C'è un delicato bussare alla porta, prima che qualcuno entri senza fare il minimo rumore. Una voce gentile e caritatevole si fa sentire: ''Harry, posso?''
Oh. Hanno scelto Liam, oggi.
Sono tre giorni che è lì dentro e, deve dire, hanno scelto tutto quello che non avrebbe assolutamente funzionato, e l'unica persona che poteva convincerlo ad uscire di lì non ha messo piede nella sua stanza, nemmeno dopo che loro... Comunque. Certi confini erano stati propriamente cancellati.
Harry si sente anche, se non umiliato, in immenso imbarazzo, per come si è comportato. Harry non prega la gente di andare a letto con lui. E certamente non prende i contentini come l'elemosina, nemmeno, immortale o no. E sicuramente non ha mai domandato ancora per quello che desiderava sul serio, non ottenendo niente in cambio se non mani gentili che lo rivestivano e lo riportavano a letto. Cosa ci ha fatto? Niente. Ecco cosa. Ma quello che ha detto non se lo dimentica, e nemmeno quello che è successo, motivo per cui, arrabbiato o no, non riuscirebbe comunque a guardare Louis in faccia.
Ma, ecco il fatto. Harry è fottutamente furioso. Non è che abbia chiesto a Louis di soddisfare il suo appetito sessuale soffocato dal fatto di essere il protagonista ignaro di una dannata profezia che nessuno in quel posto vuole dirgli, profezia per la quale è bloccato per sempre e per cui una richiesta del genere sarebbe potuta capitare a un certo punto nei secoli, ma no. Lo vuole adesso, e lo vuole perché con lui è dolce e tranquillo e ha quella serenità che nessuno gli ha mai dato e sa che significa essere dimenticato e non si dimentica mai di lui e lo tratta bene e gli ha offerto la serra che era il simbolo di quello che sarebbe voluto essere se non fosse stato legato a degli impegni superiori e onestamente, con questa descrizione, Harry avrebbe dovuto avere lo stimolo di baciarlo dal primo giorno. Sin da quando gli metteva delle cazzo di orchidee nuove ogni mattina davanti alla specchiera. Per questo di solito urla nel cuscino, ma dopo tre giorni si è persino scocciato. Odia che nessuno capisca come Louis abbia bisogno di qualcuno, dopo tutto questo tempo. E se il mondo ruota attorno alle profezie e ai doveri, Harry potrà pur decidere di fare una sola cazzo di cosa da solo.
''Aspettavo il tuo turno'' borbotta, arrotolandosi nelle coperte morbidissime. Liam si fa vedere nella stanza buia (la luce scompare quando dorme, ma adesso rimane sempre bassa) e gli si accosta, in piedi con un'espressione tranquilla: ''Qual è la tua linea di attacco, ora?''
Il primo giorno, Niall gli era rimasto vicino nella forma di un adorabile Labrador nero petrolio che metteva il muso vicino al suo viso e uggiolava e andava in cerchio e agitava la coda per farlo uscire da lì senza particolare successo. Non gli aveva parlato, ed Harry aveva apprezzato, aveva solo provato a fargli compagnia prima di uscire e mandargli i cani. Passato, Presente e Avvenire si erano appoggiati al pavimento e l'avevano fissato, prima di capire che non avrebbero ottenuto niente. Il secondo giorno, in cui Harry non si era mosso per l'imbarazzo, non ancora, Zayn aveva fatto la sua comparsa, ma non aveva detto niente. Harry aveva alzato la testa e l'aveva fissato, e aveva sentito: ''So che lui è il mio capo e che dovrei dire quello che mi chiede gentilmente di dire, ma io... Io credo che tu debba fare quello che ti senti, dopo cosa è successo tra di voi. Se dopo quello che avete avuto tu credi che ti abbia ferito, e giustamente, sono fatti suoi. E' il capo migliore del mondo, ma non ha ancora preso batoste emotive del genere. Che faccia il viso lungo finché non muove il culo a parlarti, dato che ne è capace.''
''Ti voglio bene'' si era lasciato scappare, e Zayn aveva sorriso.
''Anche io. Dopo Louis, che è imbattibile, sei l'unico che sa giocare a scacchi. Fammi posto, mi siedo cinque minuti e dico a Louis che sei stato irremovibile o cose del genere.''
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Bring The Spring Down My Bones ||L.S.||
FanfictionHarry è un fioraio con una vita placidamente sola e complicata, difficoltà a dormire e a lavoro, un corvo che a quanto pare bazzica sulla finestra di casa sua, coperte pesanti ed incubi frequenti che, come tutti quelli che alla fine sono ricordi, lo...