L'orologio segnava le 7 di mattina quando sentì mia madre muoversi in casa.
Si stava preparando per andare a lavoro, probabilmente pensava stessi dormendo. Quando avrei voluto davvero dormire.
Mi alzai lentamente e sempre con estrema lentezza entrai in cucina.Mamma mi osservò sorpresa.
«Bernice! Buongiorno, come mai sveglia così presto?»Alzai le spalle. «Mi sono svegliata presto.»
Sentì lo sguardo di mia madre mentre mi prendevo un po' di caffè dalla caffettiera. Sapevo che cosa stava pensando, ma non volevo che iniziasse il solito discorso.
Per fortuna neanche lei sembrava averne voglia.
«Bene» affermo. «Io tra poco vado»
Feci un semplice cenno con la testa.
«Okay» sussurrai.Continuò a fissarmi per qualche secondo finché non decise di girare le spalle e andare verso il bagno.
Sorseggia il caffè pensando a quel pugnale. La notte prima non avevo dormito neanche un po'. Non ci ero riuscita. Le immagini continuavano a tornare in mente e ogni volta notavo particolari diversi.
La lama sembrava parecchio antica e quei cappucci calati mi ricordavano le sette che avevo visto in TV.
C'era Lien, c'era Amélie e c'era Yves. Erano legati.
Ricordi passati o sogni della mente di qualcuno, io sapevo che erano legati.«Io vado.»
Rialzai la testa e vidi mia madre che mi fissava. Cercai di sorridere.«D'accordo. Buona giornata.»
«Anche a te, dai una sistemata alla casa nel mentre.»
Con un gesto della mano indicò la stanza, poi si voltò e se ne andò.
Passò mezz'ora. Nel frattempo divenni la casalinga che mia madre voleva: lavai i piatti, sistemai i letti, pulii per terra.
Era rilassante sistemare.
Presi la ciotola di Dinco proprio quando lui si avvicinò e iniziò a fare le fusa.
Lo accarezzai e lui miagolò in risposta.Il mio telefono squillò segnando l'arrivo di un messaggio e sentì un vuoto allo stomaco nel vedere chi era.
Lien, voleva incontrarmi nel pomeriggio.Tutte le immagini della sera prima mi tornarono nella mente, di nuovo.
Digitai velocemente un "okay".
Quel pomeriggio avrei dovuto scoprire qualcosa. Dovevo farlo.Il tempo passò in fretta. Mia madre tornò per pranzo e fu abbastanza soddisfatta di come avevo sistemata casa.
Mangiammo e lei mi raccontò dell'ennesima cavolata successa al negozio.
Io sorrisi e annuì come voleva che facessi, come una persona normale. Avrei potuto scoprire tutto in una manciata di secondi se solo l'avessi guardata negli occhi, motivo per il quale non la guardai mai in faccia. Guardavo il piatto, o le dedicavo una breve occhiata distratta.Era meglio così.
Finalmente il pomeriggio arrivò e il nervosismo aumentò.
Dovevo farcela.Mi vestii un po' più pesante del normale, dopotutto l'inverno stava arrivando.
Sopra la maglietta viola scuro indossai la giacca pesante nera, e nella borsa misi anche l'ombrello.Non aveva più piovuto come quel giorno, ma non si sa mai.
A volte le pioggie arrivano in modo inaspettato.Ci incontrammo al centro di Lewis, pieno di negozi e di persone. Pieni di occhi, di ricordi e di sensazioni.
Lein mi stava accanto, camminava sostenuta con la schiena più dritta della mia che, senza volerlo, tendevo a incurvarmi in avanti.
Quel giorno era bellissima.
Sembrava splendere di luce propria.«Sai, è uscita la serie di The Sandman!» Esclamò.
Indossava una maglietta verde foresta con su il nome di una band. Era leggermente corta e le lasciava l'ombelico scoperto, aveva un brillantino minuscolo di cui non sapevo l'esistenza.
Sulla spalla sinistra teneva una borsa dello stesso colore con disegni dorati sui manici.
I jeans neri a vita bassa avevano degli strappi qua e là dove si intravedevano delle calze a rete.
«Avevo basse aspettative, lo ammetto!» Ridacchiò.
I capelli erano legati in una treccia leggermente scombinata.
«Ma Neil Gaiman è un genio ed è uno scrittore meraviglioso. Tu lo conosci? Hai mai letto una delle sue opere?»
Rivolse il suo sguardo verso di me e io piantai i miei occhi nei suoi.
Niente.
Dopo qualche secondo di troppo risposti: «Scusa, cosa?»
Lein aggrottò le sopracciglia confusa. «Non mi ascoltavi?»
«Io, uhm, mi dispiace. Sei vestita davvero bene»
Lei ridacchiò e con la mano indicò me. «Tu sei mille volte meglio di me.»
Stavo per ribattere contro questa frase assolutamente scorretta, sembravo così scialba in confronto a lei, quando mi interruppe.
«Neil Gaiman? Lo conosci? Dovresti leggere "buon apocalisse a tutti" è il top!»
Annuì lentamente. «Ehm, si lo leggerò, tanto non ho granché da fare in questi giorni.»
«Uh in realtà ha fatto anche altri libri eccezionali. Dovresti leggerli tutti.»
Superammo una coppia di mezz'età quando mi volta verso di lei.
«Lien, devo dirti una cosa.»
«Cosa?»
«Hai mai usato un pugnale?»
Lien rallentò leggermente e si voltò a guardarmi completamente confusa e quasi spaventata.
«Cosa stai dicendo?»
Sembrava turbata e presa alla sprovvista.Finalmente riuscì a vedere.
Sangue nel fuoco. Fuoco nel sangue.
«Non voglio farlo.»
«Non me ne frega granché sai?»
Presi un profondo respiro come se fino ad allora l'avessi trattenuto.
Avevo visto qualcosa ma, non abbastanza.Non potevo dirle la verità, sarebbe scappata via, avrebbe negato e io sarei rimasta con un pugno di mosche in mano.
«Bernice perché me lo chiedi?»
Il suo sguardo sembrava preoccupato.
«Io... credo di aver fatto dei sogni su di te...»
Le sue labbra si piegarono in un sorriso forzato mentre alzò le sopracciglia e disse «Davvero? Devi pensarmi davvero tanto se mi hai addirittura sognato di nuovo»
«Ho fatto dei sogni veramente strani, non solo su di te-»
«Oddio!» Quasi urlò portandosi una mano alla fronte.
«Che stupida! Ho dimenticato di dirti che ho convinto il capo a farti tornare!»«Cosa?»
Come aveva fatto a convincerlo?
«E quindi» alzò un dito verso di me. «Per ringraziarmi andremo nel mio negozio preferito e pagherai tu!»
«Cosa??» Chiesi di nuovo con un tono più alto di prima. Non volevo pagare la sua roba.
«Oh, tranquilla, non spenderò tanto»
Con questa frase e un braccio intorno alle mie spalle mi indirizzò verso un qualche negozio di super marca mettendo a tacere ogni singola domanda che volevo farle.
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The Flowers of Purity
FantasyLe persone sono come l'universo. Formato da piccole stelle, grandi galassie, lune, pianeti, asteroidi. E ognuno di loro ha le proprie caratteristiche. I pianeti morti, gli asteroidi distrutti, ma alcuni hanno le galassie più luminose. Altri hanno le...