There's always a way out pt.2

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Fu lì che incontrai per la prima volta il dottor Ombra: un uomo alto ed estremamente magro che portava sempre un camice bianco e dei guanti in lattice arancioni (mi ricordavano quelli che mamma Manda usava per lavare i piatti!). Non so dire di che colore fossero i suoi occhi, portava sempre degli strambi occhiali scuri a forma di cuore. Aveva il naso lungo ed aquilino suppongo, era sempre coperto da una mascherina chirurgica. I suoi capelli erano ingrigiti, sparati a punta verso l'alto. Poteva sembrare un vecchio burbero, ma in realtà era inquietante e con una voce spettrale.
Riuscivo a ricordarmene perché quella volta ero lucida.
Lenora si avvicinò a me, mi toccò, e iniziai a sprofondare in un sonno profondo.Oltre a ciò di quel dottore il mio unico ricordo era una porta: chiuse pollice ed indice della mano per formare un occhiello (👌🏻) puntandomelo in fronte, da una luce appariva misteriosamente una porta e lui vi entrava, poi il caos ed il vuoto con cui annegavo nella paura.
Una cosa però mi restava sempre impressa: l'idea di sapere ed essere capace di fare più cose. C'era qualcosa di oscuro in quelle persone, qualcosa che non avrei ancora potuto conoscere.

~FASE 4: PENSIERO~ Il piano scritto sul foglio era estremamente dettagliato sembrava fosse stato progettato apposta per me! Presi un paio di gocce ed iniziai a pensare a come adattarlo alla mia situazione, di cui feci il punto con Pelo.
"Ma guardala! Parla ancora da sola questa!"
"Ne ho abbastanza di questi pazzi, mi serve proprio una vacanza!" Dissero due secondini di passaggio mentre passavano davanti alla mia cella.
Sarebbero ripassati dopo 9 minuti esatti.
Tuttavia per poter fuggire non dovevo solo eludere la sicurezza, ma avevo bisogno di liberarmi dal collare e dalle sbarre, le cui chiavi erano conservate nell'ufficio di sicurezza e luma-videosorveglianza a cui solo quei dannati avevano accesso.
Mi venne un lampo di genio! "Molto bene piccolo, come vedi sono io ad essere chiusa qui, non tu. Per adarcene da qui ho bisogno che tu mi porti quelle chiavi." Gli dissi sporgendomi dalle sbarre ed indicando il mazzo che una delle guardie faceva roteare tra le dita.
Lui comprese facendomi una di quelle mosse che aevo imparato a riconoscere, e zampettò via verso la sua missione.

~FASE 5: AIUTO~ Chiunque avesse buttato giù quel piano sembrava essere abbastanza riluttante nel chiedere aiuto, di fatti quel paragrafo era tutto portato fra parentesi ed appstrofato con 'se puoi, evita'. Bah!
Ad ogni buon conto non dovevo scappare da sola: Akki, Mila e tutti gli altri avevano bisogno di scappare come me. Per tutto il tempo passato lì, non sapevo neanche se aspettarmi dhe fossero ancora 'ricoverati' o no, e non passava giorno senza che mi chiedessi come stavano e dove si trovavano.
Però dovevo provarci, se Akki era lì, io dovevo trovarlo: nella fase 4, avevo incouso anche la sua parte.
Congiunsi le mani per poi separarle e creare "Zeno: finder!".
Contrastai quanto più possibile la scarica elettrica che mi attraversava e si amplificava man mano che utilizzavo il mio potere, folgrandomi.
Soffocai ogni strillo per non farmi scopire, la fatica vista la mia debolezza era tanta.
Sapevo che sarebero venuti a controllare perché i collare era collegato ai loro macchinari e lampeggiava per segnalarne l'attività.
"Vai finder, portami Akki!" Mugugnai mentre mi sentivo scoppiare la testa e cadevo a terra vittima delle convulsioni.
Però ce l'avevo fatta!
Le guardie non ci misero molto ad arrivare: "Che pena, tu non ti rassegni mai." Disse uno di loro constatando che si trattava dell'ennesimo tentativo di fuga fallito miseramente.

Fui svegliata da un delicato solletico alla guancia: "Ah sei tu Pelo..."
Raccolsi le forze e mi rialzai per andare a bere dell'acqua dal lavandino; misi le mani a coppetta e ne portai un po' anche al topo per premiarlo di aver avuto successo: come ho già detto, era un roditore molto arguto ed intelligente!
Mi sdraiai sul letto per riprendermi ed aspettare il passaggio dei secondini per poter avere via libera.
Dopo nove minuti da orologio, tirai fuori le chiavi da sotto al cuscino ed ignorando i risolini folli dei miei 'vicini' disattivai il collare e aprii la cella: ero ad un passo dalla libertà, stentavo a crederci talmente tanto che tracannai le ultime gocce calmanti.
La sensazione di non avere più il collo oppresso era magnifica, sapere di poter contare sui miei poteri mi rendeva ancora più determinata.
Potevo passare alla fase successiva!

Ariadna! {Trafalgar Law}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora