6

501 21 1
                                    

La discussione di prima mi ha completamente scombussolata. Ormai sono abituata alla sfacciataggine di Hangman ma la reazione di Bradley mi ha sorpresa.
Ho deciso di andare ad allenami nella palestra della base per smaltire un po' le emozioni di queste due intense giornate.
Fortunatamente a quest ora è deserta, ci sono solo io e tutti i macchinari impolverati. Mi dirigo verso il tapis roulant, tolgo la maglietta rimanendo con il reggiseno sportivo e mi abbandono alla corsa.
Correre mi ha sempre fatta sentire bene, mio padre portava sempre me e i miei fratelli a correre lungo la spiaggia e ,quando si è ammalato, ha continuato a farlo zio Mav.
Quando corro non riesco a pensare a nulla, se non ai movimenti schematici che il mio corpo fa. Ma oggi i pensieri mi stanno mangiando viva.
Aumento sempre di più la velocità finchè non arrivo nemmeno più a capire quello che sto facendo. Corro talmente veloce da non accorgermi nemmeno che lo sto facendo. Il sudore mi imperla la fronte, le goccioline calde mi ricadono sul viso.
"Basta" sospiro rallentando la velocità fino a fermarmi. Mi ripiego su me stessa, appoggiando le mani sulle ginocchia annaspando in cerca di un po' d'aria.
Mi asciugo la fronte con l'asciugamano bianco mentre il mio battito cardiaco si stabilizza.
"Pensavo avresti preso il volo" mi giro di scatto notando Rooster appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate.
"Vai a farti un giro Bradshaw" cerco di liquidarlo raccattando le mie cose.
"No" risponde secco "Mi piace qui".
"Ok, allora restaci" mi carico il borsone sulla spalla varcando l'uscita. Ma lui mi afferra il braccio costringendomi a girarmi.
"Cosa cazzo ti prende?" chiede spazientito con il suo solito cipiglio in fronte.
"Niente" commento cercando di liberarmi dalla sua stretta.
"No adesso sputi il rospo" mi avvicina a se mantanendo lo sguardo sul mio viso "Lo sappiamo entrambi che non avesti mai fatto quella stronzata oggi in volo, non ti saresti mai distratta".
"E cosa ne sai tu Bradley? Sono passati anni, sono cambiata, adesso mi distraggo" sputo acida "Tu non mi conosci, o almeno, non più".
Riesco a liberarmi dalla sua stretta e mi incammino velocemente fuori dalla base. Trattengo le lacrime, il respiro finchè non entro nella mia jeep nera.
Espiro rumorosamente lasciandomi sfuggire una lacrima calda. Metto in moto uscendo il più possibile dal parcheggio e lasciandomi guidare dall'istinto.
Finisco davanti al molo, posteggio l'auto e scendo lasciandomi cullare dal venticello caldo.
Tolgo le scarpe e infilo i piedi nella sabbia rovente lasciandomi andare.
Mi siedo a gambe incrociate fissando il mare. Il rumore delle onde che s'infrangono sugli scogli, le vocine euforiche dei bambini e il sole che si tuffa nel mare mi rilassano.
Chiudo gli occhi per un secondo beandomi di quel paradiso che sto iniziando a considerare casa.
"Ella" una voce m risveglia dai miei pensieri. Mi giro lentamente e la figura di Bob stretto in una maglietta bianca e un paio di jeans chiari mi si apra davanti.
"Bob" mi alzo in piedi a fatica. Iniziano a farmi male la gambe "Ehi che ci fai qui?".
"Potrei farti la stessa domanda" ridacchia rattandosi la nuca "Comunque quando te ne sei andata abbiamo deciso di venire all'Hard Deck a bere una cosa, vuoi venire?"
"Mh no, sono molto stanca" confesso, ed è la verità "Andrò a casa a farmi una doccia e poi penso che andrò a letto presto".
