Capitolo 17

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Bella
La mia bocca viene subito tappata appena stavo per dare la risposta a mio fratello dall'altro capo della chiamata. Il mio cuore balza di paura. Quel qualcuno mi sta trasportando fuori dal locale, all'uscita di sicurezza.

Non capisco chi è, il mio corpo è bloccato dal suo braccio muscoloso e nudo di tatuaggi. Impreco e mi dimeno.

Il gelo di Ottobre mi colpisce e finalmente mi lascia andare. Adesso gli faccio vedere che non deve trattare così le donne, mi volto e sussulto appena vedo quello sguardo da psicopatico folle. Adam Garcia.

Cerco di scappare da lui ma mi riprende di nuovo, sentendo un qualcosa di metallico e freddo sulla tempia. Mi ha puntato una pistola.
Il mio cuore prende a battere forte, forte, forte ed io non so che fare.
"Credo che tu abbia un qualcosa che mi appartiene"

Il pugnale.

Deglutisco.
"Io non so di che cosa stai parlando"
"Non mi mentire" ringhia, premendo la pistola sulla mia tempia. Il respiro è irregolare dalla paura.
"Allora? Dov'è?"
"Ok, ok, stai calmo. Te lo porterei subito... se solo non fossi con una pistola addosso e bloccata"

Il suo capo si abbassa sul mio collo e lo annusa, mugolando di piacere.
"Vaniglia" un brivido di ribrezzo compare lungo la mia schiena.

"Dove sta?"
"A casa mia"
Lui pian piano mi lascia andare, con le braccia alzate, segno che non mi farà niente, la pistola finisce sotto ai jeans neri e nascosto dalla felpa grigia.
"Posa la pistola" impongo.
"Perché mai dovrei?"
"Non vorrei andare a casa mia con uno che tiene fra i suoi pantaloni un'arma, quindi dobbiamo andare a casa mia con le mie condizioni"
"Non mi faccio prendere ordini da una ragazzina"

"Dovresti invece" non ho parlato io.

Una voce profonda mi arriva alle spalle e ci sono tre figure che non le individuo dal buio della notte.
Avanzano e sono Katy, Nicolas e lui... Tom, che incontra il mio sguardo.

"Lei non si muoverà di qui finchè non ti sarai tolto dai pantaloni quell'arma" dice Katy.

"E se non lo fai mantengo la mia promessa di ucciderti Adam" minaccia Stone.

La risata crudele di Garcia mi arriva alle orecchie.
"Siete proprio dei ragazzini che avete paura per una pistola. Però vi accontento" sento la porta aprirsi e richiudersi di nuovo.

"Io te l'avevo detto che ti saresti messa nei guai con lui" mi ringhia addosso Tom, rimanendo immobile nel suo posto, con i pugni stretti e i muscoli tesi.

"Non pensavo che fosse una persona così importante" mi giustifico.

"é questo che fai, Bella Smith, tu non pensi mai alle tue azioni" avanza in un nanosecondo a me "segui il tuo istinto, finendo nei guai, e questo ti rende irresponsabile delle tue azioni. Non è un mondo fatto di rosa e fatine svolazzanti, sei finita in un mondo crudele e spietato. Dimmi il tuo istinto come fa a farti uscire fuori da tutto questo"

Indietreggio come se mi avesse colpita   con questo rimprovero e mi sento una bambina irresponsabile. Forse è vero, mi sto immergendo nei casini pur di scoprire la verità.

Mi guarda come se fossi una ragazzina inesperta.

Mi rendo conto che ha ragione, ma non glielo dimostro.

Maledetto orgoglio.

Stringo i denti, cacciando i miei pensieri e quel piccolo peso che si è accumulato in me.
"Allora cosa vuoi da me? Se non ti piaccio come persona, si può sapere come mai mi salvi ogni volta. Fatti capire Tom Stone" ricambio il suo tono rigido "Non ho bisogno del tuo aiuto. Ce la faccio ogni volta da sola. Ce l'ho sempre fatta da sola"

Odio amartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora