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Tension between enemies

Prompt appartenente al contest di @fanwriter su Instagram

Era tutto sbagliato... Tutto dannatamente sbagliato.
Gabriel era rimasto ben quaranta minuti sotto quel getto d'acqua calda, gridando in quelle spesse quattro pareti la propria frustrazione.
Era stufo di ogni cosa: tutto andava nel verso sbagliato, pareva che la vita gli si stesse rigirando contro da qualsiasi angolo cercasse di afferrarla.
E il peggio è che aveva torto, e lo sapeva: si afferrava nervosamente i capelli lavandoli con furia come se strofinando in quel modo avesse potuto togliersi ogni pensiero...
Come se non bastasse tutto passava in secondo piano dinanzi all'ostilità che si era venuta a creare tra lui e Nathalie, come se con la loro litigata si fosse convertita nel suo unico punto di riferimento. La routine si era capovolta completamente, tramutandosi in un ignorarsi costante durante il giorno, senza neppure una parola, e al condividere i due estremi di una fredda alcova di notte, di spalle all'altro per giunta.
Più cercava di sbollire la rabbia e più gli ritornava: non voleva vederla, nemmeno da lontano, né sentire la sua voce monotona, o quella distanza che non aveva niente a che vedere con l'intimità che si era venuta a creare negli ultimi tempi.
La ripudiava con tutto sé stesso: come poteva voltargli le spalle e rivolgersi a lui in quel modo?
Avrebbe desiderato sopprimere qualsiasi cosa e zittire ogni sensazione... L'acqua scendeva copiosa sul suo corpo nudo, calda, così calda dal creare una densa cortina di vapore; Gabriel si portò indietro i capelli schiudendo gli occhi e in quel frangente, in mezzo alla furia che aveva in corpo per quell'affronto intravide un barlume di cupidigia.
Inconsciamente strinse la propria virilità nel pugno e ne accarezzò la testa col pollice, sentendola indurirsi...
Era molto stanco, si scusò con sé stesso, forse per quello non riusciva a smettere di pensare in maniera tanto insistente alla donna che gli aveva dato tutto, che gli aveva fatto infrangere così tante promesse fatte a sé stesso senza nemmeno saperlo...
E lui come aveva reagito?
Tradendo quel loro legame.
L'unica che credeva veramente in lui nonostante le sue continue disfatte, la donna con la quale aveva iniziato a convivere da un po' di tempo e a condividere più di un'aspirazione.
Non ci volle pensare, non voleva tornare al punto di partenza.
Si spinse contro la parete della doccia continuando a muovere la mano ritmicamente sul pene eretto, gonfio di desiderio per la donna che lui adesso stava vedendo lì, inginocchiata per lui, a dargli quel regalo con le sue labbra voluttuose.
Il nome di lei gli scivolò dalle labbra in un momento di deliquio, mentre la desiderava ai limiti del possibile artigliando la pelle del petto assieme ai peli, come se al suo posto avesse desiderato stringere i suoi lunghi capelli neri...
E poi la sua dolce cavità: stretta e già lubrificata per lui da un orgasmo precedente, dentro la quale muoversi per ore godendo delle sue grida di piacere.
E poi il suo viso contratto per la rabbia, per la gioia e per la follia data da quel picco massimo e idilliaco, capace di deturpare per sempre il volto stoico che aveva mantenuto per anni. Una fantasia alimentata da quella lite, che sarebbe svanita in quel bagno con la schiuma del sapone una volta terminata, ma che per lui aveva segnato qualcosa di diverso nel rapporto tra lui e Nathalie, qualcosa che gli lasciava a intendere che niente sarebbe stato più come prima.
Stranamente, aveva una sensazione piacevole da ciò.
Si tappò la bocca d'improvviso, quando venne, minacciando di farsi veramente sentire dall'altro lato della porta... L'orgasmo era stato violento, senza preavviso alcuno, e lo sperma era uscito con una spinta sovrumana, in grande quantità, tanto dal lasciare Gabriel disorientato da quella reazione del suo corpo che non vedeva da tempo immemore.

Lo stilista uscì dalla doccia ben più rilassato, con un triste sorriso stanco sulla faccia che mantenne a forza anche quando si guardò allo specchio trovando una decadente immagine di sé; pareva che egli stesso rappresentasse l'iconografia della pietà, del perdono non concesso, come se quella donna fosse l'angelo oscuro che l'avesse dannato.
Ma lei non era il suo capo espiatorio, solo da lui dipendeva ogni gesto futuro, e lo sapeva...
Era una gran brutta bestia la depressione, quella che ti toglie ogni energia, quella che ti mangia pure la passione e la creatività:
erano stati giorni tremendi pure per Gabriel Agreste, non solo per l'uomo di gran fama che era ma anche per quell'esserino dentro di lui che non voleva ammettere di aver mandato tutto a puttane... Anche se il solo guardarla in viso suscitava in lui un imminente crollo, qualcosa di potente che non poteva permettersi di affrontare ora.
Aveva timore, di andare in camera e non ricevere una sola reazione da lei, di sbagliare nel tentativo di avvicinarsi e vincere nell'occasione di perderla... Per una volta sarebbe anche il vincitore di qualcosa.

𓊈Blanc & Noire𓊉 𝑮𝒂𝒃𝒆𝒏𝒂𝒕𝒉 (𝟏𝟖+)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora