
Per mia grande fortuna trovai presto la sezione di mio interesse e dopo un'attenta (e silenziosa) ricerca lo notai e lo sfilai via dal suo ripiano: aveva una copertina rossa ed in carta rigida e lucida, come un vecchio manuale. I titoli erano scritti con un font banalissimo di colore blu perlato e non v'era alcuna illustrazione a rederlo particolarmente originale o bello, dava a pensare più ad un ricettario, onestamente.
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Ariadna! {Trafalgar Law}
FanfictionUn incontro non del tutto casuale permetterà ad Ari ed i pirati Heart di incrociare le proprie strade, dando origine a tutto ciò che di più avventuroso, sentimentale, erotico e magico si possa immaginare sul viaggio di Law e che non ci è mai stato r...