Capitolo 7

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                                                                                              Bella
L'illusione.
L'illusione è la caduta nella realtà e nel dolore.
Io mi ero illusa quando ero piccola: credevo che avrei passato la mia vita felice con Lei, che mi avrebbe visto crescere, che avrebbe conosciuto il mio futuro fidanzato, che avrebbe saputo ogni minima cosa di me... ma non fu così.
Fra poche settimane sarà Novembre e non sono ancora pronta per tutto.
Il 15 Novembre è quel giorno...
Il mio istinto mi ha portata qui, davanti alla porta del seminterrato, dove abbiamo i nostri ricordi più belli.
Sblocco la serratura con la chiave offerta dalla zia, apro ed entro. Premo l'interruttore per illuminare la stanza.
Ha qualche ragnatela in qualche angolo, un po' sporco di polvere e una pila di scatoloni negli scaffali.
In una prima scatola, ci sono i suoi panni che sanno ancora di lei dopo annj, nella seconda invece, giacciono uno dei suoi libri romantici, afferro orgoglio e pregiudizio e ci soffio sopra per togliere la polvere.
Poi trovo una terza scatola, che si trova la divisa da poliziotta. La camicia blu con i pantaloni del medesimo colore, un giubbotto antiproiettile, il distintivo e la pistola con qualche ricarica di proiettili.
Lei mi ha insegnato a sparare.
Fin da piccola, ho pensato che dovevo imparare a difendermi. Quindi all'età di nove anni, imparai a tirare qualche calcio e pugno e poi con una pistola giocattolo, mi insegnò a sparare.
Appeso al muro di mattoni, c'è il bersaglio che lo utilizzava per fare pratica con la mira, per fortuna questo sgabuzzino è insonorizzato.
Decido di vedere se me la cavo ancora, quindi prendo, ricarico la pistola e miro.
Al primo sparo, non va verso il centro ma un po' più a destra.
Invece al secondo sparo, va a sinistra.
Al terzo, vicino al centro.
Al quarto, centro per bene.
Be', la mira c'è ancora.
"Bella, la cena è pronta" compare papà. Rimetto la pistola subito a posto ed esco dallo scantinato.
"Hai provato la pistola della mamma?" Chiede Robert.
Annuisco malinconica.
"Lo sai che ti ci vedo come poliziotta"
Cosa? Io come...?
"Tu dici così perché mi rivedi in lei, papà"
"Non è vero. Tu sei Bella Smith, non sei la mamma, e ho sempre rivisti in te la voglia di aiutare gli altri, la cosa che amo più di te" ribatte.
Giá, io sono Bella Smith...

***

Quindici minuti di ritardo al mio primo giorno di scuola. La sfiga ha voluto stare dalla mia parte oggi. 

Maledetto traffico.

E maledetta me che mi son scordata il primo giorno.

Appena ero entrata a scuola, sono corsa nella classe di Biologia. La professoressa mi ha uccisa con lo sguardo ma ci è passata sopra dicendo:

"Smith, ci passo perché è il suo primo giorno, ma sarà la prima e l'ultima volta"

"Adesso, io mi chiedo: come hai fatto a dimenticarti del tuo primo giorno di scuola?" mi dice Kay appena chiude il suo armadietto, di fianco al mio.

"Me ne son dimenticata e basta" rispondo.

"Bonjour, Bella Smith. Ben ritornata tra di noi" la voce squillante dietro di me mi spaventa.

"Porca puttana!" impreco fra me e me. Mi giro nella direzione di quella voce squillante.

"Ciao Alyssa Brown, anche a me fa un piacere rivederti" la saluto.

Ha un top che le copre il seno piccolo ma lascia scoperta la pancia piatta, le sue gambe snelle sono coperte da un pantalone attillato a vita alta di pelle nero, e tutto ciò accompagnato da uno stivaletto col tacco decorato da delle borchie. I suoi capelli biondi sono corti fino alle spalle con delle onde morbide, i suoi occhi marroni sono accentuati dal mascara e le sue labbra sono volumizzate dal gloss rosa.

"Oh mio dio! Eri sfigata prima e lo sei tutt'ora"

"Tu, invece, eri bionda e niente cervello prima e lo sei tutt'ora"

Odio amartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora