Capitolo 9

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"Maureen, ce la ho fatta". Disse  Rosa tutta entusiasta mostrandomi la conchiglia spalancata. Il contenuto mi fece esclamare:"Caspita Rosa hai visto che meraviglia?". All'interno della conchiglia c'era una perla nera, grande e lucente. Non ci credevo ancora. La presi tra le mani e la esaminai. "Quanto vale sorellona?". Mi chiese Rosa. Io le risposi scossa:"Ma sei matta? Vorresti davvero venderla?" . Lei per tutta risposta fece spallucce. In quel momento mi balenó per la testa un idea. In quel momento provai in certo rammarico ma allo stesso tempo una speranza. Regalare a Juan quel piccolo tesoro mi pareva il modo migliore perchè avesse una parte di me. In maniera simbolica ovviamente.  Il sole stava calando, lo avrei fatto nonappena tutti sarebbero andati a dormire.
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La spiaggia era deserta sotto le stelle con qualche nuvoletta,presaggio di un imminente pioggia. Mi arrampicai sugli scogli fino a che non fui in cima con la perla in mano. Mi parve di scorgere un movimento nell'acqua che si increspava sugli scogli.Qualche audace pesciolino stava nuotando nei dintorni. Mi sporsi un po' ma una voce mi chiamó per nome e mi girai improvvisamente.
"Maureen non vorrai cascare di nuovo vero". Daniel.  Lo salutai:"Ahahaha ciao, che ci fai qui?".
"I miei stanno arrivando, tra un po' usciamo in mare con una barca". "Oh". Feci io ."E vuoi invitarmi a venire?". Arrossii io con una certa sfacciataggine. "Maureen". Si incupí lui:"Noi non possiamo...cioè...". "Ah". Lo interruppi io conscia della mia stupidagine. "Maureen".Chiamó una voce che non proveniva da Daniel ma dalle mie spalle, dal mare.Aveva sussurrato il mio nome. Ebbi un attimo di terrore e la perla mi scivoló dalle dita e fu presa dai flutti. "Oh no". Mi allarmai troppo tardi. Daniel mi guardò un momento stralunato e poi mi chiese:"Maureen è tutto apposto?". "La mia perla". Mi lamentai.

"Appartiene al mare ora". Fece lui e mi prese una mano tra le sue,calde e avvolgenti e morbide e forti.

Daniel non pareva aver udito niente. Evidentemente le frequenze della presunta voce erano troppo basse per lui. "Ho avuto una vertigine". Mentii io.

"Hai bisogno di aiuto Maureen". I suoi occhi si posarono su di me. "No". Risposi io staccandomi da lui. Poi aggiunsi:" Io ora vado,ti saluto Daniel". Ero un poco scossa,la mia voce mi pareva incerta. Lo superai mentre lui diceva:"Daccordo Maureen,ti scrivo." "Certo". Conclusi io facendo un cenno e allontanandomi. Non sapevo se parlarne con Rosa,poteva essere stato un inganno del vento,della mia testa. Mi avviai verso casa e mi chiusi in camera. Mi abbandonai sul letto a guardare il soffitto. Dopo un momento di completa vegetazione mi resi conto,e presi la decisione,di alzarmi e fare qualcosa per non amuffire lasciandomi scorrere il tempo,lasciandolo sfuggire. Presi il telefono e digitai il numero. Dall'altra parte della cornetta mi giunse una voce molto faimiliare.

"Pronto Maureen,come stai?". "Sasha". Esclamai io al colmo della gioia. " Io sto abbastanza bene,ma dimmi tu piuttosto come vanno le cose li in città?".

"Il solito". Fece lei con un tono annoiato. Poi aggiunse:"In compenso ho vinto un concorso alla radio,volevo chiamarti per dirtelo....Due biglietti per il concerto di Christall Jackson e volevo invitarti a venire con me il mese prossimo". "Stai scherzando?". Le feci io sbalordita. Christall era la nostra cantante preferita da un tempo immemorabile e avevamo da sempre sognato di andare ad un suo concerto ma non ne avevamo mai avuto la possibilità.

"No". Fece lei:" Apri whatsupp".Mi intimò. "Ok dopo lo faccio". Dissi io con la voce eccitata. Sasha poi mi parlò di un ragazzo che aveva conosciuto da poco tempo,un certo Michael. "E' svedese". Aveva aggiunto:"In vacanza con i suoi". "Ci siamo scambiati le mail e i numeri telefonici,lui ha detto che potremo ancora sentirci quando tornerà nel suo paese". "Oh che bello". Esclami io. " E tu?". Sasha usò un tono leggermente malizioso. "Oh,io...Una cosa fuggitiva,a mio padre nemmeno piace". Cercai di portare a conclusione quella storia ma lei pareva insistere ulteriormente e io esplosi:" Senti,è morto mio cugino e siamo tutti un po' scossi ed in lutto. Questa situazione si sta facendo un po' pesante Sasha". Lei sembrò davvero mortificata e mi pentii del mio tono duro. "Maureen mi dispiace,non potevo sapere di questo". "No, scusa io". Addolcii il mio tono:" Sono fin troppo scossa e non dovrei farlo pesare su di te". Ma lei rispose:" Ricorda che noi siamo come sorelle,a me puoi dire tutto e non ti devi mai sentire a disagio". Trattenni le lacrime che minacciavano di uscire ma il mio tono si fece ugualmente isterico:" Va bene se ti scrivo?". "Si daccordo". Fece lei. Riattaccò prima che mi fosse possibile salutarla. Aprezzai molto che avesse compreso la situazione,Sasha era una buona amica,lo era sempre stata. Il messaggio che mi aveva lasciato su whatsupp era una foto con i biglietti. Sorrisi,mi sollevai un po' da quel peso al cuore. Sorrisi,nel silenzio della mia camera,nessuno poteva vedere quella leggera gioia che mi illuminava il viso ma io la percepivo candida sulla pelle. Sorrisi, e le mandai ciò che le avevo promesso sul mare. Parlare e scrivere a Sasha mi aiutò a buttare fuori l'ansia,la tensione. Mi regalò gioia e voglia di vivere. Questo succede quando trovi quelle persone che ti conoscono nel profondo e fanno di tutto per farti stare bene,ti amano e tu ami loro. Quando trovi un vero amico trovi un tesoro,un fratello o una sorella. Non è solo uno stupido proverbio. In tali parole c' è una tale profondità che racchiude in se la vera essenza dell'amicizia,quella vera,che dura per tutta la vita e che nessuno può sciogliere. L'uomo necessita di questa relazione profonda. L'essere umano da solo non è niente. Quando dona se stesso ad un altro si trasforma e la sua umanità viene esaltata. 

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Cercavo di prendere sonno ma mi rigirai più volte senza successo. Una leggera brezza invase la stanza. Forse avevo lasciato la finestra aperta. Eppure ero sicura di averla chiusa. Non avevo voglia di aprire gli occhi. Mi lasciai coccolare dal sonno che pian piano mi venne. Entrai in un sonnoveglia nel giro di pochi secondi. Mi giunse presso un profumo che mi bruciò gli occhi. Per il dolore che mi provocava nel cuore. E mi addormentai tra le lacrime. Furono sogni agitati a popolare quella notte. Vedevo mio cugino,Daniel,Rosa.Tutti avevano il volto spento,morto. Mi svegliai alle prime luci dell'alba,il sole entrava dalla finestra aperta. Esatto,la finestra era sul serio aperta. Mi alzai e il mio sguardo si posò sulla conchiglia che tenevo vicino al comodino. Al suo interno,illuminata dalle prime luci dell'alba,c'era la mia perla nera.

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