Capitolo 8

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"Maureen hai dormito stanotte?". Mi chiese la nonna vedendomi sbadigliare all'ora di pranzo con due brutte borse sotto gli occhi.
"Più o meno".Risposi io lasciandomi sfuggire un leggero,incontrollabile sbadiglio.

"Ah,piccola mia,se hai dormito male ti conviene riposarti un poco questo pomeriggio prima di andare in spiaggia". La nonna aveva ragione,dal sorgere dell'alba avevo dormito appena due ore e stavo in piedi per miracolo. Eppure non me ne pentivo. Consumai il mio pranzo con una flema preoccupante tanto chemia madre pensò mi fossi presa un influenza. Ma sentendomi la fronte constatò che stavo bene. Avevo un unico desiderio in quel momento,dormire. Quando mi abbandonai alle lenzuola non mi pareva vero,mi addormentai profondamente,vestita di tutto punto,con ancora le scarpe addosso.Che scema. Verso le sei di sera mi svegliò la mamma sussurandomi all'orecchio:"Maureen ti va di mangiare qualcosa?".

"Grazie mamma,volentieri".Mi stropicciai gli occhi e mi alzai. "Che ore sono?".Le domandai.

"Hai dormito di brutto,sono le sei passate di sera".

"Cosa?".Esclamai io:"Ho dormito tutto il pomeriggio?":

La mamma ridacchiò:"E sembravi un angioletto". E mi stampò un bacio in fronte. A volte la ritenevo troppo melensa,quasi avesse paura di perdermi.

"Rosa dov'è?"Le chiesi con un improvvisa preoccupazione.

"Fuori con i suoi amici,perchè?".

"Se non mi fossi addormentata avrei voluto passare il pomeriggio con lei".

"Perchè non ti fai degli amici,lei sta andando daccordo un po' con tutti i coetanei".

E li mi salì una leggerissima collera:"Io un amico lo avevo trovato".

Mia madre pareva compiaciuta:"Tu ti fidi di me vero?Papà sarà anche duro ma è sempre tuo padre ma ha le sue ragioni se non vuole che tu frequenti quel ragazzo".

" E quali sarebbero mamma? E' forse un alieno? Nonna aveva detto che lui e suo padre erano brave persone". Dissi in tono tra il seccato e lo sconsolato.

"Oh Maureen noi cerchiamo solo di proteggerci mantenendoci in buoni rapporti con loro e..."

"Buondì sorellona,bentornata tra noi". Rosa irruppe bruscamente,spalancando la porta e urlando con la sua vocina acuta da sirena dell'ambulanza. Mi saltò addosso abbracciandomi forte e sussurrandomi all'orecchio:"La mia bella sirenetta". Mamma parve aver udito nonostante il tono basso:"Cosa?Rosa che dici?". Nella sua voce c'era un filo di angoscia.

"Esprimo il mio affetto per la mia unica e sorella preferita". Le diedi qualche pacca sulla schiena:"Che hai bevuto eh?":

"Acqua e limone da quel che ricordo".

"EMM...Ok,mamma scendiamo a fare lo spuntino".

"Si meglio".

Rosa pareva un silurio,prese il suo panino con nutella e schizzò letteralmente fuori di casa,salutando tutti con rapidità per raggiungere i suoi amici. Io me la presi con comodo. Mangiai il mio panino leggendo una rivista di gossip che si comprava tutte le settimane la nonna. Era una donna abbastanza strana per la sua età. Poi mi decisi ad uscire anch'io. Andai a camminare sulla spiaggia da sola,spensierata. Decisi di fare una cosa che mi ero promessa di fare da un po'. Qualche registrazione e foto per Sasha. Pensai che avrei anche potuto farle una telefonata più tardi. Mi arrampicai sugli scogli e ripresi il mare da un buon punto,ottimale,poi passai ad alcuni granchi che trovai impigliati tra mare e scogli e a dei gabbiani che si erano fermati a riposare sulla sabbia.  Quel giorno ero proprio fortunata,al calar del sole trovai sulla sabbia in riva al mare un enorme conchiglia rosata chiusa. La raccolsi e le feci una foto tenendola con una mano e con lo sfondo del tramonto. La misi in tasca. Era pesante. A casa avrei provato ad aprirla. Poi passai a registrare le onde,non trovavo altri suoni interessanti in quel momento perciò misi in pausa il mio MAUREEN PASSIONE FOTOGRAFIA e proseguii per la mia solitaria passeggiata. Il cielo era attraversato dai colori caldi del tramonto,bellissimo.

