La mappa

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Tornai subito a casa, ancora estremamente innervosita dalle parole di Law.
E poi, più che rabbia e paura, probabilmente mi sentivo sopraffatta dai dubbi: che tutti i pirati Heart si fossero avvicinati a me per ricavarne informazioni? Che avessero finto tutto il tempo solo per guadagnarci? Io i ribelli del mare proprio non li sopportavo, ma come avrei mai potuto credere che le nostre chiacchiere e risate fossero bugie ben costruite?
Tutto quel pensare e ripensare mi stava mandando in tilt, senza contare che una caccia al tesoro sarebbe stata la cosa peggiore che sarebbe potuta capitare all'isola Gold; i pirati, che piaccia o no, hanno sempre portato il caos e qui, ultimamente, di disordine e misteri da risolvere ne avevamo già abbastanza. Una ciurma pronta a far disastri in giro pur di impossessarsi di qualche antica ricchezza avrebbe generato rivolte interne visto che gli isolani non si sentivano più al sicuro e bastava leggere il giornale per capirlo: solo nell'ultima settimana erano scomparsi altri tre uomini nella nostra parte di isola. Tre uomini, tutti e tre minatori i cui volti figuravano dell'immagine a piè di pagina.
Da bambina, per farmi star buona, mi veniva raccontato che se avessi continuato a fare la monella l'orso nero della miniera mi avrebbe portata via come faceva con i minatori. Ad avvalorare quelle paure vi erano dei reali articoli di giornale che riportavano, bianco e nero, di scomparse. Persone mai più ritrovate, inghiottite dall'ignoto.
Proprio per questo non avrei permesso a nessuno, tantomeno a Law e i suoi, di replicare l'incidente di Roubi o seminare il caos: ne valeva la serenità di tutta Gold.
In più non avevo mai sentito nulla riguardo alla presenza di un tesoro, ma ben ripensando a quando nonna aveva chiesto a Law il motivo del suo sbarco sull'isola, vedendo la sua reazione, era possibile collegare la cosa a due alternative: o sapeva del tesoro o temeva per me dato che era al corrente del Seeker e della storia della bottiglia.
L'unico modo per scoprirlo era chiedere alla diretta interessata!

Richiusi la porta in legno dietro di me, trovando nonna seduta sulla poltrona a pois intenta a leggere il giornale. Come sempre aveva una pipa in bocca ed il fumo che esalava veniva attraversato dalla lampada alle sue spalle. La luce gialla, quasi aranciata, colorava i suoi capelli chiari, lasciandola in parte in penombra.
"È vero che sull'isola c'è un tesoro?" Chiesi diretta, in piedi di fronte a lei.
Non distolse lo sguardo dalla pagina sotto ai suoi occhi, ma rispose: "E questo chi te lo ha raccontato? Uno di quei ragazzi?"
"Che importanza ha?" Ringhiai io. "Ti ho solo chiesto se esiste oppure no."
Al che abbassò il giornale ed alzando lo sguardo su di me, bloccò la pipa tra i denti: "Non esiste alcun tesoro." Mi sembrò diversa, quasi tagliente mentre pronunciava quelle parole.
Era estremamente seria per i suoi standard, soprattutto per una domanda così 'sciocca'; giustamente non potevo aspettarmi di meglio visto il mio tono usato in precedenza, ma la conoscevo fin troppo bene: nascondeva indubbiamente qualcosa.
Assottigliò gli occhi prima di riportare la sua attenzione alle notizie ed io ne approfittai ler andarmene.
"Vieni Pelo, andiamo!" Dissi rivolgendomi al mio amichetto che nel frattempo si era sdraiato sul divano. Dovevo ancora lavarmi di dosso il frappè alla fragola, ne avremmo approfittato per fare un bel bagno e schiarire le idee.

Salii, riempii la vasca e nel frattempo mi spogliai per potermi immergere. Pelo mi precedette tuffandosi nella schiuma alla vaniglia.
"Non ce la racconta giusta, se non stesse mentendo avrebbe sicuramente iniziato a raccontare qualche strano avventuroso aneddoto dei suoi. Le sue reazioni la fregano."
"Squit-squit"
"Già! Non so un accidenti riguardo questo fantomatico tesoro, cosa dovrei fare?!" Afferrai un pochino di schiuma con la mano e l'avvicinai al mio viso per poterla soffiare sul pancino di Pelo, che si godeva beato il tepore dell'acqua galleggiando per tutta la vasca. "Pensi che dovremmo seguirla? Troppi misteri attorno a lei, non credi?"

Dopo essermi scrollata di dosso le disavventure del giorno, mi recai in camera, di fronte alla scrivania, per accendere una candela: "Stasera lavanda?" domandai col fiammifero tra le mani. Pelo zampettò nel cestello in cui conservavo tutte le candele e ne estrasse una rossiccia. "Mh, melograno, ottima scelta!"
Passai velocemente il fiammifero sul retro della sua confezione per poterlo accendere; posai il flaconcino di gocce calmanti ai piedi del letto solo dopo averne ingerito un paio e poi mi assicurai che la finestra fosse aperta per godere anche della luce della luna e mi lasciai cadere a peso morto sul letto. Il topo fece lo stesso, posizionandosi accanto alla mia testa, il suo posto preferito. Lo coccolai, solleticandone il pelo grigio con le dita e giocherellando con le sue piccole orecchie tonde. Lo fissai ammaliata, volevo un bene dell'anima a quell'esserino!
Gli sorrisi e lui mi permise di tenere la mano sul suo dorso perché sapeva che avrei avuto gli incubi ma che in qualche modo il contatto fisico mi rassicurava parecchio: "Cerchiamo di dormire, gli agenti segreti si svegliano presto!"
Che giornata, roba da non credere. Che diavolo stava succedendo?

Ariadna! {Trafalgar Law}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora