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~Yelena~

Dopo aver visto anche mio padre morire andai di sopra in camera mia, presi uno zaino e ci misi dentro vestiti e un po' di cibo, non sapevo dove andare ma sapevo che dovevo scappare così per non lasciare traccie bruciai casa e cercai di andare il più lontano possibile.

Avevo preso anche un po di soldi e delle pistole di mio padre.

Andai in giro per circa due mesi quando poi fui messa in una casa famiglia, eravamo degli schiavi, dovevamo per forza rispettare tutte le loro regole e stare agli ordini altrimenti ci sarebbero state conseguenze molto gravi, non so bene da cosa si tratti dato che non ho mai provato a disobbedire avevo fin troppe cicatrici e non volevo farmene altre.

Passai molti anni anni in quella casa famiglia, ho visto di tutto in quel posto, molti ragazzi diversi, il ragazzo che mi ha colpito di più fu uno che apparentemente sembrava molto tranquillo se non per il fatto che disobbediva sempre, mi ricordo che un giorno era pulito in volto e il giorno dopo non più, se ho capito bene è stato il suo compagno di stanza a fargli un lungo graffio che partiva dal sopracciglio destro fino alla sua guancia, è stato molto fortunato, il suo compagno non ha mai risparmiato nessuno ed è molto strano che gli ha lasciato l'occhio, ma tralasciando ciò, il ragazzino ogni tanto rubava degli aghi mentre lavoravamo mettendosi non so dove, e per questo finiva sempre nei guai, ma quello che è riuscito a fare è stato spettacolare.

Io e lui ci conoscevamo solo di vista, ma apparentemente sembrava un tipo innocuo dolce e anche abbastanza carino, soltanto che ha un brutto passato alle sue spalle, non so bene di cosa si tratti dato che ne sentivo parlare qua e là soltanto mi dispiace, qualunque cosa sia mi dispiace.

Saltiamo qualche mese di pura noia e arriviamo al mese della mia evasione, il mese piu movimentato della mia vita.
Il ragazzino con la cicatrice sul volto con quegli aghi creò una bomba che fece esplodere nella sua stanza, uccidendo un paio di guardie e anche il suo compagno, dopo che fece questo scappò via aprendo tutte le nostre camere siccome erano chiuse non so in che maniera non ci ho mai fatto caso, stavo dicendo, lui se ne andò lasciandoci liberi, le guardie lo rincorrevano ma io e gli altri ragazzi della casa famiglia le uccidemmo, un po' per vendetta e un po' per aiutare quel ragazzo dopo che ha fatto tanto per noi.

Finito di uccidere le ultime guardie ci fu un incendio, non so da dove partì e non so neanche se fu stato il ragazzino, non credo però semplicemente perché lui dopo averci lasciato liberi non può darci fuoco come se non fossimo nulla, quindi io mi rifiutai di crederci per tutta la vita, ma se non è stato lui allora chi? Non lo so spero solo sia morto.
Da quel giorno iniziai a contare tutti gli omicidi che commettevo.

Io riuscii a fuggire dall incendio, provocandomi varie scottature ma niente di che, ma gli altri, gli altri non ce l'hanno fatta.
Scappai dalle fiamme e arrivai al punto di inseguire la ragione per la quale io adesso sono in vita, lui, Marcus.

Lo spiavo continuamente giorno e notte per molti mesi, cercava disperatamente aiuto ma sembrava come non esistere, nessuno lo aiutava, così un bel giorno decisi di rubare un portafoglio, no aveva molto solo venti dollari, ma non mi importava, andai a prendere qualcosa da mangiare e da bere, mi diressi verso il luogo dove stava quasi sempre, arrivai e lo vidi seduto che disegnava, mi ero messa il cappuccio per non farmi vedere in volto, sia per paura che mi potesse riconoscere sia perché non volevo far vedere alla gente le mie cicatrici, mi avrebbero presa per un mostro.

A dai da lui e gli porsi il suo pranzo, gli lasciai anche i soldi restanti nonostante servissero anche a me, ma questo era l'unico modo che avevo per ringraziarlo per quello che aveva fatto, senza dire nulla mene andai e mentre camminavo lo sentii dire 'grazie' io mi voltai e sorrisi, non mi riconobbe per fortuna.

I mesi passavano e ogni 20 del mese andavo da Marcus e gli davo dei soldi era sempre lì ad aspettarmi, ma non oggi.
Lo cercai ovunque ma non era da nessuna parte, era molto strano ma on ci feci caso, gli avrei dato i soldi domani.

Stavo camminando per andare non so dove, mancava una settimana al mio compleanno, esso ricardeva proprio il giorno dei morti. Camminai e mi ritrovai fino ad un vicolo cieco, dannazione. Mi girai per andarmene ma qualcuno mi tirò una sbarra di metallo in testa facendomi svenire, credo di avere ancora il segno.

Detto ciò non so dove mi portarono, quando mi svegliai non vidi nulla ma poco dopo mi resi conto di avere qualcosa sulla testa che mi impediva di vedere che gente avevo davanti, se stupratori o no, killer psicopatici o no.
Dopo un po' sentii una voce maschile che ordinò ad un ragazzo di togliermi quel cappuccio dalla testa, quando me lo tolse rimasi sorpresa nel vedere dei ragazzi della mia età avere delle armi nelle mani, una cosa sola pensai in quel momento, 'non sono l'unica killer minorenne'.

Un uomo vestito abbastanza elegante iniziò a parlare:
"Yelena Harp, sei soddisfatta della tua vita?"

"certamente, non ho un briciolo di soldo, vivo per strada, mangiando immondizia e dormendo nel piscio, è tutto fantastico"
risposi io un po' incazzata dalla domanda, era evidente che non ero soddisfatta della mia vita, lo si vede da come mi vesto, avendo gli stessi vestiti da anni.

"ora se permettete avrei una domanda. Chi siete?"

"chi siamo noi non ha importanza, l'importante è che sappiamo chi sei tu Yelena, e sappiamo cos'hai fatto. Sei una killer psicopatica, 130 omicidi in soli 7 mesi. Sai non molti apprezzano questa particolare caratteristica, ma io si. E se ti dicessi che c'è una scuola per quelli come te. Saresti circondata dai tuoi coetanei che anch'essi hanno commesso omicidi proprio come te. Accetti dientrare a far parte nella mia scuola? Dove imparerai le arti mortali? Accetti Harp?"

"cosa ci guadagno?" dissi io fredda

"ti offrirò un posto dove stare, una 'casa'"

A quelle parole mi scesero i brividi lungo la schiena, e se fosse stata come la casa famiglia?! Avevo paura ad accettare ma dovetti farlo, ero stanca di vivere senza un letto dove dormire.

Una Killer Psicopatica ||Marcus Lopez Arguello|| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora