XI

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- Merda!

- Tobio, che succede? - Hinata salì le scale e raggiunse il compagno.

- Ho dimenticato le scarpe.

- Tranquillo, le possiamo prendere subito.

- Ma siamo già in ritardo!

- Non fa nulla. Vado io, tu inizia pure a mettere i bagagli in auto. - gli diede le chiavi della macchina.

- Okay, Sho. - scese le scale, poi si fermò come se si fosse scordato qualcosa. - Grazie.

L'altro sorrise affabile.



- Okay, dovremmo esserci. - Hinata chiuse la portiera dell'auto. - Andiamo.

Kageyama mise in moto e partirono verso la palestra. - Sai, è strano. È da un po' che non facciamo ritiri.

- Già. Penso che, alla fine, saranno meno divertenti di quelli delle superiori. Cioè, dal punto di vista della pallavolo sarà bellissimo, si sfideranno nuovi giocatori e le squadre varieranno...

- ...però tutto il resto sarà più rigido. - proseguì il compagno.

- Esatto. Anche se, ripensandoci, tra gli organizzatori c'è Kuro. Non so cosa accadrà.

- E Miya organizzerà di sicuro qualcosa per la notte.

- Non ti sta proprio simpatico, eh?

- Esattamente. Non mi fido di chi in passato ha fatto le avances con il mio ragazzo. - ammise senza indugio.

- E allora io di chi dovrei diffidare?

- Di Hoshiumi. Ha... be', ci ha provicchiato con me. È stato solo un breve flirt, all'inizio di tutto, quando ero appena entrato negli Schweiden Adlers.

- Hai ricambiato? - chiese timidamente.

- No. Non... non ho mai avuto interesse per lui. - accostò la macchina quando l'altro smise di parlare. - Ti sei offeso? Davvero, non avevo intenzione. Ti giuro che non c'è nulla e che per me ci sei solo t... - le parole vennero trattenute sulle sue labbra da un'altra bocca.

- Non fa niente. L'importante è che ora io sia l'unico.

Lo guardò con tutto l'amore che conteneva il suo cuore. - Lo sei. Te lo assicuro.



- Finalmente siete arrivati! - esclamò il coach. - Venti minuti di ritardo, si può sapere che fine avete fatto?

- Qualche problema nel far partire la macchina. - mentì Kageyama.

- Mettete le valigie nel vano, poi salite. - li guardò torvo ancora un po', poi si girò e salì sul pulmino.

- Speriamo di scampare a esercizi extra. - borbottò Hinata.

- Massimo avremo da spendere del tempo insieme. - ribatté Tobio.

- Sai, il tempo che ho con te vorrei passarlo in modo diverso.

- Okay, hai ragione. Ora andiamo. - gli spettinò i capelli un'ultima volta.



Kageyama si svegliò con la fronte contro il finestrino. Probabilmente aveva dormito per tutto il viaggio.

Con ancora il sonno negli occhi vide il coach iniziare a parlare.

- Allora, questa settimana soggiornerete in diverse camerate, i nomi sono segnati sulle porte. Vi saranno dei luoghi comuni, vi preghiamo di tenerli puliti e in ordine. Durante il giorno vi divideremo in squadre e sfrutteremo tutte le palestre per l'allenamento. Le regole sono le solite, chi le violerà avrà esercizi supplementari di tipo fisico. Come esempio, Hinata e Kageyama oggi rimarranno più a lungo in palestra.

Tobio si risvegliò subito. Divertente pensò. Punizione il primo giorno



Non ci voleva decisamente pensò tra sé e sé Hinata. Era già distrutto dal normale allenamento, non sapeva se sarebbe sopravvissuto ad altri esercizi.

Ma aveva Tobio con lui, quindi sarebbe stato più motivato o almeno meno faticoso.

- Allora? - Kageyama aprì le braccia venendo verso di lui.

Erano rimasti soli.

- Allora è colpa tua, delle tue scarpe, e delle cose che non mi hai detto.

- Preferivi davvero non saperlo? Mi sembrava solo giusto informarti di quello che ha portato il passato.

- Non sto dicendo questo... Lasciamo perdere, okay?

- No. Non voglio... non voglio che le cose si rovinino. - ammise. - Vivo già nella costante paura di compiere un passo falso e distruggere tutto.

- Perché ti ritieni responsabile di tutti i problemi? - domandò avvicinandosi.

- Perché sono io. Io e il mio caratteraccio, io e il mio egoismo, io e...

- Ehi. Qui siamo in due.

- Hai ragione. - serrò la mandibola e tenne lo sguardo basso.

- Vieni qui. - gli prese una mano e lo abbracciò.

Tobio premette le labbra sulla bocca del compagno. - Ti amo. È l'ultima cosa di cui devi dubitare.

- Tranquillo. Non lo farò mai, per quanto ci siano altre cose che...

- Zitto. - prese il suo volto tra le mani e lo baciò. Poi le sue labbra passarono al collo, e gustò le spalle salate per il sudore.

Sebbene Hinata non volesse vivere quella situazione in una palestra, non si lamentò con il suo ragazzo. Iniziò anche lui a infilargli le mani sotto la maglietta, accarezzando i suoi muscoli scolpiti. Le dita erano tremanti mentre saliva sempre più in alto.

Kageyama si staccò. - Scusa Sho.

- Per cosa? - aggrottò la fronte.

- Be'... pensavo che... pensavo di aver corso troppo.

- Ah. - Hinata giocò un po' con la sua maglietta. - Se è troppo però ce lo diciamo, no? Io... insomma, per me va tutto bene.

- Scusa, ho frainteso. - lo sentì borbottare qualcosa.

- Non fa niente. Probabilmente adesso è finito il tempo. Dovremmo andare a farci la doccia se non vogliamo saltare la cena.

- Okay. Scusa ancora.

- Di nulla. - lo guardò malizioso e accattivante. - A casa avremo tempo di recuperare.


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