"Oh, ehm ok" si guarda intorno spaesato come se non sapesse cosa dire "Ci vediamo domani allora".
Si volta prendendo a camminare lontano da me. Non so cosa mi prende esattamente, ma non voglio rimanere da sola con i miei pensieri ancora una volta. Sospiro rumorosamente afferrando le scarpe da terra.
"Bob" lo richiamo, si gira di scatto con gli occhi spalancato "T-ti va di fare una passeggiata?".
Rimane immobile per un attimo ma poi annuisce con forza tornando nella mia direzione.
Camminiamo sulla spiaggia costeggiando il mare. Il silenzio regna tra noi, non so nemmeno perchè glielo abbia chiesto.
"Allora" cerca di rompere il ghiaccio "Dove sei andata oggi pomeriggio? Dopo la lezione intendo" il suo imbarazzo è palpabile.
"In palestra, avevo bisogno di scaricarmi un po'"gli rivolgo un sorriso amichevole per tranquillizzarlo.
"Oh, i-io sono sono un tipo molto sportivo" ridacchia alzando gli occhi sul mio viso. Noto solo ora la sfumatura chiara delle sue iridi, sembrano quasi ghiaccio.
"Posso farti una domanda?" mi fermo guardandolo diritto in volto "Bob sta per qualcosa di preciso?". Da quando ha detto il suo nominativo ho sempre voluto chiederglielo ma non ne ho mai avuto l'occasione. Sogghigna alla mia domanda portandosi una mano dietro al collo.
"Beh" inizia e riprendiamo a camminare mentre il sole scompare quasi definitivamente dietro all'oceano "Tutta la mia famiglia ha fatto parte dell'aeronautica militare, tutti in ruoli diversi. Mio papà era un pilota, mia madre lavorava per il pentagono come astrofisica e mio fratello è un controllore del traffico aereo. Bernard, Odette e Billy. Per loro sono sempre stato il piccolo Bob". Mi intenerisco al suo racconto, è una cosa così dolce.
"E il tuo? Perchè Fox?" sorride sinceramente, sembra essere a suo agio adesso.
"La mia non è una bella storia come la tua" puntualizzo facendolo ridere "Ma i miei mi chiamavano sempre volpina, perchè ero furba, molto. Questa caratteristica si è presentata anche nel volo, quindi è rimasto così".
"Volpina eh" scoppia a ridere piegandosi in due.
"Non ridere" lo seguo a ruota colpendolo leggermente sulla schiena.
"Ehi" mi si lancia addosso e finiamo per rotolarci nella sabbia come due bambini. La sua maglietta non è più bianca e il mio corpo, semi scoperto, è pieno di granelli chiari.
Continuiamo a ridere come due cretini stesi a pancia in su di fronte al mare. Parliamo del più e del meno scherzando su ogni cosa.
"Cazzo" sibila guardando l'orologio "Ehm dovrei andare". Si mette seduto cercando di pulirsi per quanto possibile.
"Sì anche io è meglio che vada" mi scrollo dalla sabbia.
"Aspetta, ti aiuto" mi spolvera la schiena delicatamente passandoci le dita.
Il suo tocco è delicato e caldo. Bob è davvero un ragazzo d'oro, dolce ed empatico. Un po' introverso ma che quando si sente a suo agio ride e scherza di ogni cosa.
"Uhm grazie" mi volto sorridendogli. Lo saluto mentre mi allontano sulla spiaggia.
"Ella" mi richiama "Buonanotte".
"Notte Bob" entro velocemente in macchina inserisco le chiavi e parto per tornare verso casa mia.
Questa serata tranquilla mi ci voleva, è stato bello avere qualcuno con cui confidarsi, qualcuno con cui dimenticare tutto per una sera.
Chiudo la porta di casa dietro di me ricordandomi di non aver nemmeno cenato. Ma non ho per niente fame, voglio solo farmi una doccia e buttarmi a letto.
Mi infilo il pigiama, pulita e profumata, mi butto sulle lenzuola bianche sprofondando in un sonno profondo.

My mission is you//top gun maverickDove le storie prendono vita. Scoprilo ora