Capitolo 22

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Kayla
La sveglia suona e la spengo subito. Meglio alzarmi. Asciugo le lacrime che ho consumato anche questa notte per colpa della mia relazione.
Questa relazione mi sta facendo male... Lo so però... Non riesco a fare la cosa giusta sia per me che per Lucas.

Nel frattempo che penso al litigio di questa notte, vado a rinfrescarmi con una doccia, togliendo tutto lo stress, il pianto e un po' di dolore. 

Lucas cosa siamo diventati?

Prima eravamo felici e spensierati, non riuscivamo a staccarci e dopo...
Interrompo il getto d'acqua e comincio a prepararmi. Indosso una felpa corta nera e dei leggins del medesimo colore. Passo al trucco con un po' di mascara per allungare lo sguardo, il correttore per coprire le occhiaie scurissime e per concludere un lip oil al gusto frutti rossi.
Finisco tutto ciò con l'asciugatura dei capelli.

Esco dalla mia camera e vado in cucina per preparare la colazione. Sono sola in questo periodo: i miei genitori sono andati a Miami per degli affari di lavoro e ritorneranno fra sette giorni. Avrei bisogno di loro. Avrei bisogno di sfogarmi con loro, di scaricare tutto il mio dolore con loro mentre mi coccolano e io piango. Ormai sta diventando un talento naturale.
Ma intanto... quando mai ci sono i miei genitori? Mai. Sono sempre fuori per lavoro e non mi ricordo nemmeno l'ultimo momento in cui ero felice con i miei. Mi sento così sola...

Da quando hanno scoperto che mi drogo, mi tengono sotto controllo e li posso capire. Non li biasimo perché mi pento soprattutto io della mia stupida scelta... Solo per seguire il mio amore. Accendo il cellulare e noto ventiquattro chiamate perse di Lucas e un brivido di terrore mi inonda. L'amore fa anche sentire questa sensazione?

Ascolto il primo messaggio vocale mentre farcisco il pane con la marmellata di fragole:
"Ciao... Amore. Volevo chiederti scusa per come mi sono comportato... Non era mia intenzione attaccarti ma quando sono drogato, sono così e non riesco a controllarmi-" blocco immediatamente l'audio e cerco di trattenere le lacrime. Ho bisogno di non pensare. Decido di chiamare Bella e inizio a mangiare e a sorseggiare il mio caffè lungo. Per la mia insonnia, sto raddoppiando le dosi di sonniferi.
"Buongiorno" udisco il suo tono di voce non molto attivo come al suo solito.
"Ehi..." Potrei fingere con gli altri ma con la mia migliore amica mai.
"Strano che sei sveglia a quest'ora"
"Devo fare un po' di faccende siccome i miei sono fuori per lavoro"
"Hai dormito?" Percepisco un po' di sollievo il fatto che si preoccupi per me.
"Vuoi la verità? No..." Rispondo sincera.

"Potevo immaginarlo"

"Tu?" Chiedo.

"Nemmeno io. Questo periodo è veramente una merda"

"Giá... A chi lo dici..." Finisco la mia colazione, infilo la tazza e il piattino nel lavastoviglie, metto la borsa a tracolla bianca in spalla e vado fuori per fare un po' di spesa.

Parlo ancora con Bella ancora un po' e decidiamo di stare insieme dopo il suo pranzo con gli Stone per tirarci un po' su di morale al Linda's.

Chiudo la telefonata ed entro in auto sempre di nascosto. Lo so che hanno messo un localizzatore nell'auto ma andare al supermercato a piedi è impossibile, per me almeno.

Infilo le chiavi nel quadretto e aziono... O meglio ci provo. Perché non va? Ci riprovo ma niente... Ci voleva anche questa.

Sbuffo e scendo per alzare il cofano e compare un fumo, facendomi tossire.

Bene, dopo devo anche controllare la macchina. Papà mi ha un po' insegnato la meccanica quindi diciamo che me la cavo. 

Recupero le mie cose e mi avvio in fermata.

Che palle!
Cominciamo bene questa giornata...

Sono passati cinque minuti e vedo la panchina con affianco il cartello delle fermate.

Odio amartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora