IV

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La domenica successiva Kageyama lo portò al parco Hibiya, vicino a Tokyo.

Lo condusse fino alla Crane Fountain, in mezzo ad un piccolo specchio di acqua. Lì c'erano meno turisti, quindi era più silenzioso e appartato.

Sì sedettero sul bordo del muretto.

Hinata faceva dondolare le gambe avanti e indietro.

- Allora... hai mai avuto una relazione con qualcuno? - gli chiese Kageyama.

- Non seria. Insomma, alle superiori un po' mi piaceva Kenma, però lui aveva una cotta per Kuroo, e alla fine ho capito che era solo un buon amico. Anche con Oikawa in Brasile era scattato qualcosa, ma lui stava già con Iwaizumi e abbiamo convenuto che... che non andava. E poi ci sono tutte le mie fan. Con qualcuna ci sono anche uscito, tuttavia nessuna mi ha... impressionato. Non so se si capisce.

- In realtà sì. Anche io ho avuto la stessa sensazione. Nessuna lasciava il segno. E poi non mi piacciono le ragazze, ovvio.

- E altro? Oltre alle ragazze, intendo. Sei mai stato fidanzato?

- No. Cioè... più o meno. Sono uscito per un po' con un ragazzo, anche lui mio fan. Ma era noiso, parlava solo di me, quindi l'ho mollato.

- Pensavo ti piacesse essere al centro dell'attenzione. - lo stuzzicó.

- Lui sembrava una stalker, però. Sapeva più cose lui di me. E poi basta. Non ho mai avuto nessuna altro. Né di serio né per scherzo.

- Non pensavo. Insomma, credevo che la tua vita amorosa fosse molto più piena.

- Nah. La maggior parte della mia vita è la pallavolo.

Hinata fece una faccia delusa. Quelle parole gli avevano fatto capire che era inutile tentare di entrare nella vita del compagno.

- Ehi. - Kageyama lo scosse. - Nella mia vita c'è spazio anche per te, Shoyo. - aprì le braccia e strinse il corpo contro il suo. Gli accarezzò dolcemente i capelli arancioni. - Non ne dubitare mai.



Dopo quella domenica ripresero i loro allenamenti, che diventavano sempre più pesanti a causa del mancato riposo da parte di entrambi. Passando il tempo insieme finivano per andare letto tardi e trascorrere ogni momento libero parlando o giocando, per cui si ritrovavano ogni mattina più stanchi.



Una sera di quelle Kageyama era appena uscito dalla doccia per cambiarsi. Era distrutto e più irritabile del solito.

- Tobio! - sentì la voce di Hinata chiamarlo dalla loro camera.

- Eh? - entrò nella stanza e lo vide sdraiato sul letto con il telefono in mano.

- Che ti prende ultimamente?

- Niente. - si infilò la maglietta.

- Davvero. Sei scontroso. Più rispetto all'abituale.

L'altro fece una smorfia mista a un ringhio.

Quello dai capelli arancioni batté una mano sullo spazio a fianco a lui sul letto. - Vieni qui.

Kageyama si sdraiò vicino a lui e lo abbracciò.

Hinata gli accarezzò i capelli scuri lisci. - Sono così ordinati e morbidi.

- Dovresti sentire i tuoi.

- Lo considero un complimento.

- Ovvio, idiota. - avvolse le sue gambe al busto dell'altro.

- Forse quando fai così mi piaci di più. - Hinata rise.

- Tra una settimana ho una partita. Starò via per qualche giorno. - gli disse dopo un po'.

- Anche io ho una partita. - sospirò.

- Poi ti porto in vacanza.

- Cosa? - Hinata alzò lo sguardo per incontrare gli occhi blu dell'altro.

- Ti porto in vacanza. Andiamo al mare. Insieme. Shoyo, non serve che tu dica nulla. Ormai ho deciso. - lo abbracciò più forte.

Hinata rise alla sua reazione, poi si staccò per un attimo e afferrò il suo telefono. - Ascoltiamo una canzone insieme, dai.

Kageyama si sistemò di fianco a lui e si godette quegli attimi.



- Quindi stai insieme a Kageyama? - Atsumu aveva buttato lì la domanda.

Hinata infilò la maglietta cercando di sfuggire al suo sguardo. - Perchè questa domanda?

- Nulla. Solo che una volta vi ho visto in giro per Tokyo insieme e mi sono chiesto se c'era qualcosa tra di voi. Quindi?

- Atsumu, lascialo in pace. - Sakusa mise una mano sulla spalla del suo ragazzo. Ovviamente, si era già cambiato e rimesso la mascherina.

- Gli ho solo chiesto se...

- Okay ciao, io vado. - Hinata corse fuori per non essere raggiunto dal compagno di squadra.

- Dove stai scappando?

Shoyo andò a sbattere proprio su Kageyama, che era fuori sul parcheggio e stava per salire sulla sua macchina.

- Da nessuna parte, in realtà. Mi daresti un passaggio? - rispose grattandosi la nuca.

- Sali su. La bici la recuperi domani.

- Grazie. - mise di corsa la borsa nel baule e di sedette sul sedile del passeggero.

Non appena entrò mise gli occhi sulla radio.

- Non ci provare. - lo ammonì Tobio. - La musica la metto io.



Kageyama si girò nel letto.

Come immaginava, il coinquilino era sveglio.

- Sho, posso venire nel tuo letto?

- Sei il benvenuto.

Il ragazzo si mosse velocemente e si infilò sotto le coperte del compagno, avvolgendolo completamente. Gli baciò la fronte prima di addormentarsi davvero.


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