XIV

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Kageyama aprì gli occhi. Non si era accorto di essersi addormentato.

Guardò fuori dal finestrino del pulmino. Il paesaggio era più conosciuto, ora che si stavano avvicinando a Tokyo.

Anche quel ritiro era finito.

Poteva definirsi soddisfatto: non aveva sbagliato un'alzata, spesso era stato in squadra con Shoyo, era riuscito a non farsi annientare da Miya pur avendolo provocato diverse volte...

Eppure non vedeva l'ora di tornare a casa, tra le quattro mura che ormai sapevano di lui e Hinata.

Il suddetto ragazzo era per metà sdraiato sulle sue gambe, il borsone messo a mo' di cuscino.

Gli accarezzò i capelli morbidi senza destarlo dal riposo. Lui si era impegnato tantissimo per dimostrare che non si sarebbe lasciato sconfiggere da nessuno.

- Ragazzi! - il coach richiamò tutti. - Siamo quasi arrivati. Vi ringraziamo di aver partecipato dei esservi impegnati tanto in questi giorni. Speriamo che vi sia piaciuto. Preparatevi, tra poco arriverà il calendario della prossima stagione. - concluse.

Kageyama svegliò il suo ragazzo solo quando furono davanti alla palestra.

- Eh? Che succede? - domandò sbadigliando. Aveva il segno del borsone sulle guance e gli occhi ancora assonnati.

- Siamo arrivati. - lo aggiornò. - Su, dai, alzati. Dobbiamo andare.

- Possiamo fermarci a prendere qualche onigiri prima di raggiungere casa? Non abbiamo nulla da mangiare, sennò.

- Va bene.

Scesero dal pullman e trovarono la macchina esattamente dove l'avevano trovata.

- Si torna a casa! - esclamò Hinata mettendo i piedi sul cruscotto.

- Oi. Via da lì. - Kageyama lo fulminò con lo sguardo.

- Ookay. Non vedo l'ora di farmi una doccia.

- Anche io. Sono parecchio stanco.

- Già. Vieni qui un attimo. - si avvicinò.

- Per cosa?

Il ragazzo gli schioccò un sonoro bacio sulle labbra.

- Questo a cosa lo devo, Sho?

- A tutto. E non è solo quello. - sorrise misterioso. - C'è altro.

- Non vedo l'ora di gustarlo, quell'altro.



Hinata poggiò gli onigiri sul bancone della cucina. Sentì Kageyama che chiudeva la porta alle sue spalle e sbatteva I borsoni a terra.

- Vai pure a sciacquarti. - gli disse. - Qui sistemo io. - strofinò la guancia contro i suoi capelli arancioni.

- Come vuoi. - prima gli lasciò un bacio a fior di labbra.

L'unico pensiero di Tobio fu chi l'avrebbe mai detto



Shoyo si tirò a sedere.

Kageyama era ancora sdraiato a fianco a lui.

Non appena il secondo era uscito dalla doccia si era baciati come non avevano mai fatto, sia con l'amore più tenero che quello più passionale.

Non si erano spinti oltre, ovvio. Ma era bastato così.

- Ehi. - la sua mano gli accarezzò la schiena. - Tutto bene?

- Sì. Stavo solo pensando che adesso ho fame. Quella vera.

Tobio si tirò su. - Va bene. Andiamo di là. - iniziò ad infilarsi il primo paio di pantaloni che gli capitò sotto tiro.

Anche Hinata si mise una felpa, faceva freddo e si stava avvicinando il Natale.

- Quella felpa è mia. - notò Kageyama.

- E quindi?

- Ti va enorme.

Fece le spallucce. - È comoda. E calda.

- Fa' come ti pare.

Andarono in cucina e scartarono gli onigiri, per poi mettersi a mangiarli con gusto.

- Sai, è strano. Siamo tornati a casa dopo un po' di tempo, eppure è tutto così naturale. Come se fossimo stati sempre qui.

- È passata solo una settimana, idiota. Non mesi. È ovvio che sia facile tornare alla normalità.

- Se lo dici tu. - tornò a concentrarsi sugli onigiri.

Hinata strofinò le mani. - Bene. Qui abbiamo finito. Cosa vogliamo fare questa sera?

- Boh. Ti andrebbe di vedere un film?

- Quale?

- Boh. Vediamo quali ci sono. - si alzò e rovistò nella loro libreria, piena e disordinata. Mostrò un DVD. - Rapunzel?

- Va bene. Non pensavo fossi un patito delle principesse Disney. - si sdraiò sul divano.

Tobio gli scoccò un'occhiataccia da brividi, che però riuscì solo a farlo ridere.

- Stavo scherzando. - coccolò la sua testa, appoggiata sulle sue gambe. I suoi capelli scuri scivolavano tra le sue dita, lisci e sottili.

Il film partì.

Kageyama si godette il calore di Shoyo e ben presto si addormentò sulle sue braccia.


I pozzi blu di Kageyama si riaprirono la mattina successiva.

Hinata non era più di fianco a lui. Lo sentì canticchiare qualcosa in cucina, forse stava preparando la colazione.

- Ben svegliato. - lo salutò. Si sedette su un lato del divano. - Vieni di là? Ho cucinato la colazione.

L'altro non disse nulla. Poi alzò le braccia e lo trascinò giù con lui per le spalle.

- Che fai? - chiese mentre lo metteva più comodi per abbracciarlo meglio. - Arriveremo in ritardo agli allenamenti!

- Non possiamo saltarli? - la sua voce era un mormorio leggero, ancora vittima del sonno. - Almeno per oggi?

- Ti è per caso venuta la febbre?! - esclamò.

- Perchè? - Kageyama non capiva.

- Kageyama Tobio che dice di voler saltare gli allenamenti! È iniziata l'Apocalisse! - Hinata si mise in piedi di fianco al divano, le mani tra i capelli arancioni.

La risata che uscì dalle labbra di Tobio lo spiazzò.

- Voglio saltarli perché l'alternativa sei tu. E poi non è che non faremo nulla. Voglio comunque alzarti qualche palla.

- Ma lo farai anche...

Tobio si mise seduto. - Tra poco inizieranno nuove partite, e saremo in trasferta, a volte separati. Voglio solo trascorrere del tempo con te. Da soli.

Shoyo si sedette davanti a lui. - Ai coach non piacerà, sai?

- E quindi?

Sentì le labbra del compagno sulla sua bocca. - Allora prendiamocela comoda.


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