Gocce fredde continuavano a scendermi addosso mentre iniziai a tremare. Non avrei saputo dire se era per il freddo o per l'intensa ondata di terrore che stavo provando.
Amélie era terrorizzata da Lien.
La ragazza le stava a meno di un metro e mezzo di distanza. Schiena dritta, testa leggermente abbassa per guardarla, una mano stretta in un pugno come se stesse cercando di trattenere la rabbia, l'altra alzata per tenere un ombrello viola che prima non aveva.Forse, in un altro momento, avrei potuto sentire la sua rabbia, ma la paura della bambina era così forte da portare tutto in secondo piano.
I vestiti di Amélie erano così zuppi da sembrare più scuri. Tremava dal freddo e teneva le braccia intorno a sé, come ad abbracciarsi da sola.
Lein le sussurrò qualcosa, la bambina scosse la testa e le risposte, ma ero troppo lontano per sentire.Ad un tratto la bambina si girò di scatto verso di me facendomi sussultare.
Mure grigie scure di una camera ombrosa. Gocce d'acqua che battevano furiosamente contro una finestra blu cobalto. Un letto scomodo e alberi neri che si muovevano furiosamente.
Una voce in lontananza, ma Amélie non stava ascoltando.
Amélie voleva solo andare via, voleva solo tornare dalla sua famiglia.Lien mi stava osservando atterrita e confusa.
La bambina scappò sotto la pioggia che era diventata più intensa ogni minuto che passava.L'insieme di emozioni negative mi stordì per qualche secondo. Oh Dio, ma cosa avevano fatto a quella bambina?
Lien si voltò verso di lei, mosse un passo. Voleva seguirla, ma cambiò idea e si diresse velocemente verso di me.
Fece uno dei suoi splendidi sorrisi e si avvicinò riparandomi con il suo ombrello.
«Cosa ci fai sotto la pioggia Berenice?» Mi chiese.
Il tono era forzatamente gentile.«Quella bambina... la conosci? Io l'ho già vista» le chiesi fissandola dritta negli occhi.
Avrei dovuto vedere qualche ricordo. Avrei dovuto sentire qualcosa.
Ma niente, tutto taceva, c'era solo la pioggia che batteva furiosamente come nel ricordo della bambina.Ma perché mi sentivo bloccata?
Lien aggrottò le sopracciglia. «Chi? La bambina con cui stavo parlando prima? Oh, ho provato a chiederle qualcosa, ma non voleva rispondermi.»
Si strinse nelle spalle. «Spero solo che torni a casa, con questo tempo non dovrebbe stare fuori, povera piccola» Alzò gli occhi guardando il cielo.
Sembrava sincera, ma c'era qualcosa che non andava.
Stavo per dirle che forse la bambina si era persa, quando lei tornò a sorridermi e iniziò a camminare costringendomi a fare altrettanto.«Oggi ho parlato con Ariane, è così simpatica! La adoro! Ha detto che probabilmente mi accompagnerà a fare shopping un giorno di questi, se ti va potresti unirti, sarebbe divertente, non credi?»
Annuì anche se l'ultima cosa che avrei voluto fare era proprio uscire per fare shopping.
«Si, sarebbe grandioso, ma devo assolutamente tornare a casa e cambiarmi, quindi...»
Lien un'occhiata ai miei vestiti e annuì ridacchiando. «Cavolo ti conviene, qua rischi di prenderti un raffreddore»
Il portone di casa mia era a poca distanza quindi salutai Lien velocemente e corsi verso casa.
Una volta entrata sperai di sentirmi meglio, ma non fu cosi.
«È solo colpa tua! Avresti potuto non perderlo»
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The Flowers of Purity
FantasyLe persone sono come l'universo. Formato da piccole stelle, grandi galassie, lune, pianeti, asteroidi. E ognuno di loro ha le proprie caratteristiche. I pianeti morti, gli asteroidi distrutti, ma alcuni hanno le galassie più luminose. Altri hanno le...