IX

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Hinata stropicciò gli occhi e si alzò.

Tobio era davanti a lui mentre annodava la cravatta, vestito di tutto punto con pantaloni eleganti e camicia bianca.

- Cosa...? - domandò il primo.

- Ah, non mi ero accorto che ti eri svegliato. - lo salutò. - Sono le dieci e mezza.

- Cosa!? Tra mezz'ora dobbiamo essere là! - Shoyo si alzò di scatto, ricordandosi il matrimonio fissato per quel giorno. - Perché non mi hai svegliato?

- Dormivi così beatamente...

- Okay, vado a farmi la doccia, sono già in ritardo. - corse in bagno.

A Kageyama venne da ridere sentendo le sue imprecazioni.

Finì di annodarsi la cravatta e preparò la colazione al suo fidanzato.

- Oh, grazie. - il ragazzo dai capelli arancioni si sedette in cucina, ancora in accappatoio e con un asciugamano in testa. Si mise a mangiare.

- Potresti evitare? - indicò il suo abbigliamento.

- Perché ti vergogni così tanto? Mi hai visto nudo una montagna di volte in passato.

- Ma era diverso. E non... - agitò le braccia nella sua direzione.

- Okay, capito. - finì la colazione. - Vado a prepararmi. Se non vuoi vedermi spoglio non entrare in camera.



- Ehm... Tobio? Potresti venire ad aiutarmi con la cravatta? Non riesco a farmi il nodo. - chiamò il compagno corvino.

- Vieni qui. - l'altro si avvicinò e gli districò le mani dalla cravatta, poi gli fece il nodo. - Ecco. - sorrise. - Sei perfetto.

- Dovresti guardarti. - lo spinse davanti allo specchio.

- Siamo entrambi stupendi.

Sorrisero al vetro, e Kageyama gli mise un braccio sulle spalle.

- Non riesco a dirti quello che provo. - ammise. - È... un misto di orgoglio, gioia, stupore...

- Lo so. - si voltò a guardarlo. - È lo stesso che provo io.



Hinata stava ridendo, mostrando tutti i denti candidi, come solo lui sapeva fare.

Kageyama gli fece fare un'altra giravolta sulla pista illuminata dalle luci.

Il matrimonio era andato benissimo, la festa era appena a metà.

- Okay, ora basta. Rischio di stare male. - Hinata si fermò.

Tobio lo accompagnò fuori.

Vide Kenma rintanato in un angolo con il telefono in mano, Kuro poco più in là a chiacchierare con altri invitati. Gli sposi erano in mezzo alla pista a ballare e a godersi il loro momento. Sugawara aveva la cravatta abbinata ai suoi capelli argentati, ed era stretto dalle braccia forti di Daichi. Stranamente, Tsukishima aveva un'aria amichevole mentre parlava con Tanaka e Kyoko, Yamaguchi di fianco a lui. L'ex libero del Karasuno era un po' brillo, e Asahi lo stava curando.

Questi ultimi si avvicinarono.

- Buonasera. Come va? - chiese l'asso.

- Tutto bene. - Kageyama riprese fiato. Avevano ballato tutta sera.

- È proprio un bel matrimonio. - Nishinoya si aggrappò al compagno stringendogli il busto. - Un giorno ci sposiamo anche noi? Voglio un matrimonio coi fiocchi, tu che porti i capelli sciolti, io in abito nero...

- Certo, Noya. - Azumane sorrise imbarazzato. - Andiamo a sederci, non stai bene. - si scusó e lo portò via.

- Non riusciranno a lungo a nascondere che stanno insieme. - commentò Hinata.

- Cosa...?

- Non lo hai mai notato? Sin dalle superiori sono così... vicini. E non solo per la pallavolo.

- Non lo hanno mai detto.

- Credo si vergognassero. - fece le spallucce. - Allora, che hai voglia di fare?

- Non so. Se andassimo dagli sposi? Non li abbiamo visti molto, presi com'erano dalla celebrazione.

- Sono d'accordo. - intrecciò la mano con la sua e lo trascinò dai loro senpai.

- Ciao! - li salutò Hinata allegramente.

- Oh, ciao ragazzi. - riposero.

- I nostri kohai. - Sugawara spettinò i capelli di Shoyo e mise una mano sulla spalla di Kageyama. Notò le loro mani. - Siete fidanzati?

- Suga, non fare domande così dirette. - lo riprese il marito.

- Ho solo chiesto. - ribatté.

Tobio rise. - Sì, stiamo insieme. Da poche settimane, però è così.

- Siamo contenti per voi. - sorrise Daichi. - Ho sentito dire che le vostre squadre di pallavolo hanno visto molte partite.

- Sì, di recente ne abbiamo avute un po'. - confermò Hinata. - Però è sempre bello essere lì in campo a giocare. Ci si diverte a sfidare giocatori sempre più forti e...

Una risata sfuggì dalle labbra di Sugawara. - Sei proprio come alle superiori. Solo con venti chili di più.

- E anche qualche centimetro. - incrociò le braccia soddisfatto.

- Certo. Però continui a essere più basso di me. - il compagno gli accarezzò i capelli.

- Siete carini insieme. - commentò Sugawara.

- Non essere scortese. - il marito gli tirò una gomitata nel fianco.

- Ehi!

- Buonasera! - altri ospiti arrivarono.

- Vi lasciamo. Buona serata! - li salutarono.

- È bello vederli così felici... - commentò Kageyama.

- Lo so. È ancora più bello sapere che anche noi siamo così.

- Certo. Non potrei mai scordarlo. - lo abbracciò, poggiando il mento sulla sua testa.

- Non la smetterai mai di vantarti per la tua altezza, non è vero?

- Vero.


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