Improvvvisamente sentii dei passi affrettati dientro di me,sempre più vicini. Quando mi girai la persona era ancora lontana(I miei sensi uditivi dopo la trasformazione erano aumentati parecchio) ma lo riconobbi subito.Daniel. Mi fermai sorridendo sentendo lui pronuciare il mio nome:"Maureen". Lo attesi estasiata. Era vestito da spiaggia,senza maglia,bagnato dalla testa ai piedi. "Ciao Daniel". Lo salutai quando mi fu abbastanza vicino. "Ti stavo cercando".Sorrise lui passandomi una mano sulla guancia. Mi abbandonai con il mio viso contro il suo,cogliendolo di sorpresa,baciandolo con foga. In quel momento desideravo solo quello. Lui mi mise le mani sui fianchi e rabbrividii per la bellezza di quel momento e gli accarezzai le ciocche dorate attirandolo a me. Era come veder comparire un angelo improvvisamente,stupendo. Si avvicinò al mio orecchio e mi stuzzicò dicendomi:"Sei una ragazza bellissima". Mi sentii avampare mentre rispondevo al complimento:"E tu sei un angelo,sei talmente bello che vorrei portarti via con me per sempre". Senza rendermene conto lo stavo trascinando verso il mare,lentamente. Ma eccola,l'onda anomala ci colpì in pieno,con furia come un rimprovero. Ma da dove era spuntata se il mare era piatto?.Mentre ci innondava i vestiti mi parve di scorgere un luccichio fosforescente allontanarsi verso il mare ma la mia preoccupazione in quel momento era un'altra,ovvero l'acqua che mi aveva bagnata. E lui vicino a me. Mi staccai da lui. Era stato solo un momento,l'onda era stata rapida,ero fradicia ma per far partire la trasformazione ce ne voleva di più,sperai. Mi guardai le mani. La colla non c'era,ma dovevo correre a casa a darmi una sistemata.

"Stai bene?".Mi chiese lui vedendomi un po' preoccupata.

"Si,scusa devo correre a casa che è tardi e i miei tengono alla puntualità,ci sentiamo ok? Ti scrivo io,oh sono fradicia che disastro!".

"Maureen intanto ti calmi."Mi ammonì lui. Poi si fece dolcissimo:"Ma che strano,quell'onda ti pareva normale?".

Io risposi:"Non so che pensare,io...boh". Perchè mi sentivo a disagio?

"Senti io vado ok". Dissi con un tono che ritenni in seguito un po' isterico. 

"Ti accompagnò?". Si offrì lui. Come si poteva dire di no ad un ragazzo così dolce?".

"E se i miei ti vedono,no lascia stare,sono due passi da qui". Mi avvicinai a lui di nuovo. 

"Daccordo Maureen".Fu un bacio leggero,appena sfiorato sulle labbra,l'ultimo nostro saluto per quel giorno. 

La notte mi rigirai più volte nel letto,la conchiglia era posata sul comodino e non l'avevo ancora aperta ma non ci avevo voglia. Ero distrutta ma non riuscivo a dormire.Volevo chiamare Sasha ma ero davvero eausta. l mio sguardo si spostò sul boschetto dove passavo il mio tempo con il mio cugino spagnolo. Abitava sulla costa di Cartagine,che posto incantevole. Non ritenni conveniente uscire quella sera per evitare di passare nuovamente la notte in bianco e preoccupare i miei e i nonni così mi riempii la vasca e la colmai di sapone. Che momento magico. Restai li un paio d'ore e poi provai a tornare a dormire. Ci riuscii ma i sogni erano tormentati da una voce:"Maureen vieni via con me". Mi svegliai l'indomani sudata e un po' inquieta,mi lavai il viso e scesi per fare colazione.

Il nonno e la nonna avevano il viso sconvolto ed erano affiancati dai miei,i volti affranti,Rosa in lacrime. Quella mattina avevo dormito parecchio,erano circa le 10,30. La nonna mi invitò a sedermi in tavola,la sua voce tremava,papà consolava la mamma e Rosa. Il nonno parlò trattenendo le lacrime:"Maureen abbiamo ricevuto una notizia terribile stamane". Ok,mi dissi,preparati al peggio. 

"Tuo cugino Juan è...". "No". Esplosi io.

"Scomparso in mare da quattro giorni,credono sia morto". Mi parve di vivere un incubo,mi pizzicai violentemente il braccio,stropicciai gli occhi:"Mamma ti prego dimmi che è uno scherzo". Era tutto reale,lei era rimasta in silenzio con la testa bassa. Il nonno allora aveva continuato:"Ci hanno avvertito da poco Maureen,noi non potevamo saperlo".

Il mio cervello cominciò a non ragionare più,le lacrime si fecero calde,intense,salate sulle mie guance. Detestavo essere vista piangere. Non presi neppure il costume,corsi ignorando gli sguardi dei miei famigliari fuori dalla casa, verso la spiaggia. Lasciai gli abiti impigliati ad uno scoglio e mi abbandonai al torpore del mare. Mi sentivo uno squarcio nel petto,un dolore psicologico intenso e mi parve addiritura che la coda mi facesse più male del solito a crescere,quasi la disperazione fosse divenuta un dolore fisico. Le mie lacrime si asciugarono e confusero negli abissi. Sottacqua urlai a sguarciagola,un grido acuto,spaventoso. Ritornai a riva dopo aver sfogato tutto,dopo due ore di corsa contro la sofferenza,abbandonandomi sulla spiaggia e tornando fradicia a casa per il pranzo. I miei non dissero niente. Quella sarebbe stata una giornata silenziosa.

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