Amara vittoria🍂 (5)

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𝓐𝓽𝓽𝓸 𝓺𝓾𝓲𝓷𝓽𝓸 🥞

-...Didn't mean to make you cry, if I'm not back again this time tomorrow...
Carry on, carry on: as if nothing really metters...-

Gabriel aprì gli occhi lentamente e sorrise al riconoscere la melodia ovattata della radio, che proveniva dalla stanza chiusa davanti alla camera.
Si vestì trovando i suoi indumenti già piegati in fondo al letto e tirò indietro i capelli sentendosi in pace per la prima volta dopo anni...
Quella sensazione parve esplodergli nel petto e fiorire ancor di più nell'aprire la porta della cucina e nel vedere Nathalie impegnata a preparare la colazione: gli dava le spalle e muoveva i fianchi a ritmo della musica, canticchiando sottovoce con allegria mentre lavorava un impasto dal profumo di burro.
La strinse alla vita da dietro in un abbraccio e all'istante la ragazza si rilassò tra le sue braccia sollevando il viso per lasciargli un bacio sul collo, solo che lo stilista era stato abbastanza veloce dal catturare le sue labbra in una lenta e dolce danza.
-A cosa dobbiamo tanta allegria?-
Chiese incapace di contenere a freno la curiosità.
Lei sorrise stringendosi nelle spalle e continuò a lavorare l'impasto prima di inserirlo in una casseruola.

-Buongiorno a te...-
Riuscì appena a infilare la casseruola nel forno: Gabriel l'aveva trascinata a sé per colmarla con una pioggia di baci e trascinarla di nuovo in camera da letto in mezzo ad una lotta tra carezze sfuggenti e solletico.
Non smisero di ridere neppure quando caddero sul letto tra le risate: Nathalie distesa sotto Gabriel, accarezzando i suoi pettorali con lentezza si perse nei suoi occhi grigi come quella mattina stessa, eppure lucidi di dolcezza, lui le stava scostando i capelli cobalto dal viso con le dita e non poteva fare a meno di chiedersi a cosa stesse pensando lei.
-Mi sono licenziata Gabe.-
Disse solamente, formando un vasto silenzio per lo stupore e sconvolgendo del tutto l'espressione sul viso di Gabriel.

-Però... Perché?- Riuscì a chiedere dopo qualche secondo.

-La Montparnasse ha chiamata... Mi hanno presa!-

-E Agreste? Avevo fissato un colloquio per te, domani." Rispose adirato, senza nemmeno rendersene conto. La ragazza inaridì l'espressione e sedette accanto a lui, guardandolo negli occhi.

-È il mio sogno scrivere per quella redazione; Saint-Germain non è il mio mondo, solo il tuo. Apprezzo quello che hai fatto ma è tempo che qualcun'altro riceva questo regalo, qualcuno di molto più competente di me.-

-Non capisco... Hai sentito qualcosa quel giorno, l'ho visto nei tuoi occhi-

-Ero emozionata, non te lo nascondo...
Ma il trampolino di lancio alla mia carriera  sarà quella redazione. Una loro firma e potrò andare dovunque voglia...-

-E l'Università? Come farai?-

-Gli orari sono flessibili, me la caverò.. -

-Sono studi Umanistici Nath... È una facoltà difficile.-

Lei sospirò pesantemente e gli accarezzò le guance con le dita per poi lasciargli un altro bacio sulle labbra:
-E uno sforzo necessario, non importa se non sarò perfetta, avrò sempre dato il meglio di me ed è ciò che importa."
Lui annuì con riluttanza e poggiò la testa sulla sua spalla mentre la stringeva con bisogno... Aveva quindi perso l'opportunità di averla come collaboratrice?
Da un lato avrebbe voluto dirle chi era e mettere a tacere qualsiasi altra petizione alla sua domanda, ma d'altro canto era il lavoro che lei desiderava e non poteva impuntarsi per un capriccio.

〔A Storm in a teacup 🍵〕 𝑮𝒂𝒃𝒆𝒏𝒂𝒕𝒉Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora