Harry decide che, nonostante l'impegno apparente di Louis nel farlo stare almeno un giorno, ogni tanto, sulla terra, non vuole insistere. Non sa quanto sia vero quello che ha detto— Che può chiedere senza riscontrare troppi problemi. Più prova a nuotare nell'atmosfera di quel posto e più vede Louis come costantemente impegnato, e l'ultima cosa di cui ha voglia è far arrabbiare chiunque abbia predetto di portarlo lì. Non gli sembra una persona simpatica. O da stuzzicare con domande del genere.
Quindi, per lui è abbastanza che ci abbia provato. Niall ha ragione, non è una persona cattiva, o intimidatoria. E' solamente un po' impacciato, ma Harry lo trova semplicemente adorabile. Si vede che è abituato a tenere un tono diverso, e che con Harry ne sforza uno ugualmente pacato, ma anche più morbido. E' sempre tranquillo, ma irrimediabilmente freddo, negli occhi e nella voce, nei movimenti, nelle dita. Gli fa compagnia a colazione, ormai, ma in maniera fugace, se ne va presto, salutandolo con una mano veloce sulla spalla e nemmeno una parola. Di qualsiasi cosa lui faccia, dato che non dorme, non ne parla mai. Non sa cosa debba mandare avanti di quel posto e quali siano le sue mansioni, ma lui e Zayn sembrano continuamente impegnati. Niall era sempre con lui, quando voleva, mentre Liam non l'aveva ancora nemmeno visto.
''Ma cosa fa tutto il giorno? Mi ha spiegato che è il... CEO o cose del genere—''
Niall aveva tratto una risatina: ''Te l'ha detto lui? Temo che sia una figura un po' troppo moderna, per i nostri tempi. Louis è il re di questo posto'' aveva precisato alla sua occhiata stupita, ed Harry aveva continuato:
''Ma... Era in jeans e maglietta, prima.''
''Lo so. L'ho incontrato.''
''Non era molto... Molto da re, ecco.''
''Be', non è che può girare con i suoi sigilli e il mantello tutto il tempo, o no? Li tiene conservati da qualche parte'' aveva ipotizzato, muovendo una mano all'aria ''Non credere che non sappia come farsi rispettare, perché non è così. Louis è molto più potente e temuto di quanto sembri.''
''Con me è sempre stato normalissimo.''
''Tu non farlo arrabbiare. Vuoi che ti accompagni in camera, adesso?''
Per qualche giorno Harry era stato così intimorito da quel posto da fare effettivamente come unico tragitto quello dalla camera alla sala e indietro, cosa che comunque non era indifferente, ma la sola idea di andare in qualche modo più avanti non lo convinceva. Quel giorno, però, si sveglia e per la prima volta ritrova l'ambiente che ha attorno non familiare, ma quantomeno non gli provoca la stessa sorpresa delle altre volte. E' semplicemente normale, un delicato passo avanti nel capire quel nuovo posto in cui deve vivere. Per sempre, a quanto pare. Per sempre sempre, dato che lì dentro non morirà. Al pensiero deglutisce.
(Okay. Se continua di questo passo impazzirà. Deve prenderlo come se fosse un dato di fatto, e sarà molto meglio per tutti. Nessuno sarà troppo affetto dalla cosa, nemmeno lui, se inizia a vederla così. Non morirà. E' bloccato lì sotto. Fine.)
Ha vicino a lui il libro che stava leggendo, accuratamente chiuso con un segnalibro di cotone ricamato, bianco. Non l'ha mai visto, e nemmeno ricorda di averlo chiuso prima di dormire, ma più di essersi addormentato sulle pagine. ''Niall?'' chiama, e in un attimo il ragazzo è in piedi davanti al suo letto, vestito di nero.
''Sì?''
''Sei stato tu?'' domanda, alzando il libro con gesto curioso. Niall inclina la testa:
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Bring The Spring Down My Bones ||L.S.||
FanfictionHarry è un fioraio con una vita placidamente sola e complicata, difficoltà a dormire e a lavoro, un corvo che a quanto pare bazzica sulla finestra di casa sua, coperte pesanti ed incubi frequenti che, come tutti quelli che alla fine sono ricordi, lo...