"Hey tu.giù le mani dalla mia bambina". Ok Papà era leggermente alterato.
"Papà". Feci io. Daniel impallidii,io arrossii. "Salve signore". Cercò lui di fare confidenza,con un risultato abbastanza penoso.
Papà aveva degli occhi da falco:"Lei è solo una bambina,è ancora piccola,hai capito?".
Che imbarazzo.
"Io..ecco volevo invitarla a fare un bagno, oggi è una bella giornata e...". Non lo lasció terminare:"NO, voi due in mare da soli non ci andate". "Ma papà". Mi lamentai io. Daniel si scusó e si allontanó verso la porta. "Aspetta". Lo chiamai io. Ma mio padre mi prese per un braccio.
"Maureen, no". Cercai di divincolarmi ma lui era piú forte di me. Daniel mi fece un cenno e scomparve oltre la soglia. Avrei voluto piangere ,urlare ma mi limitai a pensare e quando mio padre mi lasció il braccio corsi in camera, serrai la porta ed esplosi in pianto. Mi domandavo perchè si comportasse a quel modo, quale fosse il problema. Non ero una bambina, non piú almeno.
Non aprii la porta a nessuno. Nemmeno per mangiare, stavo solo aspettando la sera, per scappare tra le onde e dimenticare tutto. Ma la fame si fece sentire, forte.Ma ero intenzionata a non cedere, a resistere. Finché non bussó Rosa e la feci entrare. Era tranquilla, solare, come sempre:"Sorellona guarda che ho qua di buono?"E mi porse un piatto fumante di patate al forno e spezzatino. L'odorino era invitante ed inresistibile. Lo presi e lei si sedette accanto a me sul letto. "Mamma e papà sono arrabbiati, ho saputo cosa è successo oggi con Daniel. Sorella non lo conosci ancora e già stai a baciarlo?". Mi sentii avampare le guance di fuoco. "Rosa io... non so, non ragionavo". Lei sospiró:"I ragazzi". Poi cambió subito argomento rubandomi una patatina dal piatto:"Allora stasera mi riveli il tuo segreto? ".
Caddi dalle nuvole, me ne stavo dimenticando. "Si, giusto, quando tutti dormono evadiamo e...vedrai che figata".
Lei rispose:"Non vedo l'ora, posso prenderti un po' di spezzatino? ". "Daccordo". Le risposi io.
Non aprii la porta ad alcuno altro, nemmeno alla nonna, pensavo sempre piú al mare, nella mia testa riecheggiava il suono delle onde sugli scogli, come un richiamo. Cercavo di far sparire per il momento Daniel dalla mia testa ascoltando mia sorella che parlava come una macchinetta di tutto ció che le era successo quel giorno, dei suoi nuovi amici, del sole, episodi ridicoli, chiacchere, del caldo afoso, del mare...ogni volta che lo nominava mi pareva di udirlo nella mia testa come una musica. Tra le sue chiacchiere quasi mi addormentai, finché non mi chiamó:"Maureen, mi ascolti?". "Si si". Feci io un po' storna.
"Allora che facciamo ora?".
"Come?".
"Non dovevi farmi vedere quella cosa?". Caddi dalle nuvole:"Giusto, che ore sono?".
Lei guardó la sveglia che tenevo sul comodino:"Sono le 10:15, a quest'ora i genitori e i nonni sono nel magico mondo dei sogni".
"Perfetto". Dissi io alzandomi dal letto per prendere il costume. Lei parve non capire:"Maureen ma a che ti serve il costume a sta ora?".
"Lo vedrai Rosa".
L'acqua era accogliente come l'avevo lasciata, avrei voluto fondermi con essa. Le onde si scagliavano leggere sulla riva ai piedi di Rosa che mi fissava. Stranamente non ero a disagio di fronte a lei. Non era scappata, non aveva urlato, ma aveva dimostrato solo un leggero, piccolo stupore mentre vedeva il mio corpo dalla vita in giú mutare.
Sembrava incuriosita, ma non spaventata. Lo spuntare delle branchie la aveva un po' innoridita credo ma lo aveva dimostrato poco, cercando di tradire le sue emozioni. "Cosí sei una sirena". Mi disse tutto dun fiato."Figo in effetti". Per tutta risposta mi ero avvicinata a lei sdraiandomi con il corpo tra la sabbia e il mare. Lei mi toccó le pinne e commentó:"Pazzesco, pensa se lo sapesse Sasha".
"Già, non dirlo a me. Ma Sasha non puó saperlo e neanche Daniel".Risposi io calma.
Rosa mi ammoní:"Non sono stupida".
"Lo so, io adesso vorrei restare un po' qui, nuotare un po'. Mi piace, è strano, lo percepisco sulla pelle come se volesse rapirmi, nella mia testa risuona la sua voce, odoro il suo profumo irresistibile e vorrei perdermici".
"Wow". Fece Rosa:"Caspita, è davvero incredibile. Torna presto ok? Dove hai intenzione di andare?".
"Dove mi porta la corrente, non so".
"Si ma sta attenta".
"Mi stai prendendo in giro?".
"Forse".
"E tu Rosa che fai?". Le domandai divertita. Lei mi rispose come se fosse la cosa piú ovvia del mondo:"Ti aspetto qui".
"No, va a casa, qui è pericoloso a quest'ora".
"Ma dai". Disse lei.
"Rosa, sono serissima, non farmi preoccupare".
"Uff....Daccordo". Si arrese e si alzó sbuffando. "Non fare cavolate". La richiamai io mentre si allontanava. Lei si voltó un momento e mi sorrise:"Andró dritta a casa e non daró ascolto ai coniglietti cattivi che incontreró per strada". Sapevo che nonostante l'ironia non mentiva e mi allontanai dalla costa tranquilla. Presi sempre piú velocità, mi immersi negli abissi, saettai tra gli scogli in fondo ad essi, attraversai branchi di pesci dai vivaci colori.Tutto era diverso in quel mondo, tutto era magico, maestoso, affascinante. La libertà e l'andrenalina mi erano compagne. Provai a fare dei salti fuori dall'acqua e mi stupii di me stessa. Dimenticai per diverse ore tutto il resto. Per me in quel momento esisteva solo il mare e le sue meraviglie. Fino a quando ripresi coscienza e a malincuore mi ritirai da esso sulla spiaggia da cui ero partita. La coda, le branchie, si ritrasformarono in parti di un corpo umano e mi alzai con cautela riprendendo la via di casa con l'alba a farsi sentire che imperlava il cielo. E udii il mare salutarmi e invitarmi a tornare.
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Perla nera
ФэнтезиLe onde si infrangono sulla spiaggia deserta al chiaro di luna, mentre mi lascio avvolgere dal mare e dai suoi canti.