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Il mal di testa mi sveglia, non riesco quasi a tenere gli occhi aperti. Mi rotolo tra le coperte per arrivare fino al comodino. Le sei e mezza.
Decido di alzarmi comunque per prendere un antidolorifico e farmi una doccia fredda.
La casa è silenziosissima, l'unico rumore è quello dei miei passi lenti per il corridoio.
Butto giù la pastiglia con un po' d'acqua e poi mi fiondo sotto la doccia. Lascio scorrere il getto di acqua fredda sul mio corpo ancora debole e frastornato.
I ricordi della sera precedente sono sbiaditi, nebbiosi. Ricordo il gioco proposto da Coyote, Rooster e la ragazza castana, i vari bicchieri che mi sono passati per le mani e...
Bradley mi ha accompagnata a casa, mi aveva messo a letto e io lo avevo supplicato di rimanere.
Mi copro il viso dalla vergogna. Sono una stupida.
Esco velocemente dal box doccia coprendomi con il candido asciugamano bianco. Corro in camera, mi cambio e mi preparo per andare alla base. Raccatto di fretta le ultime cose e mi precipito giù dalle scale.
Non ho la macchina, è rimasta all'Hard Deck. Mi rassegno all'idea di dover camminare fino al bar. Non che mi dispiaccia, è presto e una camminata non mi farà male.
Cammino cercando di scacciare i pensieri che mi perseguitano, ma è praticamente impossibile. Non ho distrazioni, ci sono solo io, il lungomare e tutti i miei casini.
Perché ho detto quelle cose? Perchè l'ho supplicato di rimanere? cerco di dare tutta la colpa all'alcool, al fatto che fossi ubriaca ma, dentro di me, so che probabilmente era quello che davvero desideravo in quel momento.
Sono sempre stata forte agli occhi degli altri, non mi sono mai mostrata debole. Reprimere tutto, è così che sono sopravvissuta per ventiquattro anni. Ma in quel momento, stretta tra le sue braccia non sono riuscita a trattenermi. Ma per lui è sempre stato così facile ignorarmi, ignorare le mie debolezze, le mie necessità. Mi aveva lasciata da sola, ancora.
Le prme lacrime prendono a solcarmi il viso, le asciugo con i sordi delle mani aumentando il passo. Se fossi rimasta li, da sola, ancora per tanto sarei crollata.
Arrivo finalmete all'Hard Deck distruuta, non tanto fiscicamente quanto emotivamente. Sospiro rumorasamente, mi asciugo le ultime lacrime che mi attraversano le guance e entro nel loale per prendere un caffè.
Mi siedo al bancocne aspettando la mia bevanda d'asporto mentre Penny mi scruta attentamente.
"Tutto bene Ella?" chiede dolcemente richiudendo il mio bicchiere.
"S-sì, bene" risponde esitante. Prendo il mio bicchiere e faccio per andarmene.
"Ella" mi richiama "Se ti serve qualcosa, io sono qui". Le sorrido grata, grata della sua dolcezza e disponibilità. Penny è davvero una donna meravigliosa, con un grande cuore. Non abbiamo un grande rapporto, non parliamo molto ma mi sembra un po' mia madre.
Monto in macchina ingurgitando tutto il liquido scuro in pochi sorsi.Metto in moto sfrecciando verso la base per l'inizio delle lezioni.

"Il tempo è il più grande nemico" zio Pete inizia la sua lezione aiutato dal monitor alle sue spalle. "La fase uno della missione consiste in un avvicinamento a bassa quota attaccando a coppie, volerete lungo a questo canyon fino all'obiettivo" la mappa interattiva traccia il percorso in rosso "Missili terra-aria radar difendono l'area. Questi SAM sono letali" rimane concentrato sulla mappa "Ma sono progettati per difendere il cielo di sopra non il canyon di sotto"
"Questo perché il nemico sa che nessuno è tanto pazzo da volare tanto basso" trattengo quasi il respiro ascoltando la sua voce. E' la prima volta che la sento stamattina, no mi ha nemmeno rivolto un saluto, non ci ha nemmeno provato.
"Ed è a questo che io vi addestrerò" continua Pete "quel giorno la vostra quota sarà di massimo 100 piedi, se superate questa quota, il radar vi rileverà e siete morti. Volerete a 660 nodi minimo, Tempo all'obiettivo, due minuti e mezzo."
Io e i miei compagni ci scambiamo degli sguardi interrogativi, confusi, tranne Roost che è concentrato sul monitor e sull'imponente pilota che ci sta davanti. Mi prendo un secondo per osservare il suo profilo, ha la mascella tesa e stretta con la sua solita smorfia rabbiosa in volto.
"Questo per i caccia di ultima generazione della vicina base aerea, in uno scontro diretto con i vostri F18 siete morti" si gira per la prima volta verso di noi "quindi dovete entrare, colpire e sparire prima che questi possano prendervi, ecco perché è il tempo il vero avversario".
"Nella vostra mappa è impostata una rotta che simula il canyon, più veloce volerete nel canyon, più difficile sarà restare nel radar dei missili nemici. Più aumenta la virata, più la forza di gravità aumenta contro il corpo, comprimendo i polmoni, togliendo sangue al cervello e compromettendo lucidità e tempi di reazione." smette di spaventarci "Ci andremo morbidi per questa lezione, quota massima 300 piedi, tempo all'obiettivo tre minuti. Auguri"

My mission is you//top gun maverickDove le storie prendono vita. Scoprilo ora